Anche Veneto Stato in piazza per il Giorno del Ricordo
Lunedi 11 Febbraio 2013 alle 18:55 | 1 commenti
Veneto Stato - Erano un centinaio gli aderenti a Veneto Stato di Vicenza che ieri sera (domenica 10 febbraio 2013) si sono trovati in piazza Castello con le torce per commemorare la morte di migliaia di veneto-giuliani morti nelle foibe carsiche tra il 1943 e il 1945. L'iniziativa è iniziata con una comunicazione del segretario provinciale vicentino Ruggero Zigliotto: "Oggi si celebra la Giornata del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe. Tra l'ottobre del 1943 e il maggio del 1945 migliaia di istriani il cui numero ancora oggi è incerto, furono uccisi dai partigiani di Tito".
"Catturati nei luoghi di lavori e nelle loro case, vennero imprigionati e poi gettati vivi nelle cavità carsiche, chiamate foibe. Di fatto il genocidio di un popolo a cui precedentemente era stata tolta l'identità culturale dall'Italia prima monarchica e poi fascista nel nome di una unità che ancora oggi noi di veneto stato non riconosciamo. Ignorati e addirittura offesi per anni da questa Italia, oggi la retorica nazionalista se ne appropria definendo questi martiri come italiani. Questa fiaccolata servirà ricordare che in realtà erano veneti-istriani. lo ricordano bene i figli di quei profughi costretti a ritornare in una patria matrigna che in realtà non li voleva e che li riconobbe come suoi figli solo dopo molti anni.
Cacciati dalla loro terra come italiani fascisti e rifiutati dai comunisti dello Stato italiano. Queste ideologie e un concetto falso di nazione hanno usato il loro olocausto per scopi propagandistici che noi di Veneto Stato siamo qui oggi a denunciare. Ora partiremo in silenzio dopo aver acceso le fiaccole e arriveremo sotto le colonne marciane di piazza dei Signori dove si svolgerà un intervento del candidato a sindaco Davide Lovat. Faccio appello al senso di civiltà di cui noi veneti siamo portatori.
VIVA SAL MARCO"
La fiaccolata si è sviluppata tra piazza Castello, contrà Vescovado, piazza Duomo, Contrà Garibaldi, piazzetta Palladio e infime arrivo alle colonne marciane in piazza dei Signori. Alla fine della manifestazione, prima dello spegnimento delle fiaccole è intervenuto il candidato a Sindaco di Veneto Stato, Davide Lovat che ha riassunto i contenuti dell'intervento che segue: "A Torino è stata profanata una lapide dei Martiri delle Foibe, come probabile risposta a una profanazione di pochi giorni fa su lapidi dedicate agli ebrei. Continua pertanto lo sporco e stupido scontro tra perditempo che giocano a fare i fascisti e i comunisti, fuori dal tempo e dalla Storia. I Martiri delle Foibe non erano altro che poveri cittadini veneti orientali, gente comune dell'Istria che storicamente da sempre fu parte della nazione veneta e solo in quell'ultimo periodo si trovò legata al destino del Regno d'Italia. Furono massacrati dai comunisti titini, costretti ad abbandonare chiese, case e terra degli avi e furono, tra i veneti, i primi a subire l'indifferenza degli italiani. Osteggiati dai comunisti che li chiamavano fascisti, massacrati per colpa dei fascisti che portarono l'Italia in guerra, ignorati e venduti dai democristiani per ragioni di realpolitik nella fase iniziale della Guerra Fredda, essi dovettero andare esuli e raminghi per il mondo in cerca di un posto dove vivere, nell'oblio ipocrita degli italiani. Ma non da quello dei loro fratelli veneti, che sentono tuttora come uno stupro etnico quel dramma che ci ha feriti tutti, essendo un istriano veneto quanto un giuliano, un trevisano, un vicentino o un bellunese, o qualunque altro veneto. Ora che anche noi veneti occidentali abbiamo capito che per gli italiani noi veneti siamo solo carne da macello in guerra e bestie da soma in tempo di pace, oppure vacche da mungere fino all'ultima energia, vogliamo restituire una Patria libera a tutto il popolo veneto e anche per questo sfileremo domenica sera, con una fiaccolata silenziosa, fino ai simboli storici della nostra nazione in piazza dei Signori: le colonne col Cristo Redentore e col Leone alato dell'evangelista S. Marco, nostro protettore".
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