Corriere del Veneto: "sulla Bpvi Bankitalia scrisse dopo gli stress test Bce: «Baciate, stop subito»
Venerdi 4 Agosto 2017 alle 12:20 | 0 commenti
La lettera, secondo quanto scrive la Finanza, è datata sabato 25 ottobre 2014. E il risveglio dev'essere stato traumatico. La data è cruciale. Quello è il weekend in cui Bce pubblica domenica 26 - l'esito degli stress test sulla solidità delle maggiori banche, che avvia la vigilanza europea. Ci sono anche Bpvi e Veneto Banca. I rumors, già il sabato, annunciano a sorpresa che Bpvi non è messa bene. La conferma il giorno dopo: test passato solo per il rotto della cuffia, dopo che con un cda d'urgenza, sabato, Bpvi ha convertito in capitale obbligazioni per 253 milioni, dopo che Bce ha dedotto dal capitale le azioni del fondo riacquisto
Col «giallo» finale di Bankitalia che dà Bpvi promossa e Bce no. Ora il materiale dell'inchiesta sul crac Bpvi della Procura di Vicenza, con la fine indagini, svela ulteriori particolari su quel weekend drammatico. L'informativa finale della Finanza racconta infatti della lettera di Banca d'Italia, protocollo 1053731/14, con oggetto «Banca Popolare di Vicenza. Riacquisto di azioni proprie». Di fronte alla bocciatura che si profila da Bce, Banca d'Italia corre ai ripari, chiedendo a Bpvi, scrive la Finanza, «di procedere ad una puntuale verifica della correttezza dei dati segnalati in materia di riacquisto azioni proprie, comunicando, inoltre, tempistica e modalità delle relative operazioni». E ancora, «di fornire le informazioni necessarie alla comprensione delle transazioni alla base della detenzione indiretta di azioni proprie». I1 4 novembre la banca replica con una lettera del direttore generale Samuele Sorato, vistata dal collegio sindacale, che conferma «la correttezza dei dati riferiti alle azioni proprie in portafoglio» nelle segnalazioni periodiche: al 31 dicembre 2013, 32,3 milioni. Dati che verranno smentiti dall'ispezione che tre mesi dopo Bce aprirà a Vicenza (nel 2014 il riacquisto finanziato di azioni era stato di 113 milioni), e che farà venir giù tutto. «La Banca d'Italia aveva sottolineato la necessità che la Vicenza ponesse immediatamente termine alle operazioni(di acquisto finanziato di azioni, ndr) avvenute in difetto della autorizzazione - spiega, interrogato il 23 febbraio 2017 il funzionario di Bankitalia, Mauro Parascandolo -. Banca d'Italia ha chesto formalmente a Bpvi con lettera del 25 ottobre conto delle operazioni di acquisto non autorizzate. Oggetto di intervento e richiamo anche nel recente passato». Forse non con la stessa perentorietà , verrebbe da dire, scorrendo gli episodi precedenti citati dalla relazione della Finanza. Così come, a inizio 2013, per le controdeduzioni di Bpvi all'ispezione 2012, definite ora dalla Finanza «mendaci e fuorvianti». Lo stesso dopo la nota del 5 marzo 2013, con cui via Nazionale aveva chiesto spiegazioni sullo sforamento del tetto del 5% di azioni proprie riacquistate, emerso dalle segnalazioni di vigilanza. Solo «fenomeni di ciclicità legati alle procedure di gestione delle azioni proprie», replica Sorato. Lo stesso dopo le raccomandazioni sugli aumenti di capitale. Tutto fermo anche dopo la lettera anonima dell'artigiano bellunese, febbraio 2014, alla sede di Venezia di Bankitalia: la concessione di un fido è subordinata all'acquisto azioni, sostiene. Venezia chiede chiarimenti. Sorato nega per lettera. Venezia manda a Roma. «Non mi risulta che successivamente siano stati compiuti ulteriori approfondimenti da Banca d'Italia - spiega sempre Parascandolo interrogato il 17 maggio 201 6 -. Per prassi interna, agli esposti anonimi non può essere attribuita particolare rilevanza: non consentono alcuna verifica rispetto alla problematica denunciata». Eppure Venezia si era mossa. E poi: «Dal contenuto non si ricavava neppure se le somme asseritamente impiegate nell'acquisto azioni Bpvi fossero o meno dedotte dal patrimonio di vigilanza». Dato notoriamente in possesso dei clienti.
Dal Corriere del Veneto di venerdì 3 agostoÂ
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