Ambiente e verde urbano: basta segare... le risorse!
Venerdi 16 Marzo 2012 alle 10:25 | 0 commenti
Da VicenzaPiù n. 230, a cura di Anna Maria Bellesia
Continua l'abbattimento del verde urbano. In marzo è toccato a 16 i pioppi neri di viale Battaglione Val Leogra, piante alte 20 metri, di almeno 50 anni. Recentemente anche al campo di atletica di via Rosmini sono state abbattute circa 40 piante, stessa età e volume. Altri 6 platani eccelsi sono segnati per la stessa fine. La risposta del Comune è sempre la stessa: piante divenute pericolose, ammalate, che hanno comunque esaurito il proprio ciclo vitale.
Va ricordato però che le piante diventano pericolose quando sono lasciate nell'incuria (colpevole) per anni. Le piante inoltre, come tutti gli esseri viventi, si possono curare prima di sopprimerle.
Il problema è che la cura del verde urbano ha i suoi costi. Nel mondo inquinato in cui viviamo, diventa tuttavia una priorità ineludibile trovare le risorse.
Pareva, all'inizio, che questa Amministrazione fosse consapevole della priorità ambientale. Tutti ricordano il "Voglio una città più verde" proclamato dal sindaco Variati in campagna elettorale. Tutti ricordano la frase ripetuta più volte dall'assessore Tosetto, quando fino al 2010 ha avuto in mano questa delega: "L'albero in città è un elemento essenziale alla qualità del vivere urbano, non solo per la produzione di ossigeno, ma anche per la funzione, tra le altre, di trattenimento delle polveri e di ombreggiamento".
Poi la materia è passata in carico all'assessore Dalla Pozza, e da allora si sono ripetute continuamente le dichiarazioni di disarmo e di impotenza riportate dalla stampa locale, del tipo "Non ci sono soldi e quindi non possiamo intervenire", tanto sulla questione alberi, quanto su altre tematiche ambientali.
In maniera inversamente proporzionale, sono cresciuti invece gli interventi spontanei di tanti cittadini, rimasti senza ascolto. Lettera morta anche le interrogazioni presentate dai consiglieri comunali Guaiti e Sgreva, con la richiesta di rendere noti la programmazione predisposta, la mappatura degli alberi e soprattutto il piano di ri-alberazione.
Mettiamo pure che una pianta dopo 50-60 anni abbia "esaurito il ciclo vitale", sia malata e kaput. Deve però essere sostituita. E l'Amministrazione dovrebbe sentirsi in obbligo di comunicare ai cittadini come intende procedere, i criteri e le finalità della scelta. Naturalmente una pianta eccelsa di 20-30 metri non può essere sostituita con un alberello che cresce pochi metri, come quei miserelli che vediamo in giro, scelti proprio perché non crescono, non radicano, e sopravvivono striminziti senza necessità di costose potature. Il rapporto di uno abbattuto con uno sostituito sarebbe in tal caso un depauperamento arboreo truffaldino. Un platano, ad esempio, va sostituito con piante che nel giro di qualche anno producano un volume di verde equivalente.
Una trasparente comunicazione col cittadino richiede chiarezza e precisione: piante abbattute (luogo, tipo, numero), sostituzioni (idem), nuove piantagioni, manutenzione ordinaria, interventi di potatura, finanziamenti. Invece l'assessore Dalla Pozza, in particolare sulle sostituzioni, ha fornito risposte vaghe, e talvolta perfino inquietanti, quando accenna a future "riqualificazioni" la cui parola stessa, da Campo Marzo in poi (la madre di tutte le riqualificazioni) ci ha abituati a non far conto su nulla di buono. Riguardo alla via (ormai ex viale) Battaglione Val Leogra l'assessore manifesta l'"intenzione" di riqualificare il filare di piante. Quanto al campo di atletica Perraro, stessa musica: "servirà un progetto di risistemazione complessivo, ma ci vorranno soldi e tempo". Intanto, nell'attesa di "riqualificazioni complessive", ci teniamo il vuoto. Il bilancio del verde è in rosso. E il "Piano" ancora non s'è visto.
Arrampicarsi sugli specchi non serve a far credere qualcosa di diverso da quello che è sotto gli occhi di tutti. Considerare strumentali le critiche è un tentativo di difesa ancora più infelice. Bisogna piuttosto capire che i cittadini sono autenticamente indignati, perché ne va della loro vita e salute.
C'è una sola soluzione possibile: più risorse per l'ambiente e il verde urbano. Sappiamo bene che di questi tempi la coperta è troppo corta. Ragione di più per destinare con equilibrio le risorse a disposizione ai vari settori, secondo un criterio di priorità e utilità . Ridurre l'inquinamento, intervenire sui fattori inquinanti e curare il verde sono una priorità connessa col fondamentale diritto alla salute.
Pare invece che prevalga tuttora la vecchia mentalità che l'ambiente non rende. Durante il tour delle 16 assemblee di quartiere, s'è visto chiaramente. Fra i vari dati proiettati in diapositiva, abbiamo letto che in questi anni all'ambiente sono stati destinati 2.500.000 euro, mentre per lo sport sono stati spesi 8.500.000 euro. Anche per il prossimo futuro lo sport fa la parte del leone: col tesoretto dell'autostrada si finanziano grandi progetti, mentre per l'ambiente non si va oltre le vaghe e nebulose intenzioni.
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