Appello alla regione di Cgil, Cisl, Uil e dei sindacati dei pensionati per il dialogo sulla nuova legge per le IPAB
Lunedi 23 Ottobre 2017 alle 19:08 | 1 commenti
CGIL CISL e UIL e i sindacati dei pensionati vicentini fanno un appello alla politica regionale affinché si possa arrivare quanto prima ad una nuova legge regionale per la gestione e riforma delle IPAB. La nuova normativa è urgentissima, perché la popolazione continua a invecchiare e sarebbe irresponsabile non affrontare questa materia a livello legislativo regionale visto che la competenza è ad oggi della regione del Veneto. I sindacati chiedono che la gestione rimanga sempre e comunque pubblica e che vengano fatti seri controlli sugli appalti a cooperative e ditte private dei servizi (qui le strutture per anziani nella provincia di Vicenza).
Ad illustrare l'iniziativa oggi Gino Ferraresso (dipartimento Stato Sociale CGIL) con Igino Canale (segr gen SPI Cgil), Renato Riva (Cisl) con Vittorino Deganello (FNP Cisl) e Claudio Scambi (Uil) con Roberto Merlo (Uilp Uil).
Proposte per migliorare il servizio nelle strutture residenziali pubbliche per anziani esistenti nel territorio vicentino
Nelle more della definizione della Legge Regionale sul nuovo assetto giuridico degli Istituti Pubblici di Assistenza e Beneficienza (Ipab), Cgil Cisl Uil di Vicenza Confederazioni, Categorie dei Pensionati e Categorie che operano all'interno delle strutture residenziali per anziani, ritengono necessario ed urgente intervenire formulando alcune proposte partendo dai seguenti punti fondamentali:
⎫ La trasformazione delle IPAB in centri servizio nel sistema socio-sanitario veneto;
⎫ Il Governo pubblico dei centri servizio (Aziende pubbliche di servizio alla persona) e il sistema di finanziamento;
⎫ Il bilanciamento nei poteri di gestione/controllo e partecipazione;
⎫ La salvaguardia dei diritti dei lavoratori e dell'occupazione.
Il territorio vicentino può rappresentare un laboratorio di buone pratiche solo se i singoli attori, strutture, Comuni, Ulss, privato sociale e organizzazioni sindacali sapranno mettersi attorno a un tavolo con l'obiettivo comune di dare prima di tutto una risposta ai bisogni della popolazione anziana, a partire da quella più indifesa e in difficoltà .
Siamo convinti che la residenzialità dovrebbe essere una opportunità che si offre all'anziano e alla famiglia di riferimento, solo nel momento in cui si accerti l'impossibilità , sotto l'aspetto sanitario o socio-sanitario, di mantenere la persona nel proprio habitat naturale.
La necessità di contenere i costi sta portando il sistema a concentrarsi quasi esclusivamente sui costi del personale, portando anche a esternalizzazioni "selvagge" (v. gare di appalto e/o affidamenti di servizi che privilegiano l'aspetto economico rispetto all'aspetto quantitativo o all'avvio di procedure per la trasformazione in fondazioni.
Quando si tratta di servizi come quelli che vengono erogati da questi enti, è importante ricordare che sono le persone e le condizioni in cui operano a fare la differenza.
È prassi diffusa oggi cercare il contratto di lavoro sempre più conveniente dal punto di vista economico e, quando questo non è sufficiente, si trovano forme sostitutive come il contratto di "volontariato" che in realtà è molto più vicino a un nuovo modello di schiavitù che a un contratto di lavoro.
Il territorio vicentino è ricco di strutture residenziali: ben 72, distribuite abbastanza uniformemente nel territorio provinciale (37 nell'Ulss n. 7 e 35 nell'Ulss n. 8). Di queste 38 sono pubbliche (di cui 28 Ipab) e 34 private.
Il grande patrimonio di strutture residenziali e posti letto pubblici va salvaguardato, a nostro parere, attraverso le seguenti azioni:
A. Ripensare l'attività delle Ipab, integrandola con quella erogata da altre istituzioni (Comuni e Ulss); pensiamo ad esempio che i Centri possano erogare prestazioni a carattere domiciliare, fungere da ricoveri di sollievo per esigenze temporanee, gestire in collaborazione con Comuni e ULSS strutture intermedie tipo residenze protette, fungere da punto di riferimento rivolto al territorio anche per talune prestazioni a carattere sanitario (punti prelievo, riabilitazione, aggregazione dei medici di medicina generale e altro ancora). Parliamo di vere cittadelle di servizi pubblici socio sanitari, necessarie oggi, indispensabili domani per un sistema integrato tra residenzialità /semi-residenzialità e domiciliarità , attribuendo ai Comuni e alle ULSS una funzione diretta sia di programmazione che di controllo. Questa integrazione nei servizi favorirebbe tra l'altro la loro gestione diretta, riducendo così il ricorso alle esternalizzazioni nell'ambito di alcuni servizi sociali gestiti dai Comuni (pensiamo ad esempio all'assistenza domiciliare);
B. Avviare un processo di aggregazione delle strutture pubbliche, attraverso una gestione, a livello di A.U.LSS, di gare di appalto, affidamenti di servizi vari e di alcuni servizi amministrativi economicamente non vantaggiosi se gestiti in ambito di singola struttura (accentramento professionalità altamente qualificate, gestione del personale, controlli, ecc.). Tale processo deve avere come primario obiettivo quello creare le condizioni condivise per la fusione delle Ipab di minori dimensioni;
C. Monitorare con attenzione gli appalti, che rischiano di pregiudicare pesantemente quantità e qualità dei servizi oltre che l'occupazione e i diritti dei lavoratori;
D. Garantire alle Ipab un adeguato sistema di agevolazioni rispetto alle imposte comunali;
E. Attivare la pubblicazione nei siti dell'Ulss delle caratteristiche delle strutture e delle rette applicate, al fine di garantire all'utente una scelta consapevole e trasparente;
F. Assicurare, nella composizione del Comitato degli Ospiti, la rappresentanza del volontariato e delle OO.SS.
Siamo convinti che molte delle azioni proposte si possano tramutare in una razionalizzazione dei costi e che i risparmi così possano essere in parte riutilizzati per contenere le rette e valorizzare i servizi.
Per questo Cgil Cisl Uil della Provincia di Vicenza intendono attivare, sin da subito, un ampio confronto con le Strutture Residenziali, i Comuni, le Aziende Ulss, le Associazioni di rappresentanza degli utenti, le forze sociali e politiche, al fine di garantire una prospettiva stabile per il futuro delle strutture, dei lavoratori e degli ospiti.
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