Baita, la cena da 150 mila euro e quella lite tra Galan e Destro a casa Zonin
Giovedi 18 Agosto 2016 alle 09:55 | 0 commenti
di Marco Bonet, da Il Corriere del Veneto
Tutti a cena da Giancarlo Galan. Ma Piergiorgio Baita non è tra gli invitati. E si preoccupa. «Perché?», chiede al telefono a Romeo Chiarotto. Il patron della Mantovani a Villa Rodella ci sarà e con lui buona parte del gotha industriale del Veneto. Perché Baita (e Mazzacurati) invece no? Siamo nel dicembre del 2011, il governo Berlusconi è caduto un mese prima e l'ex presidente della Regione, che in quel governo sedeva come ministro della Cultura, «è disoccupato» sibila Baita a Mazzacurati. «Hai notizie della cena di ieri sera?» chiede Baita a Claudia Minutillo, l'ex segretaria di Galan assurta proprio con Baita a nuova vita come imprenditrice nel campo delle infrastrutture: «No». «Galan mi ha chiamato due volte, erano le 22, ma io non gli ho risposto» sbotta Baita che poi chiede a Minutillo di informarsi se a Villa Rodella ci fossero il presidente di Save Enrico Marchi e l'ex presidente della Provincia di Padova (ora sottosegretario all'Ambiente) Barbara Degani.
La curiosità è forte e Baita telefona pure a Franco Miracco, ex portavoce di Galan: «Tu sei andato?». Miracco gli risponde che è felice che mancasse perché nel corso della cena sono stati gentilmente chiesti ai commensali 150 mila euro (ciascuno) come quota associativa alla fondazione che Galan pensava di creare in vista del rilancio in politica e nell'attesa di capire che ne sarebbe stato di Berlusconi e Forza Italia. L'ufficio della lobby del Veneto a Roma. «Sei stato fortunato» sorride un giornalista e Baita in effetti pare quasi rinfrancato, dice che l'episodio gli è stato raccontato da un imprenditore rimasto «piuttosto scioccato». Non ne fa il nome ma usa una perifrasi abbastanza chiara: si tratta di un importante imprenditore vicentino del settore tessile, quello delle «Sorelle» (Ramonda?, ndr). In altre conversazioni, ironizzando sui «42 fortunati», cita anche Gemmo e un non meglio precisato «Stefanello». Il giorno successivo si fa sentire Galan e, forse per riappacificarsi, dice a Baita di aver bisogno di stare un po' di tempo con lui. Baita declina: il mancato invito ancora lo infastidisce. Minutillo gli riferisce la preoccupazione di Galan («Mi ha chiesto: ma Giorgio è arrabbiato con me? e io faccio: assolutamente no! vedrai che ti richiama... ha la coda di paglia grande come una casa»). Lui si rabbonisce: «Non sono arrabbiato, veramente, io penso che Giancarlo ne sappia la metà di quello che sta facendo questa» e cioè la moglie Sandra che, secondo Baita e Minutillo, sarebbe la vera ispiratrice della fondazione insieme alla moglie di Marchi. «Sanno che tu non sei gestibile» sentenzia Minutillo. La fondazione di Galan, spiega ancora Baita, sarebbe nata in contrapposizione a quella dell'ex sindaco di Padova Giustina Destro, deputata «malpancista» che fu tra i responsabili della caduta del governo Berlusconi. Racconta Baita che quest'ultima fu addirittura aggredita da Galan durante una cena a casa dell'ex presidente della Popolare di Vicenza Gianni Zonin: «La cosa è sempre stata tenuta su un livello semi scherzoso, finché una sera a cena da Gianni Zonin con un po' di gente dove c'erano Giancarlo, Giustina ed altri... Giancarlo ad un certo punto fuori dallo scherzo... ha detto: vedete, se adesso sono disoccupato è colpa di quella là !».
Accedi per inserire un commento
Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.