Balzi, o del coraggio del kamikaze
Giovedi 27 Maggio 2010 alle 18:00 | 0 commenti
Oggi Luca Balzi in conferenza stampa ha spiegato le sue ragioni e il suo percorso dopo "l'espulsione" dal Partito Democratico. Pubblichiamo di seguito l'opinione al riguardo del nostro Alessio Mannino, presente in Conferenza, la lettera inviata da Balzi a Sindaco e Capogruppo, mentre abbiamo già riportato il 'messaggio di solidarietà ' di Luca Zaia.Â
di Alessio Mannino
Alla fine ce l'ha fatta: si è fatto espellere. Luca Balzi è stato cacciato dal Partito Democratico per aver «creato sconcerto da parte degli iscritti e militanti del Pd e arrecato un danno all'immagine del partito durante una difficile e importante competizione elettorale». Tradotto dalla nota ufficiale della commissione di garanzia, significa che è colpevole di aver dichiarato pubblicamente di votare come nuovo governatore regionale il candidato della Lega, Luca Zaia, invece di Bepi Bortolussi (uno che, ha ricordato il reprobo nella conferenza stampa di replica, «aveva detto che se si fosse ricandidato Galan sarebbe andato con lui», e come dargli torto?).
Se a questo aggiungete il rifiuto, sempre spiattellato davanti all'opinione pubblica, di dare il suo sì al bilancio comunale perché condizionato da quello di un'Aim gestita dal detestato Fazioli («se ne deve andare», ha ribadito richiamando i discussi risultati del manager emiliano nel Comune di San Giuliano Milanese), l'opera di autoesclusione di Balzi dal partito è completa.
Una scelta che, se vista dalla prospettiva di un politico (che purtroppo, oggigiorno, deve fare i conti con gli obblighi d'ipocrisia dettati dalle ragioni di bandiera), sembra francamente autolesionista. Difatti, nonostante l'occhialuto e gesticolante consigliere comunale accusi il Pd di trattare i dissenzienti «in perfetto stile stalinista», adesso non può ragionevolmente credere a ciò che dice quando afferma che è stato «un fulmine a ciel sereno». E non tanto perché è più d'un mese che la sua espulsione era nell'aria, o perché nello statuto non sono previste sanzioni per infrazioni d'opinione. Quanto perché, dal punto di vista della linea ufficiale di un partito, tifare apertamente per il capofila di quello avversario («sottoscrivo gli orientamenti programmatici di Zaia dalla prima all'ultima parola») e negare il proprio assenso ad un momento fondamentale per la propria amministrazione come il bilancio, significa oggettivamente mettersi fuori da sè.
Nella sostanza, tuttavia, Balzi è dalla parte della ragione. Bortolussi era effettivamente la copia appena più politically correct del suo antagonista padano. Le ombre su Fazioli non si diradano con la puerile scusa che qui a Vicenza, finora, danni da attribuirgli non ne sono stati comprovati. Ed il Pd veneto guidato dalla bersaniana Rosanna Filippin ha fatto davvero cascare le braccia a chi, nel campo del centrosinistra, avrebbe desiderato uno spettacolo più serio di un partito che tira fuori dal cappello un candidato all'ultimo secondo utile lasciandolo solo in campagna elettorale, e in generale privo di una personalità politica che non consista nel rincorrere e girare la minestra già precotta dal centrodestra. Nei prossimi sei mesi «sabbatici» che intende ritagliarsi per «valutare eventuali proposte da tutti i partiti» (eccetto il Pd, si capisce, e in pole position c'è il Carroccio, che di già , tramite un comunicato firmato da Zaia, gli fa l'occhiolino), ci auguriamo che il neo-cane sciolto Balzi rifletta sulla lezione da trarre dalla sua vicenda. Che secondo noi è questa: il sistema dei partiti, come soggetti differenziati sulla base di valori e pensieri alternativi uno all'altro, è diventato una barzelletta per creduloni. Resistono come apparati («bande», li chiama appropriatamente Balzi), sempre meno in mezzo al popolo e sempre più ostaggio di logiche autoreferenziali, clientelari, di potere. Vedersi negata la tessera da una mafia di tessera qual è un partito, dovrebbe allora inorgoglire chi ne è vittima, come fosse una medaglia. Nel 1914, quando Benito Mussolini venne messo alla porta dal Partito Socialista per la sua svolta interventista, il direttore della mitica e libertaria Voce, Giuseppe Prezzolini, gli scrisse un telegramma che diceva: "Partito Socialista ti espelle, Italia ti accoglie". Magari farà sorridere qualcuno (e incazzare lui), ma noi a Balzi oggi diciamo: "Partito Democratico ti espelle, Vicenza (degli spiriti liberi e senza casa) ti accoglie".
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.