Centri educativi per i disabili "nulla è cambiato, più tutelati cani e gatti"
Martedi 8 Luglio 2014 alle 20:26 | 4 commenti
Il network di VicenzaPiù fin da subito ha dato spazio alle proteste sul tema dei tagli ai centri diurni che aiutano ad "educare" le persone con disabilità , una vicenda per la quale abbiamo ricevuto i ringraziamenti di associazioni e parenti (leggi qui), tra cui quelli di Vanni Poli, tutore di suo fratello Francesco, il quale a un anno di distanza ripercorre le tappe della vicenda chiedendosi "cosa troverò quando tornerò ad agosto?" .
"Lo scorso anno, alla fine di agosto al mio ritorno da un viaggio all’estero, trovai la “bella sorpresa†di una stringata lettera dell’Ulss di Vicenza che mi comunicava che, poiché mio fratello, persona autistica con disabilità intellettiva di cui sono il tutore, aveva la “fortuna†di essere ospite della Comunità alloggio Anffas di viale Trieste, era giusto che fosse allontanato dal Centro diurno di Lisiera per contribuire a sanare i bilanci dell’Ulss.
Ricordo che i Centri diurni erano una volta definiti Centri educativi occupazionali diurni, ma con il deleterio avvento dell’assessore regionale Sernagiotto (quello che andava a Venezia con la pistola…) ci si è chiesti a cosa servisse “educare†ed “occupare†queste persone, tanto che, secondo le teorie di quel “bravo†politico che ora è andato a fare danni in Europa, si è preferito chiamarli, appunto, semplicemente Centri Diurni.
Seguendo questa “logica†in controtendenza rispetto alle direttive dell’ONU recepite anche dall’Italia, l’Ulss di Vicenza convinse senza fatica la Conferenza dei Sindaci ad adottare una delibera che allontanasse 94 persone dai Centri diurni per relegarle nelle loro comunità : tanto a cosa serve “educare†ed “occupare†queste persone?
È chiaro che le famiglie coinvolte (quando delle famiglie c’erano, visto che molte di queste persone erano ormai prive dei genitori) e le loro principali Associazioni si ribellarono a questa inumana decisione: ci furono manifestazioni verbali e scritte, ci furono riunioni con i rappresentanti dei Sindaci, anche con la fredda Ulss, ci furono ricorsi al TAR ed al Consiglio di Stato; ancora oggi siamo in attesa che il TAR Veneto si pronunci.
Ci furono (e ci sono) alcune cooperative che gestiscono comunità e centri che, alla fine, visto che il loro principale interesse è quello di garantirsi la sopravvivenza economica e per non rischiare eventuali o supposte ritorsioni da parte della pubblica amministrazione, hanno detto che sì, va bene, si può fare anche senza “educare†e senza “occupareâ€, tanto a cosa serve per queste persone? qualcosa si fa, li trattiamo bene li teniamo buoni e, se le famiglie non ci stanno, che vadano altrove.
Ovviamente, nonostante la rabbia, in questo anno si è cercato di ricucire qualcosa, si è parlato, si è tentato un dialogo, ma invano. Per l’Ulss (dominante) e per la Conferenza de i Sindaci (recessiva) il dialogo consiste nel comunicare le loro decisioni e chi non ci sta se ne farà una ragione.
Questo per dire che, nei fatti, nulla è cambiato, tutto come prima.
Solo per quelle 94 persone la vita è cambiata, in peggio ovviamente; ma tanto cosa capiscono? a chi sono utili? cosa producono?
Da noi sono più tutelati i cani ed i gatti (animali che anch’io amo e che mi fanno compagnia), da noi la gente vede con maggior benevolenza gli animali: fanno tenerezza e ci gratificano del loro affetto.Â
Ciò mi ricorda alcune affermazioni di qualche gerarca nazista che, dopo avere sperimentato sui disabili per primi l’eutanasia e le camere a gas, criticava gli italiani perché “vanno a caccia ed ammazzano quei poveri uccelliniâ€.
Ma adesso cosa accadrà ancora?
Sto per partire per un altro mese circa, sto per fare un altro percorso del Cammino di Santiago de Compostela e mi chiedo se questa volte San Giacomo aiuterà queste persone, oppure se, al mio ritorno, troverò un’altra sorpresa, un’altra comunicazione della burocrazia Ulss in cui magari mi si dirà che a mio fratello sarà negata la colazione o saranno ridotte le portate della cena, in modo da contribuire a risanare il bilancio dell’Ulss.
Ma, a proposito del bilancio Ulss, risulta che il direttore generale si sia vantato di avere chiuso i conti del 2013 con un attivo di un milione di euro, cosa notevole, se si pensa che era partito con un passivo di circa 15 milioni, se non ricordo male.
Di questo siamo tutti contenti, naturalmente e sono contente tutte le persone con disabilità , le quali, grazie ai risparmi fatti sulle loro teste e grazie ai sacrifici loro imposti, hanno contribuito a fare felice la direzione dell’Ulss, così il direttore generale potrà avere in suo bravo premio di fine anno.
Spero solo che San Giacomo questa volta dirotti il postino dell’Ulss altrove e che non venga in mente a qualche potente funzionario di imporre ai Sindaci di decidere che le portate della cena siano ridotte al primo, con la scusa che il secondo piatto fa male.
Spero solo che San Giacomo faccia in modo che, questa volta, i Sindaci non si bevano tutto ciò che l’Ulss propina loro, visto che, come detto da loro, il bilancio è in attivo.
Spero anche che San Giacomo faccia in modo che le porte dei servizi siano aperte anche alle molte altre persone con disabilità che, illegalmente (ma chi se ne frega delle leggi?) sono tenute in lista di attesa: oggi i soldi li hanno.
Tutto questo al mio ritorno.
Ma adesso vado e cammino… e spero".Accedi per inserire un commento
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