Con l'ebrea Farina è scontro, di culture. VicenzaPiù sceglie il confronto, come Noa
Martedi 5 Agosto 2014 alle 08:22 | 4 commenti
Cara Paola (a sx nella foto), quando, nella nota sul nostro corsivo di ieri che "democraticamente" pubblichiamo di seguito*, tu accusi di rimanere in silenzio noi che diamo voce a tutti su tutto, ma che non possiamo riportare "tutte" le notizie su Israele e Gaza, perché siamo un mezzo locale e a quelle notizie diamo spazio nella misura in cui dei vicentini, ad esempio tu e Langella, ce le riportate.
Sottolineando come prova della nostra "malafede", grazie alla quale ci accumuni a tutti i non filo israeliani, la nostra mancta informazione sul fatto di S. Donà  confermi i timori a cui accennavo nel mio corsivo anche se non ti definisco ancora, come sentirei di fare, come fanatica integralista perché conosco un po' la tua storia a cui accenni alla fine della tua nota e so che non ti riesce ancora, è umano questo, di fartene una ragione.
Ma se di altre 1.800 morti civili palestinesi e di quelle altrettanto dolorose, anche se meno numerose, soprattutto di militari israeliani, non sapranno farsene una ragione i parenti e gli amici colpiti sarà confermata in pieno la tua frase nella parte più triste «quello di cui sono certa è che odio chiama odio e amore chiama amore» identica a quella « occhio per occhio, dente per dente» e simile alla "santificazione" dei musulmani che muoiono in guerra che segna la differenza tra il cristianesimo (a cui la mia cultura, comunque di non praticante, fa riferimento) che invita nei suoi "sacri testi" a porgere l'altra guancia a chi "offende" e i due integralismi, quello ebreo e quello musulmano. Che poi il cristianesimo si sia macchiato e si macchi, grazie a crociate e morti giustificate da "missioni" religiose, di altrettanti delitti d'odio è una sottolineatura che faccio io prima che tu me la rinfacci, perché la differenza sta nelle culture mentre l'uguaglianza dei comportamenti crudeli sta nell'atroce abitudine, poco umana ma molto "bestiale", di usare per secondi e abietti fini i dettami delle religioni. E in questo filone si inseriscono le guerre razziali e le rappresaglie, che trovano un fulgido esempio in quelle naziste doc e in quelle fasciste di ogni tempo e luogo. Potreste, voi ebrei e voi musulmani, insieme a noi cristiani (anche se io non sono, ripeto, praticante e meno male visti certi atroci abusi compiuti nel nome di Cristo) trarre conseguenze dalla seconda parte della tua frase «odio chiama odio e amore chiama amore» altrimenti, previsione aritmetica, non filosofica, l'odio dei più numerosi spazzerà via i meno numerosi. Provare ad amare o, almeno, tollerare le diversità altrui, cara Paola non è ipocrisia ma è uno sforzo, un grande sforzo che ci rende diversi dalle iene: perché l'amore e la tolleranza sono inclusivi, l'odio è omicida.
Fatte queste considerazioni lascio valutare, se servirà , ai lettori le tue distinzioni tra amici e nemici, riportate di seguito, che mi fanno temere un'altra volta che per te e chi la pensa come te "diversità " voglia solo dire barricarsi nelle proprie convinzioni senza neanche tentare ad aprirsi al confronto con quelle altrui. Confesso che degli ebrei israeliani che ho sentito ultimamente mi è piaciuta molto di più la cantane Noa (a dx nella foto), ieri sera su Rai 3: lei ha indicato come obiettivo risolutivo quel «due stati per due popoli» che, pur condannndo le atrocità da tutti commesse, apre al confronoto senza fatwe deliranti, magari anche contro di lei, ora.
Musulmane o ebre che siano.
Il direttore
*Caro Direttore,
No, non ho il benché minimo dubbio che il Governo di Israele stia sbagliando, perché vedi direttore, io ho sposato Israele nel bene e nel male, in salute e in malattia ed anche se ci sono cose, soprattutto dal punto di vista professionale che mi creano malessere, non divorzio.
Quello di cui sono certa è che odio chiama odio e amore chiama amore. E’ del 29 luglio direttore, la notizia che molti media, compreso il Tuo non trasmettono…per inciso, non succede molto lontano da qui, ma a San Donà di Piave, Italia. L'Imam della moschea locale, lo Sceicco Abd Al-Barr Al-Rawdhi, invoca l'uccisione degli ebrei. Questa è la durissima realtà che si vive nel nord del bel paese, dove alcuni luoghi di culto dei musulmani vengono convertiti in veri e propri centri di incitamento alla violenza. (ecco la prova http://www.memritv.org/clip/en/4396.htm, la fonte è araba).
Oggi, in Libano le forze libanesi e Hezbollah stanno bombardando e bruciando il campo profughi in Arsal pieno di persone fuggite da Assad Nakba, soprattutto donne e bambini, a causa dell’infiltrazione di terroristi (clicca qui). I Media di tutto il mondo, compreso il Tuo, rimangono in silenzio.
Per quanto riguarda il commento di Deborah, l’ho pubblicato io, perché lei, come altri israeliani non riescono a fare il login in e credo (dubitativo) che questo sia dovuto a un problema di tastiera. Non sarà stato felice e non credo che il tuo, che inneggia a una superiorità della razza sia migliore, anzi…comunque nessuno è immune dalle cadute di stile.
Quanto a definire l’America un paese amico di Israele, credo che l’amministrazione Obama sia la peggiore di tutti i tempi a sostegno di Israele (nonostante Obama sia stato votato da molti ebrei, ma a differenza di me forse non ha radicato il senso della riconoscenza) totalmente incompetente in questioni medio-orientali, visto che né Kerry, né Obama ne hanno azzeccata una dall’Irak alla Libia, dalla Turchia (stato occupante di Cipro) alla Siria.
Quanto a Langella è responsabile della sua carta di identità , nella stesa misura in cui io sono responsabile della mia, ma a me non interessa alcun sostegno, il supporto delle persone che mi vogliono bene è la cosa più bella che io possa ricevere.
Come donna che ha perso il suo primo ragazzo durante la guerra del Kippur, per l’esattezza il 7 ottobre del 1973 e che l’ha cercato tra file di cadaveri, non puoi chiedermi del pensare al dolore altrui, non perché nessuno ha mai pensato al mio, semplicemente perché sono incapace di manifestare sentimenti ipocriti, cioè dire “poverettiâ€, che “doloreâ€, che “tragedia†e poi ritornare nell’ordinaria quotidianità come fanno tutti, non è nel mio stile, non ci riesco. Io provo dolore fortissimo solo nella sofferenza delle persone a me care, umano dispiacere per tutte le vittime di ingiustizie, perché in questa categoria di vittime, chi in un modo, chi nell’altro siamo tutti potenziali esponenti, ma è più facile che io mi commuova di fronte a una nascita, che non davanti alla morte.
Paola Farina
Distinti Saluti
Claudia
Continua ad aumentare il mio timore (terrore) che dalla mancanza di volontà di capire nasca la mancanza di possibilità di confronto e soluzione del problema Israele Palestina. O la sua è solo un'altrettanto pericolosa ignoranza?
Per Paola - Concordo con te in parte sull'abuso della notorietà a fini commerciali, ma lo stesso andrebbe detto dei politici... ebrei o musulmani che siano
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