Anche BPVi e Veneto Banca attendono l'esito dello stress test. Ma è l'economia che... stressa
Mercoledi 15 Ottobre 2014 alle 22:44 | 0 commenti
Il settore bancario vive un momento di attesa, perché ai risultati degli stress test di domenica 26 mancano pochi giorni, un appuntamento che cambierà la finanza europea nei prossimi anni. Sul fronte veneto non sono al momento noti sviluppi che riguarderanno anche la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, due dei maggiori istituti italiani e perciò sottoposti al check insieme alla primarie banche europee.
Se il presidente della Bce, Mario Draghi ha aperto oggi a Francoforte il Convegno statistico annuale dicendo, infatti, che «l'imminente avvio del Meccanismo unico di sorveglianza è un'alta sfida e una grande opportunità per migliorare le informazioni a disposizione per prendere decisioni...» con un riferimento esplicito al crac Lehman Brothers del 2008, solo l'ad del Banco Popolare, Pier Francesco Saviotti, ha dato delle indicazioni sul fronte veneto confermando che a dicembre il suo istituto chiederà «2,7 miliardi di Tltro», il finanziamento europeo a tassi super-vantaggiosi per il sostegno dell'economia reale e che la banca veronese spera che «possano essere tutti dedicati all'economia».
La contrazione dei prestiti non sembrerebbe, per Saviotti, legata all'Asset quality review (l'esame in corso presso la Bce, ndr), visto che oggi la liquidità è disponibile, ma piuttosto dalla domanda. Insomma, le banche non concederebbero prestiti perché l'economia ristagna e le imprese non vogliono fare investimenti, ma al massimo chiedono finanziamenti per pagare stipendi e tasse anche se in quel caso le banche chiudono i rubinetti. «Le banche - ha aggiunto Saviotti - sono pronte a impiegare, ma la domanda è bassa, soprattutto per gli investimenti. Se la domanda riprende ci sono i soldi per soddisfare tutti».
Da questo punto di vista preoccupano non poco i dati diffusi oggi dall'Istat: la recessione è addirittura più pesante di quel che si pensava.
In questo quadro non propriamente idilliaco oggi la Borsa di Milano, non differendo da quelle mondiali, ha registrato un crollo del 4,44% per il Ftse Mib determinato da diversi fattori: anzitutto l'orso che oramai ha contagiato i mercati mondiali dai primi di ottobre, poi il ritorno degli investitori sui mercati emergenti, il timore crescente per gli effetti del virus Ebola e il vecchio incubo dei conti della Grecia, che fanno di nuovo paura anche perché sembrerebbe che molte banche elleniche non supereranno l'esame della Bce.
Così oggi si è scatenato il panico che ha coinvolto anche le nostre maggiori banche: il Banco Popolare ha perso iil -8,09, Unicredit il -6,14%, Intesa il -5,85%...
E le banche non quotate? Mah, che stress!
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.