Berlato, riserbo assoluto sulla visita in procura
Martedi 22 Gennaio 2013 alle 16:47 | 0 commenti
Due ore abbondanti da mezzodì alle due del pomeriggio per riferire al procuratore capo di Vicenza Antonino Cappelleri una serie di circostanze sulle quali è calato il riserbo più assoluto. È questa, in estrema sintesi, la cornice della visita che stamani l'eurodeputato Sergio Berlato del Pdl ha fatto agli uffici giudiziari a Borgo Berga. Una visita durante la quale è stato accompagnato dall'avvocato Renato Ellero.
Per la precisione erano le due e venti quando i due hanno lasciato a passo di carica l'atrio del palazzo di giustizia. Un secco «nessun commento» è stata l'unica dichiarazione proferita dai due che nel volgere di qualche secondo avevano già guadagnato l'uscita. Ad ogni buon conto l'atmosfera nella cittadella giudiziaria all'ex Cotorossi era rarefatta. Durante l'intera durata del colloquio a palazzo è stato un via-vai di magistrati e uomini della polizia giudiziaria. Bocche cucite, sguardi fissi sul pavimento, passi felpati, nulla è filtrato mentre la notizia rimbalzava sino ai corridoi della politica locale.
Per vero l'annuncio del passaggio in procura Berlato lo aveva dato già la settimana passata, ma che la tensione abbia già raggiunto livelli «ragguardevoli» lo testimonia la freddezza con cui Pierantonio Zanettin, candidato sartoriano di spicco Pdl per le prossime nazionali, stamani ha deciso di non menzionare la querelle politica in corso con lo stesso Berlato. Il quale aveva fatto sapere di volere chiedere lumi sull'esito di alcune precise segnalazioni che in passato il medesimo parlamentare sostiene di avere indirizzato alla magistratura berica.
Una polemica che ha così raggiunto l'apice pochi giorni fa quando sempre Berlato ha appreso che i suoi fedelissimi erano stati esclusi dai posti in lista «sicuri» in vista delle politiche di febbraio. Subito appresso l'europarlamentare aveva lanciato strali verso l'intellighenzia veneta del Pdl che ruota attorno all'ex governatore Giancarlo Galan e all'eurodeputato Lia Sartori. Pur non muovendo accuse specifiche sul piano penale Berlato aveva comunque messo sulla graticola un pezzo di quel sistema di potere già illustrato da Renzo Mazzaro nel suo libro "I padroni del Veneto"; un sistema che vede nella gestione di appalti e concessioni in tema di sanità , ristorazione ed infrastrutture consuetudini opache e poco permeabili ai controlli.
Per di più l'eurodeputato fa sapere che alle brevissime diramerà un primo dispaccio, mentre domani si attende anche un suo incontro con i media. Frattanto dal quartier generale del Pdl, di cui Berlato è coordinatore provinciale, si vocifera di uno scontro all'arma bianca con l'ala «sartoriana» in vista delle prossime politche, per le quali gli uomini di Berlato avrebbero già manifestato il loro disimpegno. Una circostanza problematica per il Pdl che ha bisogno di tutta la base per cercare di strappare nel Veneto il primo posto nella classifica dei collegi senatoriali; quelli che consentono, in ragione di ampio premio proprio su base regionale, un buon piazzamento in termini di seggi complessivi sugli scranni di palazzo Madama, il teatro in cui il Pdl gioca una fetta consistente del suo futuro (in foto la nuova cittadella giudiziaria a Borgo Berga).
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