Borgo Berga, nuovo esposto delle associazioni: sequestrare l'area e individuare i responsabili
Martedi 20 Maggio 2014 alle 13:54 | 0 commenti
Mentre tutto tace in Procura e nel Comune di Vicenza, le associazioni ambientaliste del capoluogo berico mettono nuovamente sotto la lente d’ingrandimento il complesso edilizio di Borgo Berga. Dopo l’esposto del luglio 2013 alla procura di Vicenza e la lettera di diffida inviata a Palazzo Trissino e al Genio Civile di Vicenza ad inizio di quest’anno, Legambiente Veneto ed il Comitato contro gli abusi edilizi hanno infatti depositato venerdì 16 maggio un nuovo esposto alla procura berica con cui chiedono “il sequestro preventivo e probatorio dell’area oggetto dell’intervento edilizio e l’individuazione dei responsabili delle violazioniâ€.
Alle violazioni denunciate con il primo esposto, il presidente di Legambiente Veneto Luigi Lazzaro e Paolo Crestanello per il Comitato abusi edilizi Vicenza, supportati dagli avvocati Luca Tirapelle e Marco Mirabile, aggiungono nuovi e rilevanti approfondimenti. “La convenzione scritta nel 2010 dall’architetto Bortoli per il Comune di Vicenza prevede delle clausole, quali lo scomputo del contributo di costruzione non previsto dalla normativa vigente  – si legge nell’esposto - comportanti un ingente danno erarialeâ€. Un danno erariale che Crestanello stima intorno ai 5 milioni di euro e per cui annuncia un prossimo esposto alla Corte dei Conti. “Ad aggravare la situazione c’è il fatto che il consiglio comunale, nell’approvare il Piruea, è stato tenuto all’oscuro dell’ammontare del contributo pubblico che sarebbe stato erogato al privatoâ€, si legge ancora nell’esposto. Contributo pubblico di 6 milioni e mezzo di euro per cui non è stata aperta una gara pubblica come previsto per legge, affermano Crestanello e Lazzato. La relazione tecnica sulla compatibilità idraulica allegata all’esposto mette in evidenzia inoltre come l’aumento considerevole dell’impermeabilizzazione dell’area insieme all’innalzamento del piano campagna e quindi delle sponde del fiume, abbiano aggravato la situazione delle zone residenziali circostanti. Per questo motivo le associazioni chiedono il blocco dell'edificazioni nell'ultimo blocco ancora verde.
“Considerando ciò che è emerso dall’Expo – il gruppo Maltauro è il principale socio di Sviluppo Cotorossi, ndr – il timore è che quello sia un modello diffuso. È  venuto il momento che le nostre richieste di chiarezza vengano accolte e che tutti i soggetti coinvolti diano prova di trasparenzaâ€, conclude Luigi Lazzaro.Â
Legambiente Veneto, Comitato contro gli abusi edilizi  - Il 16 Maggio scorso è stata depositata presso la Procura della Repubblica di Vicenza la richiesta di sequestro
preventivo e probatorio del cantiere di Borgo Berga da parte degli avvocati Luca Tirapelle e Marco Mirabile, legali
dell'Associazione “Legambiente Volontariato Veneto†ed in coordinamento con il “Comitato contro gli Abusi Ediliziâ€.
Le violazioni già denunciate e relative all’approvazione del Piano PIRUEA-COTOROSSI, nonché dei permessi di
costruire rilasciati successivamente, sono vengono qui brevemente riassunte:Â
 mancato rispetto delle distanze dai corsi d’acqua e invasione dell’alveo;
 mancanza dei documenti necessari all’approvazione del PIRUEA 2009;
ï‚· demolizione di parte della vecchia archeologia industriale che secondo le prescrizioni dellaÂ
ï‚· Soprintendenza per i beni architettonici e paesaggistici andava preservata;
ï‚· mancanza del parere preventivo della Soprintendenza per il PIRUEA 2009;Â
ï‚· manca della Valutazione Ambientale Strategica;
ï‚· mancanza della la Valutazione di Incidenza Ambientale;
ï‚· innalzamento fittizio del piano campagna con aumento ingiustificato di altezze e volumetrie;Â
ï‚· mancato rispetto del Codice appalti e scomputo non consentito dei costi di costruzione;
ï‚· mancanza di standard verde e parcheggi.
Tutto ciò alla luce dei precedenti esposti già inviati dalle associazioni ambientaliste vicentine e numerosi cittadiniÂ
residenti nelle aree limitrofe al cantiere di Borgo Berga, non ultima la formale lettera di diffida al Comune di Vicenza,Â
al Genio Civile e per conoscenza anche al Corpo Forestale dello Stato datata 6 Aprile 2014, in cui già si chiedeva laÂ
sospensione dei lavori in corso e l’annullamento dei provvedimenti autorizzativi che risultano in violazione di legge.Â
In assenza di risposte dalle istituzioni Legambiente ed il Comitato contro gli Abusi Edilizi, hanno deciso di presentareÂ
quest'ultima azione penale. Nell’esposto si ipotizzano reati penali per quegli uffici che hanno rilasciato autorizzazioniÂ
considerate illegittime e non ne hanno richieste altre obbligatoriamente previste dalla normativa in vigore, gli stessiÂ
uffici, pur sollecitati ad intervenire da circostanziate denunce, omettono a tutt’oggi di adottare ogni provvedimentoÂ
sanzionatorio. Il Dipartimento Territorio del Comune omette anche, a distanza di oltre due mesi, di dare risposta allaÂ
richiesta di fermare i lavori e annullare le concessioni.
A dimostrazione del periculum in mora, è stata allegata una relazione del consulente di Legambiente, Ing.
Alessandro Pattaro, in merito al problema della compatibilità idraulica. Il consulente, dopo aver esaminato la
documentazione, rileva come: “ le varianti urbanistiche del 2003 e del 2009 non siano state sottoposte a Valutazione
di Compatibilità Idraulica†e pertanto “non è stato rispettato quanto previsto dalla normativa in tema di invarianza
idraulicaâ€. Inoltre “si sono aggravate le condizioni di pericolosità delle aree circostanti sia per l'aumento considerevole
dell'impermeabilizzazione, sia per l'innalzamento del piano d'imposta a difesa esclusiva dei nuovi edifici.â€
Legambiente e Comitato contro gli Abusi Edilizi, nel denunciare le illegittimità connesse al rilascio del progetto
PIRUEA, dicono basta al dissennato consumo di suolo e alla mancanza di trasparenza nelle scelte urbanistiche, fattore
quest’ultimo che può aprire la strada a favoritismi e pratiche illecite.Come dimostrano le recenti vicende riportate dalla cronaca. Le dichiarazioni del 19 maggio 2014, riferite ad Enrico
Maltauro e riportate dal Giornale di Vicenza, secondo il quale “per i grandi appalti, se vuoi lavorare devi pagare
tangenti†sono a dir poco preoccupanti.
Si chiede alle istituzioni un salto di qualità circa la trasparenza delle procedure e la introduzione di due criteri basilari
quali lo Stop al consumo di suolo e la Bellezza come criterio fondante negli interventi nel territorio.
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