Borgo Berga: considerazioni del senatore Cappelletti (M5S) dopo la decisione del Riesame
Martedi 16 Maggio 2017 alle 16:54 | 0 commenti
Borgo Berga è un quartiere-mostro, una gigantesca colata di cemento da 100.000 metri quadrati realizzata a ridosso del centro storico di Vicenza, in un'area dove i limiti delle sovrintendenze non rendevano possibile nemmeno posizionare un pannello fotovoltaico o chiudere un terrazzino con una veranda. A poche centinaia di metri vi sono infatti opere del Palladio di primaria importanza, come Villa La Rotonda e l'Arco delle Scalette. L'area, in via di realizzazione e completamento, comprende il Palazzo di Giustizia, edifici direzionali, commerciali e residenziali. Insiste inoltre in una zona molto delicata per l'equilibrio idrogeologico della città , in quanto alla confluenza di due fiumi scaricatori. L'opera é conseguenza di una colossale speculazione immobiliare. Il sito su cui sorge "Borgo Berga" fu acquistato dalla FINVI s.r.l., società legata alla famiglia Berlusconi. Trattandosi, peraltro, di un'area ex industriale fortemente inquinata, i proprietari, in base al decreto Ronchi, avrebbero dovuto farsi carico della bonifica con una spesa che avrebbe superato il valore dell'area stessa.
Ma, con una discutibile interpretazione della legge, fu concesso alla società di sigillare il terreno con un solettone in cemento, evitando di fatto le bonifiche. Nel 2000, la Finvi avviò un progetto urbanistico coadiuvato da un fondo di 25 milioni di euro - guarda caso - stanziato proprio dal Governo Berlusconi. La società cedette poi l'area inquinata al Comune per farvi sorgere il nuovo Tribunale. In cambio ricevette un'area attigua non inquinata, con facoltà di costruire molti altri edifici. L'operazione fu decisa nei primi anni Duemila da un'amministrazione di centro-destra. Ma è stata portata avanti, con straordinaria sintonia d'intenti, anche dalle successive amministrazioni di centro sinistra che hanno governato la città . Solo per citare un esempio, l'assessore all'urbanistica di centro-destra all'epoca della prima approvazione del progetto, ricopre oggi la funzione di capo di gabinetto di un Sindaco di centro-sinistra.
Il Movimento 5 Stelle si é battuto per anni, insieme a comitati, cittadini ed associazioni, perché venissero allo scoperto le numerose irregolarità che hanno connotato la realizzazione di questo progetto. La vicenda è stata oggetto di interrogazioni parlamentari e di esposti in Procura, all'Anac ed alla Corte dei Conti. La magistratura contabile ha aperto un'inchiesta per danno erariale ed ha messo in mora il Consiglio comunale e la giunta che nel 2009 avevano approvato la convenzione urbanistica con il costruttore, una società partecipata dal gruppo Maltauro S.p.a (la stessa già al centro dell'inchiesta Expo 2015 di Milano). Altra coincidenza, tra i vertici della Maltauro vi è anche Gianfranco Simonetto, che, in vista delle europee del 2014, diede un contributo alla campagna elettorale di un noto esponente PD. Anche la Procura della Repubblica di Vicenza ha avviato un'indagine arrivando ad iscrivere nel registro degli indagati 22 persone per il reato di lottizzazione abusiva. Nel 2015, il Giudice per le indagini preliminari, su richiesta della Procura, ha disposto il sequestro di un primo lotto. Più recentemente la Procura, evidenziando illegalità diffuse, quali un ingente sbilanciamento economico in pregiudizio del Comune, profili di illeceità in ordine alle distanze dei corsi d'acqua, dei vincoli storico-architettonici e delle norme sugli appalti, ha chiesto il sequestro dell'intero complesso poiché, con la prosecuzione dei lavori si perpetuerebbe il presunto reato di lottizzazione abusiva. Il Giudice per le indagini preliminari ha ritenuto tuttavia di non dover accogliere la richiesta di sequestro, sostenendo che i presunti illeciti siano stati ormai portati a compimento. La Procura ha fatto ricorso al Tribunale del riesame, il quale la settimana scorsa ha deciso per il rigetto. Siamo curiosi di conoscere le motivazioni di tale provvedimento sperando che il caso possa arrivare davanti alla Corte di Cassazione.
Ci lascia perplessi il fatto che la richiesta della Procura di sequestrare l'intero cantiere non sia stata accolta; il Gip ha sostenuto sostanzialmente che le opere erano già state in buona parte edificate. Per analogia é come se, con la ragionevole certezza che vi sia in corso una rapina, anziché intervenire per limitare i danni, un Giudice dicesse che siccome ormai il più è fatto... possono pure finire. Anche dal punto di vista giuridico sulla questione non sembrano esserci molti dubbi: la Cassazione nel 2003 si è pronunciata a Sezioni Unite, affermando che il sequestro va disposto addirittura quand'anche le opere siano già ultimate, dal momento che l'uso degli immobili costruiti in violazione degli strumenti urbanistici aggrava e prolunga la lesione all'equilibrio urbanistico del territorio. Lo scorso Marzo alcuni cittadini esasperati, hanno manifestato all'interno dei cantieri di Borgo Berga. Sono stati denunciati dai costruttori che chiedono ora un risarcimento danni di 50 mila euro. Oltre al danno, la beffa: vengono sanzionati i cittadini che protestano, anziché inviare il conto agli amministratori del comune di Vicenza che hanno reso possibile questo scempio. Vicenza, a seguito della realizzazione di questo quartiere, rischia perfino di perdere il patrocinio dell'Unesco: sarebbe un danno incommensurabile.
Vicenza vuole rimanere una delle città più belle d'Italia. Per questo motivo pretende che si faccia chiarezza su quanto accaduto. Perché uno sciagurato atto di prepotenza come questo, non debba più ripetersi. Chi ha sbagliato deve pagare. A partire da chi ha la responsabilità politica di quest'opera, cioè le amministrazioni che si sono succedute negli anni, tanto di centro-destra che di centro-sinistra, colpevoli di aver perseguito un danno gravissimo alla città ed a tutti i suoi cittadini, per perseguire l'arricchimento di pochi.
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