Altro che Paperon de’ Paperoni. Zonin, Amenduni e i 50 azionisti in fascia alta: dai milioni a un pugno di banconote
Venerdi 22 Aprile 2016 alle 09:47 | 0 commenti
E' noto che la crisi della Banca Popolare di Vicenza abbia fatto perdere i risparmi a tutti i picccoli soci. C'è però la curiosità di sapere se la stessa sorte sia toccata anche agli azionisti dei "piani alti". Il Corriere del Veneto ha pubblicato oggi un articolo in cui analizza appunto le perdite di 50 soci top, così come aveva fatto VicenzaPiù pubblicando la lista dei 999 azionisti in fascia alta.
Immaginate un fumetto Disney. Nella prima vignetta Paperon de’ Paperoni si tuffa in un mare di dollari. Poi la striscia continua e il deposito resta là , solo che di tutti quei quattrini ne è rimasta appena una manciata. Incredibile ma vero, è quello che sta accadendo ai soci della Banca Popolare di Vicenza, a causa del crollo del valore delle azioni, in procinto di piombare dal massimo registrato ancora nel 2014 (62,50 euro) al minimo fissato per far intervenire il fondo Atlante nell’acquisto dell’inoptato nella ricapitalizzazione in corso (10 centesimi).
Un conto però è dirlo semplicemente così, un altro è mettere davvero mano alla calcolatrice. E allora l’abbiamo fatto, per vedere come si traduce concretamente nel portafoglio una svalutazione che nello scenario peggiore (ma realistico) potrà arrivare fino al 99,84%. Naturalmente abbiamo dovuto operare una selezione, visto che gli azionisti di Bpvi sono ben 117 mila. Scorrendo la composizione societaria della Spa, tratta da una visura camerale di fine marzo, abbiamo deciso di esaminare 50 posizioni, appartenenti alla fascia più alta: investitori milionari che si ritroveranno in mano poco più che un pugnetto di banconote. In alcuni casi si tratta di singole persone fisiche o giuridiche, in altri di galassie familiar-imprenditoriali. I princìpi che hanno ispirato la scelta sono di ordine strettamente tecnico. Evidentemente anche i piccoli risparmiatori subiranno la stessa perdita e probabilmente la patiranno molto di più, ma la Camera di Commercio non pubblica i nominativi che stanno sotto la quota di proprietà dello 0,01%. Per contro fra i grandi soci ce ne sarebbero pure altri, da una Susanna Michelazzo (168.580 azioni) ad un Bruno Motta (87.300), ma abbiamo seguito un criterio giornalistico: importi elevati, volti noti, marchi affermati.
Si va dai fratelli imprenditori Silvano e Giancarlo Ravazzolo, che avevano un tesoro da 92 milioni e resteranno con neanche 150 mila, all’ex amministratore delegato Samuele Sorato, che potrà consolarsi con la sua sostanziosa buonauscita, dato che il suo pacchetto azionario si è ristretto da più di 600 mila a nemmeno mille euro. In mezzo ci sono assicurazioni e banche, fra cui Generali (da 48 milioni a 77 mila) e Nomura (da 24,5 milioni a 39 mila). Ci sono storie aziendali di successo, come i panificatori Morato (da 40 milioni a 64 mila), il «re» delle calzature Caovilla (da quasi 29 milioni a 46 mila), l’imprenditore della pasta Bragagnolo (da 21 milioni e rotti a 35 mila). Ci sono i frati di Monte Berico (da 1,9 milioni a 3 mila) e c’è il conte Giovanni Zillo di Monte Xillo(da 3 milioni a meno di 5 mila). E poi ci sono le dinastie: gli Amenduni (da 89 milioni a 142 mila) e ovviamente gli Zonin (da 25 milioni a 41 mila).
Bruno Zago è passato da 1,3 milioni a poco più di 2 mila euro: «Non mi bastano neanche per comprare una borsa a mia moglie... Non voglio farne una malattia. Ma mi rammarica il fatto che in Italia finiscono in galera i ladri di galline e non quelli che bruciano miliardi di risparmi». Lino Diquigiovanni, che con la figlia Barbara è sceso da 5,7 milioni a 9 mila euro, ha votato invano per l’azione di responsabilità : «Abbiamo una causa aperta, tutto questo è inconcepibile». Elio Marioni si ritrova con circa 9 mila euro: «Sapevo che sarebbe finita così, i segnali erano chiari. Ma Bpvi è la prima banca che mi ha dato fiducia come imprenditore e malgrado tutto le sono rimasto fedele: in fondo non è peggio delle altre. E se lo dico io, che ho perso 5,7 milioni, e le mie figlie un altro milioncino...».
Di Angela Pederiva, da Il Corriere del Veneto
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