Ciambetti "Quota 2.014 miliardi di debito, Monti non ha inciso nella spesa statale"
Venerdi 14 Dicembre 2012 alle 20:39 | 0 commenti
Roberto Ciambetti, Assessore regionale Lega Nord -  "Gli attestati di stima internazionale non bastano a raffreddare il debito pubblico: sfondata la quota di 2.000 miliardi si supera il 126 % del Pil e per il prossimo le cose non cambieranno: a poche ore dall'ultima rata dell'Imu, che metterà Ko molte famiglie e aziende, la notizia del nuovo tetto ha un sapore amaro". L'assessore regionale del Veneto al Bilancio, Roberto Ciambetti non ha dubbi:
 "Anche solo a scriverla questa cifra appare incredibile: 2.014.693.000.000 euro - ha detto Ciambetti - ma ciò che colpisce è il sapere che nel mentre il debito pubblico è lievitato di oltre 6 punti in un anno, aumentavano a dismisura i prelievi e le entrate fiscali; contemporaneamente sono stati abbattuti i fondi erariali trasferiti da Roma a Regioni ed Enti locali: insomma, qualcosa non quadra se dopo aver messo le mani nel portafoglio dei cittadini, nei conti delle aziende, dopo una raffica di nuove imposte, dopo tagli di centinaia di milioni al decentramento il fabbisogno statale è aumentato tanto da superare i 2 mila miliardi di debito pubblico". Secondo l'assessore veneto "la somma algebrica tra tutti gli elementi oggi svela che la spesa pubblica dello stato centrale è fuori controllo e non si è voluto incidere in alcun modo sui veri nodi di questa spesa. Non è assolutamente vero - ha proseguito Ciambetti - che le manovre di austerità daranno i loro frutti solo nel futuro nei conti pubblici perché, come dicevo sono diminuite le spese di Comuni e Regioni con tagli reali persino nella sanità e nell'assistenza sociale, sono aumentati gli introiti fiscali e ciò doveva determinare un qualche indicatore positivo che ad oggi non c'è. In cinque anni, dall'inizio della crisi la ricchezza delle famiglie italiane è calata del 5,8% e gli enti locali sono stati disarmati dallo stato che avoca a sé persino il gettito delle imposte municipali sugli immobili. Quota duemila miliardi - ha concluso Ciambetti - dimostra che lo stato non è intervenuto nelle vere centrali di spesa. Si è distrutto il welfare per tenere in piedi l'assistenzialismo, si sono aumentate le tasse per rifinanziare le banche. Le famiglie sono allo stremo"
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