Opinioni | Categorie: Politica

Balzi, Sgreva e quegli "amici" nel Pat

Di Alessio Mannino Martedi 8 Dicembre 2009 alle 18:51 | 0 commenti

Riceviamo da Luca Balzi 

 

Vicenza vista da Google MapsSono convinto che non avremo, nel corso del nostro mandato, un'occasione più solenne e impegnata di questa per dar conto ai nostri elettori delle nostre intenzioni a riguardo dello sviluppo della Città.
Preparare e approvare il P.A.T., infatti, significa identificare, in linea di massima, le direttrici lungo le quali i cittadini, le forze sociali ed economiche, le Istituzioni che a vario livello li rappresentano dovranno incamminarsi per fare in modo che il territorio e il suo rispettoso utilizzo siano funzionali a una qualità della vita sempre più alta. Nel rispetto degli interessi, ma senza che gli interessi mettano in secondo piano il bene comune.
Va dato atto alla Giunta di aver fatto fino in fondo il proprio dovere. Il lavoro che ci presenta è complesso e ricco. Estremamente ricco.

Tanto da aver ingenerato in qualcuno il sospetto di una gestione del lavoro, per così dire, "extra moenia". L'assessore e il Sindaco ci assicurano che tutto il lavoro è stato fatto dai nostri uffici comunali. Per parte mia, fino a prova del contrario, io mi fido e, fidandomi, do atto ai nostri funzionari, con molto piacere, che essi dimostrano uno straordinario livello di preparazione e di buona volontà. Il che ci è di conforto per le tappe successive del nostro lavoro.
Lo strumento urbanistico che è al nostro esame per l'approvazione è, nella sostanza, la traduzione, per quanto riguarda Vicenza, delle indicazioni contenute nell'articolo 13 della Legge regionale 11/2004 della Regione Veneto.

Ecco, forse io avrei preferito una organizzazione del lavoro che rispondesse più linearmente e schematicamente ai singoli punti, in modo che i cittadini potessero più facilmente comprendere, argomento per argomento, le nostre scelte. So, però, che pochi, tra i Comuni che hanno deliberato, si sono attenuti a questo criterio, per cui me ne faccio una ragione.
Semmai va detto che forse il Piano al nostro esame è andato addirittura oltre il dettato dell'art. 13 e già si inoltra sul terreno del Piano degli Interventi che a esso logicamente, politicamente e amministrativamente succede. E' un bene, è un male? Certo, l'aver inserito nel Pat anche degli accordi rende le nostre intenzioni più chiare, la nostra scelta ancor più impegnativa, comunica alla Città un programma più cogente e quindi più attendibile.
In un certo modo, noi ci leghiamo le mani, sottraendoci nello stesso tempo, però, a pressioni che è più difficile contenere, cui è più difficile resistere quando esse si presentano giorno per giorno, problema per problema.
Certo, la cosa può dispiacere a taluni che erano abituati a salire le scale di questo Municipio per avere un occhio di riguardo. E assai spesso, ahinoi, lo ebbero. E il risultato dei troppi riguardi ottenuti sta in orrori di una architettura di stampo rumeno (Romania di Ceausescu, ben inteso) che deturpano alcune zone di questa Città. Gli impegni che questo Pat assume dovrebbero evitarci alcune di queste "visite", quasi sempre sgradevoli se l'interlocutore cercato non è stato preventivamente addomesticato.
Del pari, però, dobbiamo evitare che si abbia l'impressione di un avvicendarsi di "sponde" privilegiate. Qualcuno, malevolo, questa impressione ce l'ha e la manifesta. A qualche altro dà fastidio il cambio di sponda, assai più che il fatto che ci sia una sponda.
Se devo essere sincero fino in fondo, devo dire che quelli che giudicano in buona fede e senza preconcetti qualche ragione, per avere dei dubbi, possono trovarla. E a volte succede che quando, in auto, si è costretti a sterzare per riportarsi in carreggiata, sulla linea di mezzeria, qualcuno interpreti la manovra come un tentativo di cambiare strada.
A noi non deve capitare. Da noi i cittadini hanno il diritto di aspettarsi che lavoriamo per la Città, non per chiunque la Città la voglia usare. E non vale neanche l'osservazione, avanzata da qualcuno, secondo cui, cambiassimo anche strada, ci vorrebbero anni per andare in pari.
I cittadini di Vicenza, votando per un'Amministrazione di centro sinistra, hanno fatto una scelta inaspettata. Del pari inaspettata deve essere la nostra capacità di dedicarci esclusivamente al bene comune, usando gli interessi senza lasciarci usare dagli interessi. Per dimostrarlo abbiamo gli anni avvenire del nostro mandato. Dalle voci che circolano, avremo forse anche la condizione favorevole di una stampa davvero indipendente, in grado di dare alle notizie e alle iniziative il giusto peso che hanno, una stampa di cui non dovremo leggere tra le righe le intenzioni e le ricadute, ma solo la corrispondenza tra quanto è avvenuto e quanto è scritto.
Poiché sono convinto che la Giunta non abbia cambiato strada, ma solo scelto la linea diritta del bene comune, capace di mettere, per quanto possibile, tutti i cittadini nella stessa posizione, con uguali diritti e uguali doveri, tenendo pure conto delle necessità e delle potenzialità, io do convintamente il mio voto favorevole.
E assicuro tutto il mio impegno e la mia attenzione affinché possiamo in ogni momento rassicurare i cittadini che noi ci muoviamo esclusivamente nel loro interesse, che è nient'altro che il bene di questa nostra Città.

Luca Balzi
consigliere comunale Partito Democratico


Luca Balzi, ex segretario cittadino dei Democratici di Sinistra, oggi punta moderata del Pd vicentino in consiglio comunale, tira il sasso e nasconde la mano. O per meglio dire, dice che sì, un vago sentore di favoritismo verso certi potentati c'è, nel Pat in questi giorni in discussione; ma lui "si fida", e confida che la giunta Variati penserà al bene comune e non a quello di alcuni privati.
Ora, cerchiamo di stare ai fatti e di tirarne le conseguenze. Fino ad oggi si sa che la più grande operazione immobiliare concordata dal centrosinistra vede un gruppo capeggiato dalla Maltauro come futuro titolare di un nuovo stadio a Vicenza Est, che da solo si mangerà quasi la metà di tutta la superficie agricola ancora utilizzabile in città. L'accordo ha condizioni-capestro che rendono l'idea di quanto la maggioranza si sia legata le mani da sé, e danno la misura di quanto essa abbia trovato in alcuni imprenditori (oltre al colosso Maltauro, Paolo Caoduro, Mario Cestaro e la Unicomm, ecc) quella che Balzi chiama una "sponda". Non serve difendersi sostenendo che nelle altre intese ci sono nomi diversi, fra i quali spiccano quelli della Banca Popolare di Vicenza (che amplierà i propri uffici nell'ex parking Europa) e della Beltrame (che sfrutterà una porzione dell'ex Pp5 in corso San Felice per farci un po' di tutto: case, uffici, negozi, ecc). Ciò che conta sottolineare sono piuttosto i nomi che non compaiono. E cioè soprattutto uno: Gaetano Ingui (Cosim-Incos), asso pigliatutto nel decennio di centrodestra. Finora, il costruttore alleato di ferro degli Amenduni (Acciaierie Valbruna) è rimasto a secco. Chiaro segnale di distanza rispetto al vecchio assetto di potere che issava questi ultimi sul trono quando avevano in pugno Assindustria, il Giornale di Vicenza, la Camera di Commercio, la Provincia e il Comune. Oggi, perduto tutto ciò, sono nella polvere, benché non domi e anzi strepitanti di rabbia (come dimostra la minaccia di causa milionaria di Michele Amenduni contro il presidente confindustriale Roberto Zuccato, che ha messo alla porta lui e Ingui dal cda del quotidiano di via Fermi).
Ecco, Balzi tutto questo lo sa bene, e a suo modo lo dice chiaramente in questo intervento. E allora perché vota a favore? La risposta è scontata: perché altrimenti sarebbe fuori dalla maggioranza un minuto dopo. Tutto sommato, lui, che è del Pd, possiamo anche capirlo: ok tirare la corda, ma non fino a spezzarla e restarvi impiccato. Ovvero isolato com'è ora, per esempio, l'ultramoderato Ubaldo Alifuoco. Chi invece non capiremo né giustificheremo nel caso desse voto favorevole è Silvano Sgreva, consigliere dell'Italia dei Valori eletto nella lista civica del sindaco. Il suo partito ha fatto sapere con un comunicato politicamente pesante di non gradire per niente le preferenze della giunta verso Maltauro&co. Ergo, Sgreva dovrebbe votare contro. Tra l'altro, se lo facesse ritaglierebbe per sé e per l'IdV uno spazio politico notevole, dando fiato alla disillusione che dopo un anno e mezzo di governo il centrosinistra di Variati ha provocato in molti che l'hanno votato.

Alessio Mannino

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Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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