Cinzia Bottene: varato oggi non il governo del popolo italiano ma quello delle banche
Giovedi 17 Novembre 2011 alle 01:00 | 0 commenti
Riceviamo da Cinzia Bottene, Vicenza Libera No Dal Molin, e pubblichiamo.
Il cerchio si è chiuso ! Quello varato oggi non è il governo del popolo italiano ma quello delle banche e su questo non posso che esprimere la mia completa contrarietà . La crisi che ha aggredito in questi mesi i paesi europei è diversa dalle precedenti, dovute in genere ad eccesso di produzione o ristrutturazioni produttive.
Nell'ultimo mezzo secolo il pianeta è caduto nelle mani della dittatura del "libero mercato" Un sistema sempre più senza regole, alla faccia dei neoliberisti alla Friedman e delle loro panzane sulle supposte proprietà di autoregolamentazione del "libero mercato".
Adesso si stanno scaricando i 14.000 miliardi di debito delle banche sulla gente. Noi, per salvaguardare i loro profitti, dobbiamo pagare i debiti creati dai banchieri.
Chi controlla i mercati finanziari: grosse banche, finanziarie, e assicurazioni, con il loro potere di stabilire il prezzo dell'indebitamento delle nazioni, sottrae sempre più sovranità agli Stati. Oggi ci ritroviamo praticamente commissariati dal Fondo Monetario Internazionale e la sede delle decisioni è trasferita a Bruxelles, sempre più sportello pubblico delle speculazioni bancarie E questo avviene, con il placet del Parlamento e del Quirinale, nella totale distruzione dei principi di ispirazione sociale della Costituzione. .L'imperativo è uno solo: salvare le banche, ricapitalizzarle con soldi pubblici, mettersi sempre di più al servizio delle oligarchie finanziarie. Si sta, di fatto, istituzionalizzando un meccanismo che socializza le perdite e privatizza i profitti.
Rimpiango il tempo in cui la nostra nazione aveva una sua sovranità , e in cui Parlamento e Quirinale non erano ridotti al ruolo di semplici ragionieri esecutori. Adesso siamo al punto che un gruppo di squali speculatori, che non raggiunge neanche l'1% delle aziende mondiali, tiene in scacco il mondo controllando il 40% dell'intera economia. La maggior parte sono istituzioni finanziarie e le Top 20 includono: Barclays Bank, JP Morgan e Goldman Sachs Group, cioè quelle stesse società e contesto da cui provengono Monti e gran parte dei ministri da lui nominati, e l'esempio della nomina a ministro di Passera, amministratore Delegato del Gruppo Intesa San Paolo, credo sia indicativo di questo.
Con il varo del governo Monti si cerca di curare una malattia (la crisi) con lo stesso virus che l'ha aggredita (la finanza), senza voler rendersi conto che se continueremo con le sole ricette monetarie, puntando sulla riduzione del debito con misure che in modo iniquo contraggono i consumi, ci avviteremo in una spirale dalla quale sarà sempre più difficile uscire e che ci porterà sempre più a rincorrere emergenze e tamponare falle, con costi pesantissimi che ricadranno sulle fasce sociali più deboli, come emerge dagli impegni assunti in Europa dal defunto governo Berlusconi.
Dobbiamo lavorare su due piani: da un lato la ricerca e la sperimentazione di modelli alternativi sostenibili, che ridefiniscano in chiave ecocompatibile termini quali crescita e sviluppo; dall'altro dobbiamo impegnare le poche risorse che abbiamo per dare risposte ai cittadini che vivono sulla propria pelle gli effetti della crisi, rendendoci conto che non possiamo continuare ad essere merce per politici e banchieri e che da questa crisi non si esce con un governo come quello di Monti ma con una politica che metta al centro la giustizia sociale e la redistribuzione delle ricchezze.
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