Ex Zambon e la bonifica che non c'è ancora: dal 1999 su denuncia di Enrico Hüllweck scoppia il bubbone monoclorobenzene
Giovedi 12 Luglio 2018 alle 04:35 | 0 commenti
"Dicevano: fase finale bonifica Zambon dovrà scattare nel 2008. Ora siamo nel 2018, Dalla Pozza illustra lavori e... porta a casa i faldoni": così titolavamo la prima parte della ricostruzione della finora mancata bonifica dell'area ex Zambon che si arrestava all'agosto 1999 quando il sindaco Enrico Hüllweck invia gli incartamenti alla Procura di Vicenza dicendo (8 agosto 1999) "sono intervenuto in prima persona con l'esposto in Procura, perché ritengo che questa bomba ecologica è forse frutto di troppe coscienze addormentate per quanto riguarda il rispetto della salute pubblica" (nella foto un cartello comunale con una delle fasi preliminari della bonifica).
Se uno dei pochi interventi operativi di informazione fu quello di Valerio Sorrentino suo Vice Sindaco, a rileggere oggi le dichiarazioni dei soggetti competenti, viene da chiedersi: come mai dal 1997 ad oggi, dopo una serie di verifiche, analisi, contro analisi, perizie, carotaggi ed altro, siamo al punto di partenza?
Il monoclorobenzene è una sostanza tossica. Ma non cancerogena, dicono alcuni ricercatori. I biologi registrano in qualche caso “positività in test di mutagenesiâ€. Se una persona la ingerisce, non corre grossi pericoli, ma può avere come conseguenza: nausea, vomito, depressione, perdita della memoria, irritazioni cutanee, agli occhi, alle vie respiratorie, effetti narcotici. Per fortuna (dicono) non è una sostanza cancerogena.
Se l’area viene bonificata dicono gli esperti, bisogna intervenire con prudenza perché c’è il rischio di propagare questa sostanza anziché contenerla. Gli effetti della sostanza tossica sono:
per ingestione | Irritazione delle vie digerenti, bruciori, vomito, diarrea. |
Per inalazione | Irritazione delle vie respiratorie, tosse, cefalea, debolezza, torpore, possibile perdita di memoria, alterazione del ritmo sonno-sveglia. |
Per contatto | Azione irritante locale senza altri sintomi. |
“Problemi per i residenti? Non ce ne dovrebbero essere, il terreno è contaminato, ma non ci sono state esalazioni che hanno interessato l’atmosfera. L’area è avvelenata per metri, sotto. Farà fatica a crescerci l’erba, neppure un prato possiamo farci. Per il Comune danni enormi.â€: questo aggiungeva il Sindaco l’8 agosto 1999.
La bonifica si presenta particolarmente ardua non ci sono in Italia discariche disponibili ad accettare il materiale con tali limiti di concentrazione: nel marzo 1997 i tecnici della procura riscontravano una concentrazione di clorobenzene di 12 mg / Kg (milligrammi per chilo) quando il decreto Ronchi prevede per il monoclorobenzene un massimo di 0,5 mg/kg per aree residenziali e 50 di massimo per le aree commerciali o industriali. Esperti svizzeri, consultati su ipotesi di bonifica della ex Zambon, hanno alzato le mani in segno di resa suggerendo la cementificazione del tutto, per evitare esalazioni.
Maggio 1999 Eppure in quel deserto dei Tartari, in mezzo alla terra avvelenata molte volte oltre i limiti, topi, colombi, macchinari in degrado, prodotti chimici in decomposizione, ci lavorano una trentina di dipendenti comunali negli uffici oggetti smarriti, il magazzino, l’autorimessa, magazzini segnaletica e altro.
E’ necessario spostare i dipendenti in altro luogo sentito il parere della Ulss.
Intanto la Magistratura dopo l’esposto del sindaco, ha avviato accertamenti, anche perché non si sa quali provvedimenti adottare per uscire da una nebbia che risale alla seconda metà degli anni 60.
Le ipotesi di bonifica, tutte da verificare, sono:
1-Â Â Â conferimento della terra ad un inceneritore;
2-Â Â Â lavaggio della terra;
3-Â Â Â aerazione del suolo;
4-Â Â Â messa in sicurezza
5 settembre 1999. Prende posizione la diocesi.
“Quando si affronta un tema del genere ci sono solitamente due tendenze: una che grida allo scandalo e una che minimizza". Per alcuni è una “bomba ecologicaâ€, di inquinamento delle falde acquifere e dell’ambiente vitale circostante. Chi minimizza, assicura che l’inquinamento c’è (ma non si vede P.L.) ma non ha riflessi sulla qualità della vita dei cittadini. Neppure le falde acquifere sarebbero compromesse: controlli periodici lo confermerebbero. Con questi pensieri, il cittadino è indifeso. Qual è la verità ? Del problema si parla da anni e non si fa nulla per risolverlo. E’ certo che è stata rilevata presenza di cloruro di benzene, usato come diluente dalla Zambon e assieme al benzene ci sono tracce di sostanze “sospetteâ€. L’Ater ha sospeso il progetto per non costruire in quell’area. Le operazioni di bonifica costano? Intanto stanno nascendo palazzi e condomini in un’area abbandonata, residuato industriale. Forse una bomba ecologica.â€
Ma passano altri anni senza provvedimenti.
Fine seconda parte.
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