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«Alessandra Moretti gioca la carta degli imprenditori. Li arruola al suo fianco, in ruoli chiave della campagna elettorale, e li schiera in lista», così esordiva il sempre ben informato Marco Scorzato nel suo articolo di domenica 19 aprile su Il Giornale di Vicenza. E specificava l'acuto collega che «nella sua "Moretti Presidente" ... ci sarà almeno un nome di primo piano del mondo imprenditoriale vicentino: Claudio Miotto, vicepresidente nazionale di Confartigianato. Non è la sola mossa, né il solo elemento, che testimonia un certo feeling con il mondo produttivo».

«Un altro segnale - prosegue Scorzato - giunge dal fronte della Fondazione Kairos, l´organismo senza fini di lucro che sostiene la raccolta fondi e le spese della campagna elettorale di Alessandra Moretti: il presidente della Fondazione altri non è che l´ex numero uno della Fiera, l´industriale Roberto Ditri...».

Se, come commenta Scorzato, «i due appoggi imprenditoriali appaiono anche come la prosecuzione, su scala regionale e provinciale, del superamento di un "tabù", quello che fino a qualche tempo fa fotografava la storica diffidenza del mondo delle piccole e medie imprese e delle partite Iva verso il centrosinistra», la vicinanza a Moretti sia pure, come si sostiene, a titolo personale dei due esponenti di spicco del mondo imprenditoriale un tabù lo supera, ma un altro lo potrebbe creare vista l'assenza di richiami altrettanto frequenti a nomi di certo non di spicco della gente comune: la nuova diffidenza del mondo dei lavoratori dipendenti, dei precari, dei disoccupati, dei pensionati verso questo centrosinistra.

Ad Alessandra Moretti la risposta e l'invito ad "arruolare" ed accogliere anche i Toni e le  Marie nelle sue liste e nelle sue fondazioni. E, soprattutto, nelle sue preccupazioni, che altrimenti apparirebbero troppo elitarie, da show business e, nel desiderio di scrivere una nuova storia, troppo dimentiche delle radici. Storiche.