La sentenza di Verona: azioni "illiquide", la BPVi deve risarcire la socia. Adusbef e Codacons ci spiegano come la sentenza possa cambiare la sorte di chi non ha transato
Mercoledi 29 Marzo 2017 alle 19:30 | 1 commenti
La Banca Popolare di Vicenza dovrà risarcire una socia che aveva sottoscritto le sue azioni: questa è la sentenza di una "causa pilota" che potrebbe cambiare le sorti di chi si trovasse in condizioni analoghe e non avesse sottoscritto l'Offerta pubblica di transazione scaduta ieri 28 marzo, a cui hanno aderito 66.712 azionisti (su circa 94.000 del perimetro interessato) accettando 9 euro per ogni titolo e rinunciando al resto e ad ogni azione legale di rivalsa contro chicchessia, Banca d'Italia e Consob, forse, escluse. Con Giovanni Coviello , direttore di VicenzaPiu.Tv, nel video che qui vi proponiamo hanno raccontato e commentato la sentenza, e non solo, l'avvocato Camilla Cusumano, uno dei legali di Adusbef Verona (la causa è stata curata dalla collega Emanuela Bellini), e l'avv. Franco Conte, presidente di Codacons Veneto.
A sentenziare il 25 marzo è stato il tribunale civile di Verona e a darne notizia è stato l'Adusbef Verona, come da noi riferito il 25 marzo stesso sotto il titolo "Vittoria Adusbef contro la BPVi: giudice di Verona condanna la banca a rimborsare con gli interessi una signora che aveva acquistato 660 azioni nel 2010".Â
Il giudice Massimo Vaccari ha motivato la decisione sostanzialmente col fatto che la donna, una 68enne veronese, non era stata adeguatamente informata del rischio liquidità dalla BPVi ed era stata addirittura incoraggiata nella sua volontà di mettere i risparmi al riparo dall'insicurezza con l'induzione a credere che la non quotazione in borsa dei titoli BPVi l'avrebbe protetta dalle oscillazioni negative.
In realtà , ha stabilito il giudice, quando un'azione non è quotata per sua natura è "illiquida" e, quindi, non è poi facile venderla a prescindere dalle nuove nomaive della BCE addotte a giustificazione, respinta, dalla banca vicentina.
Ad essere risarcita è stata Bertilla Santacasa, che nel 2009 e nel 2010 aveva acquistato 660 azioni, investendo circa 40 mila euro. Nel 2014 la donna aveva chiesto di vendere le azioni ma la BPVi disse che la cosa non era possibile perché era impossibilitata a ricomprare le azioni.
A quel punto Santacasa si è rivolta ad Adusbef per Verona e nell'aprile dell'anno scorso è iniziato il processo. Lo scorso 25 marzo è arrivata la sentenza e ora Banca Popolare di Vicenza dovrà pagare 60 mila euro alla donna, cioè i soldi investiti più gli interessi, la rivalutazione e le spese legali.
Vi invitiamo pertanto a guardare il video per aver maggiori dettagli sulla vicenda e su una serie di altri fatti.
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Che paese fantastico che é l'Italia. Solo qui è nel sud America possono succedere queste cose...