No Dal Molin, blitz su scarico abusivo base lungo il Bacchiglione
Sabato 16 Giugno 2012 alle 17:02 | 0 commenti
Presidio No Dal Molin - Questa mattina oltre 50 attivisti del Presidio No Dal Molin sono tornati allo scarico abusivo posizionato lungo il Bacchiglione, già segnalato alla magistratura che su questo non ha mai proceduto contro chi ha costruito un manufatto illegale, chiudendolo e togliendo una serie di reti posizionate illegalmente lungo l'argine dalle ditte che lavorano alla base, reti che sono state ributtate dentro il cantiere, ai piedi dei due carabinieri accorsi sul luogo.
Tutto questo alla vigilia dell'apertura del processo contro oltre 30 attivisti che occuparono la Prefettura di Vicenza, sede locale del governo, il 16 gennaio 2008, nell'anniversario del via libera di Prodi al Dal Molin a stelle e strisce. Un processo paradossale, che vede sul banco degli imputati i cittadini che si sono mobilitati per difendere dagli abusi e dai disastri ambientali il proprio territorio. Un processo paradossale che vede lo Stato italiano, quello che ha imposto con la forza e la violenza la base militare Usa, quello che ha impedito la libera consultazione dei vicentini sulla condivisione della città con quest'opera dannosa e costosa, arrivare a chiedere addirittura oltre 800.000 € di "danni d'immagine", un euro per ogni cittadino della provincia di Vicenza. Questo è il modo con cui lo Stato italiano vorrebbe relegare la vicenda Dal Molin a problema di ordine pubblico, in quanto incapace di gestire politicamente l'imposizione alla comunità vicentina di quest'opera devastante. Con la falda a rischio, con tutti i problemi che la base creerà (basti pensare al traffico), a Roma l'unico pensiero è quello di tappare la bocca dei vicentini. Ancora una volta, come dimostrato dal blitz di stamattina, con la chiusura dello scarico abusivo, il messaggio minaccioso dello Stato non ha colto nel segno. C'è qualcosa di più importante dei diktat che arrivano da Roma: c'è la giustizia calpestata, la democrazia negata, c'è la dignità di una comunità che disobbedisce alle imposizioni. Lunedì saremo in tribunale, e invitiamo tutte e tutti a partecipare, dalle ore 9.00, all'udienza per dire, in maniera forte e chiara, che le lotte per la difesa del territorio, dei beni comuni, della democrazia, non si processano. Altri dovrebbero comparire sul banco degli imputati, anziché starsene tranquilli a godersi i lauti guadagni garantiti dalla costruzione della base. Questo succederebbe in un paese normale, e l'Italia di sicuro non lo è.
Presidio No Dal Molin, ista civica Vicenza Libera - No Dal Molin
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