BPVi perde 500 milioni: azionisti da tutelare. Cosa dicono ora Confindustria e GdV?
Martedi 10 Febbraio 2015 alle 23:10 | 0 commenti
Il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Vicenza ha approvato all’unanimità i risultati preliminari di bilancio al 31 dicembre 2014 decidendo di «recepire le indicazioni della BCE" e registrando così una perdita record di 500 milioni di euro dopo accantonamenti di ben 868 milioni di euro per sofferenze su crediti e dopo rettifiche degli avviamenti (valore sportelli, ndr) di circa il 25%, pari a 230 milioni di euro, come è scritto nel documento ufficiale della banca che riporta anche i commenti ufficiali del Presidente Gianni Zonin e del Direttore Generale Samuele Sorato.
Di seguito riportiamo il commento di Davide Pyriochos, che evidenzia su VeneziePost le conseguenze di problemi spesso e da tempo riferiti su questi media, che ora attendono di verificare anche le possibili ricadute sul valore delle azioni (vedi VicenzaPiù Magazine n. 273 in edicola) ma con una speranza che deve diventare certezza dopo le difficoltà oggi finalmente e responsabilmente evidenziate.
La chiarezza sui conti, spesso negata su altri media locali ma ora evidenziata proprio da Zonin e dal Cda, dovrà incoraggiare, intanto, il management a prendere le dovute decisioni per tutelare l'integrità della banca e ridefinire la sua funzione di supporto reale all'economia locale: solido e non più minato alle fondamenta da numeri drogati e non visti solo per miopia anche dai vertici di Confindustria Vicenza.
I cantori a copione del verbo pronunciato finora da Zonin sono stati smentiti clamorosamente dalle sue decisioni odierne, indilazionabili e corrette, che guardano finalmente a un futuro di risanamento e rilancio e, se verranno confermate dai prossimi passi, non più alla pura difesa di situazioni di potere.
Se fosse stata Confindustria Vicenza a dettare al Giornale di Vicenza, di cui è editore tramite l'Athesis, una linea di silenzio e di non completa informazione, Zigliotto & c. si saranno assunti insieme al "loro" giornale una grossa responsabilità anche verso i lettori, in gran parte risparmiatori che, rassicurati, hanno investito o hanno conservato azioni dell'Istituto.
Starà ora a Gianni Zonin e al Cda della BPVi, come da noi auspicato anche su VicenzaPiù n. 273, adottare una linea di azione che, come si intravede nei primi commenti del presidente, tuteli anche e soprattutto quegli oltre 100.000 azionisti che, a fronte di una iscrizione a libro al 31 dicembre 2013 per 3,75 euro nominali, contano su un valore, sulla carta, di 62,5 euro ad azione.
Un valore messo a dura prova nell'immediato dal rosso di 500 milioni di euro della BPVi ma che va preservato in tutti i modi possibili e senza più giochetti sui numeri per evitare una catastrofe per l'economia di base di tutta l'area che vive dei portafogli di quei 100.000 risparmiatori, uno ogni 8 abitanti, neonati e centenari inclusi.
Non abbastanza informati o male informati.
Il direttore
Ecco il commento di Davide Pyriochos*
Una voragine da 500 milioni di perdita netta, dovuta alle nuove rettifiche sui crediti che hanno determinato maggiori accantonamenti per 868 milioni di euro. Che il passaggio di Bpvi sotto la vigilanza europea non sarebbe stato indolore, si era capito lo scorso ottobre quando l'istituto guidato da Gianni Zonin decise di convertire il bond da 250 milioni per non farsi bocciare in occasione degli stress-test (oggi l'assemblea degli obbligazionisti ha ratificato quella decisione del Cda). Ma solo adesso che la banca approva il bilancio preliminare del 2014, adeguandosi ai severi parametri standard validi per tutte le maggiori banche del continente, si vede fino in fondo qual è il prezzo della "pulizia" dei conti. Già il 2013, con una perdita netta di 32 milioni di euro, era sembrato per Vicenza un incubo, dato che il gruppo era abituato a risultati lusinghieri. Ora però la dimensione del problema dei crediti deteriorati emerge con tutta la sua forza, e anche se il presidente Zonin ha criticato i regolatori, rivendicando il proprio ruolo di banchiere territoriale che deve sostenere i bisogni delle imprese, il Cda della banca non ha potuto far altro che accettare l'amara medicina.
«Per adeguarsi al nuovo quadro regolamentare della Bce - si legge nella nota diffusa da Bpvi in serata - il Consiglio di Amministrazione della Banca Popolare di Vicenza ha adottato un approccio particolarmente prudenziale negli accantonamenti su crediti e nella svalutazione degli avviamenti. Pur avendo ottenuto risultati positivi nella gestione caratteristica del nostro Istituto, il Consiglio di Amministrazione ha ritenuto di recepire le indicazioni della BCE, aumentando in maniera significativa gli accantonamenti su crediti sia deteriorati che in bonis, per un ammontare complessivo di 868 milioni di euro, e di rettificare prudenzialmente gli avviamenti di circa il 25%, pari a 230 milioni di euro. Nonostante il positivo andamento della gestione tradizionale, il risultato netto consolidato del bilancio 2014 è pari a -497 milioni di euro che il Consiglio di Amministrazione ha approvato all'unanimità , certo che queste scelte prudenziali miglioreranno la qualità degli attivi della Banca e aumenteranno, già dal 2015, la redditività dell'Istituto».
«Il Consiglio di Amministrazione - commenta Zonin - ha fatto scelte coraggiose e prudenziali nell'interesse della Banca e dei Soci e nel rispetto delle nuove indicazioni della Banca Centrale Europea. Confido che già nel corrente anno conseguiremo risultati positivi da questa politica di grande prudenza e che sapremo affrontare con maggiore tranquillità le nuove norme e i conseguenti importanti cambiamenti che il nuovo decreto sulle banche popolari ci impone»
Prosegue intanto il rafforzamento patrimoniale: circa 1 miliardo di aumento di capitale nel 2014, con il raggiungimento di un CET1 ratio pro forma pari all'11,10% (Core Tier 1 al 9,21% alla fine del 2013). Risultano in crescita i proventi derivanti dall'operatività tradizionale con la clientela: +8,2% annuo il margine di interesse al netto del contributo del portafoglio titoli; +9,1% annuo le commissioni nette. E prosegue l'azione di sostegno alle imprese dei territori di operatività : circa 2,4 miliardi di nuovi finanziamenti erogati complessivamente nel corso del 2014. Ma la priorità sono gli accantonamenti: il livello di copertura dei crediti deteriorati alla fine del 2014 migliora salendo dal 31,11% (a fine 2013) al 37,90%.
Nelle prossime ore il "bagno di sangue" della pulizia dei conti toccherà anche alle cugine Veneto Banca e Banco Popolare. Dopo l'approvazione di questi risultati gli istituti avranno numeri validi su cui confrontarsi in vista di possibili fusioni e aggregazioni. Per come si sono messe le cose le popolari venete non partono da una posizione di forza, né sul piano del risiko bancario, né su quello di eventuali trattative col governo per cercare di ammorbidire il decreto che prevede di trasformarle in spa.
*Da VeneziePost
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