Per BPVi e Veneto banca in corsa anche i fondi Apollo e Apax
Domenica 9 Ottobre 2016 alle 11:40 | 0 commenti
Di Sara Bennewitz, da la Repubblica
Banche venete nel mirino degli investitori esteri. Non solo Jaime Dimon di Jp Morgan, avrebbe avvicinato Alessandro Penati di Atlante, per fare un'offerta su Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, ma anche Apax, Apollo e Jc Flowers si sarebbero già fatte avanti. Solo che prima di aver completato una ristrutturazione finanziaria e industriale le due banche sono appetibili solo a prezzi stracciati, e inferiori rispetto a quanto pagato da Atlante in aumento di capitale (0,34 volte il tangible asset), ma al momento il fondo non ha fretta. Penati resta convinto, che per quanto quella delle banche venete sia un'impresa titanica, l'operazione è possibile. Certo risanare le banche non è la missione di Atlante, che è nato per altri scopi, tuttavia solo dopo aver avviato la ristrutturazione, il fondo potrebbe aprire il capitale delle due banche ai private equity o ad altri istituti interessati a co-investire insieme al fondo.
Resta inteso che la ristrutturazione comporterà alcuni sacrifici, a cominciare da quello del personale. La proposta di Jp Morgan prevedeva anche maxi tagli all'organico (3,5 posti di lavoro su 10) che Atlante avrebbe giudicato eccessivi. Tuttavia dato anche lo standing dei vari pretendenti che si sono fatti avanti, il problema non è chi rileverà Vicenza e Veneto Banca dopo la cura Atlante, il problema è trovare un modello di business sostenibile, che renda gli istituti auto sufficienti, e a quel punto anche in grado di tornare a finanziarsi sul mercato. In un contesto di tassi bassi, il modello della banca commerciale stenta a stare in piedi, soprattutto se le dimensioni e la diversificazione delle attività non sono tali da non compensare i costi di personale sportelli e filiali. Tuttavia Penati vorrebbe rilanciare anche l'attività di asset management della Bim, sulla falsa riga di quanto fatto in questi anni da Intesa con Fideuram. Inoltre il Veneto resta una regione ricca e importante dell'Italia, ma anche la quarta maggiore quanto a reddito pro capite in Europa. Tanto più che le recenti difficoltà di Mps e quindi Antonveneta, aprono importanti prospettive. Per questo tutte le strade restano aperte, i due istituti potrebbero essere fusi insieme, oppure no per massimizzare il ritorno cedendoli separatamente a interlocutori diversi. Ma solo, e a quel punto, Veneto e Vicenza saranno interessanti anche per gli istituti italiani, non unicamente per raider esteri sulla falsariga di quello che stanno facendo gruppi come Jp Morgan, Apollo, Cerberus e Fortress, che in Italia fanno incetta di crediti di cattiva qualità a basso costo. I due istituti veneti avrebbero accumulato 16 miliardi di sofferenze, ma prima di "svenderle" potrebbe valer la pena di capire se il settore immobiliare stia iniziando la ripresa. Il 51% di tutte le sofferenze tricolori è infatti concentrato su prestiti per finanziare immobili. Intanto a giorni Penati dovrà andare a Francoforte per discutere del piano di risanamento dei due istituti con la Bce, e solo dopo il via libera dell'Eurotower, la ristrutturazione entrerà nel vivo.
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