Con i biodigestori alimentati a mais ceroso scompaiono gli allevamenti
Venerdi 22 Giugno 2012 alle 22:26 | 0 commenti
Coldiretti Vicenza - Il presidente Diego Meggiolaro: "forte rischio per la sopravvivenza degli allevamenti e per l'ambiente"
"Non possiamo tollerare che il mais ceroso, nel Vicentino largamente impiegato per l'alimentazione negli allevamenti, venga bruciato per creare energia producibile anche da altre fonti non così nobili. Così facendo si rischia di condurre a chiusura gli allevamenti, illusi dal percepimento di incentivi che determineranno la loro stessa rovina, restituendo all'agricoltura altre colate di cemento ed incalcolabili conseguenze ambientali".
Chiara la posizione del presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Diego Meggiolaro, all'indomani della ripetuta richiesta di Coldiretti Veneto alla Regione di adottare con urgenza un Piano energetico regionale. "Serve il governo del comparto delle energie rinnovabili. Dopo la diffusione selvaggia del fotovoltaico su suolo agricolo - spiegano da Coldiretti Veneto - è arrivato l'allarme per la proliferazione dei digestori su tutto il territorio regionale". Queste realtà erodono intere coltivazioni di mais per sostenere gli impianti che, anziché usare liquami o altri sottoprodotti, impiegano il silomais che è la base alimentare dell'allevamento veneto. Così da Thiene a San Biagio di Callalta e per altri 50 casi a livello regionale gli allevatori delle aree più vocate devono sopportare maggiori costi per nutrire gli animali a causa delle distorsioni create dagli operatori disposti ad affittare terreni a prezzi fuori mercato. "Per garantire, da un lato, la necessità di progredire nella produzione da queste fonti secondo disposizioni europee e, dall'altro, per salvaguardare le produzioni agricole, il paesaggio, le tradizioni locali, come peraltro stabilito dalle norme nazionali è necessario un Piano energetico regionale - insiste la Coldiretti regionale - su questa partita, tutti, a partire dagli enti locali, possono contribuire nella consapevolezza che le giuste iniziative vanno attuate, mentre le pure speculazioni assolutamente respinte. Non si tratta, quindi, di essere o meno a favore delle energie pulite, ma di assumere responsabilmente il ruolo di amministratori del bene pubblico che hanno a cuore le reali esigenze dei cittadini". Dopo la battaglia contro la diffusione del fotovoltaico a terra, Coldiretti vuole salvaguardare le materie prime fondamentali per l'alimentazione animale. "I vari ricorsi al Tar ed al Consiglio di Stato hanno fermato la corsa ai pannelli in Pianura Padana, un recente decreto nazionale ha tolto gli incentivi al fotovoltaico a terra - conclude l'Associazione agricola da sempre in prima linea per la tutela ambientale - ora chiediamo che il legislatore regionale intervenga per porre rimedio alla conquista di campi agricoli da parte di grandi soggetti economici interessati all'installazione di grandi biodigestori che nulla hanno a che fare con l'agricoltura locale". A tal proposito Coldiretti ricorda di aver presentato una propria proposta in merito, disattesa dalla politica regionale che ha preferito affidarsi a consulenti industriali per la definizione dello stralcio di Piano agroenergetico.
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