Aim e le aggregazioni con Etra, Ava e non solo secondo Paolo Colla. Che punta alla Borsa
Martedi 29 Dicembre 2015 alle 23:00 | 0 commenti
Sul tavolo in cui si gioca il futuro delle multi utility in Italia Aim, Etra e Ava sono il primo tris da calare per una multi utility del Veneto Centrale. Per poi guardare oltre
Con Paolo Colla, amministratore unico di AIM Vicenza Spa, abbiamo parlato pochi giorni fa di quello che sta avvenendo nel campo delle multi utility dopo che è arrivato, forte e chiaro come quello per le Banche Popolari, ora tristemente noto anche ai poveri azionisti buggerati, il messaggio del governo a spingere per la riduzione massiva del numero di aziende partecipate per concentrarle in gruppi meno spendaccioni, soprattutto ai vertici, e più competitivi sul mercato. L'intervista e i documenti a supporto dovevano uscire sul numero 281 di VicenzaPiù Magazine, che per motivi tecnici abbiamo posticipato a fine dicembre. 
Per cui oggi, dopo alcuni annunci odierni sullo stesso tema, di cui abbiamo già riferito come cronaca, la anticipiamo, dopo l'iniziale ritardo, volentieri anche perchè grazie a Colla scende in molti dettagli interessanti, che non commenteremo, però, completamente per farveli gustare su VicenPiù Magazine online già il 31 dicembre all'una per gli abbonati o in edicola a seguire.
L'intervista video a VicenzaPiu.Tv, che consente di guardare e ascoltare direttamente per percepire anche quello che c'è negli sguardi, è il servizio che vi offriamo. In più. Come in più è la Carta... d'intenti di Colla, che nello spiegarci il suo progetto, ci ha disegnato lo schema delle aggregazioni che pubblicheremo sul magazine, così com'è, nell'augurio che diventi un documento importante e di valore... aggiunto per una Vicenza più abituata a perderli che a crearli i propri valori. La holding, che farebbe capo ad Aim, Ava e Etra, ne acquisirebbe le attività e si occuperebbe di S.A.R. (servizi a rete), ambiente e energia partecipando con una massa critica di rilievo alle gare per i vari Atem (distribuzione gas) e per le Ato (rifiuti) con Acque Vicentine, il settore idrico di Etra e Avs interessate e interessabili ad estendere le intese mentre Amcps Valore Città potrebbe far parte del progetto per ampliare la sua attività oltre Vicenza...
Dr. Colla, il gruppo Aim ovviamente ha una sua  strategia, tutti parlano in questo momento di fusione tra Aim Mobilità  ed FTV ma penso che non sia l'unico progetto in cantiere
Sì, non è  l'unico progetto in cantiere, anche se è un progetto importante perché  incide su un servizio, la mobilità urbana ed extraurbana,  che va  considerato secondo una visione unitaria dell'area vasta della provincia  di Vicenza. Ma non è l'unico processo aggregativo possibile: il  legislatore impone di perseguire le aggregazioni tra le partecipate  degli enti locali anche negli altri settori ed è in atto il tentativo da  parte di Aim di collegarsi alle altre aziende pubbliche del settore dei  servizi pubblici locali del Veneto per verificare la possibilità di  creare aggregazioni.
Aim ha in mano un po' tutti i servizi, in  particolare quelli che riguardano l'ambiente, quindi i rifiuti e  l'energia. In questo ambito cosa si pensa?
Per quanto riguarda  l'igiene urbana e la gestione dei rifiuti è già stata costituita da un  anno la rete di imprese pubbliche locali denominata Rete Ambiente  Veneto, che con AIM collega AVA (Alto Vicentino Ambiente), ETRA, il cui  bacino copre parte importante della provincia di Padova, il Bassanese e  l'altopiano di Asiago, Contarina Treviso ed Ecoambiente Rovigo. Questa  rete già connette tra di loro gli operatori di un bacino molto grande  nel Veneto centrale (un terzo della regione), all'interno del quale sono  in atto valutazioni per aggregazioni ulteriori tra i partner della  rete, sia nel settore del ciclo integrato dei rifiuti, sia negli altri  settori nei quali il gruppo AIM è presente.
Quindi anche in quello dell'energia che è un altro molto importante...
Sì,  stiamo perseguendo un disegno molto ambizioso che è quello di creare  una multi utility del Veneto centrale, operante in tutti questi settori.  È vero che nel Veneto centrale solo Aim è una  multi utility in senso  proprio, cioè opera in numerosi settori quali la vendita dell'energia e  del gas, la distribuzione del gas, l'ambiente, i servizi cimiteriali, la  manutenzione stradale ed edilizia, ecc. Se nascesse la multi utility  del Veneto Centrale, come auspichiamo, Aim porterebbe in dote il suo  know how e il suo avviamento commerciale in tutti i settori, e in  particolare nelle reti di distribuzione e nella vendita di energia e  gas.
Anche perché, se il fenomeno in atto è quello di un'aggregazione  maggiore, poter partecipare a gare di ambiti diversi diventerà vitale  altrimenti limitarsi al proprio territorio potrebbe significare  gestire  il presente senza avere un futuro.
Sono d'accordo anche se nei vari  settori la logica aggregativa e quella della effettuazione delle gare è  diversa: come sappiamo per quanto riguarda la distribuzione del gas  l'Italia è divisa in 177 ambiti, la provincia di Vicenza ne contiene 4 e  noi intendiamo certamente partecipare e se possibile vincere nell'Atem  n.1, quello del capoluogo, dove siamo presenti. Abbiamo anche altri  obiettivi, dei piani B per poter partecipare anche ad altre gare, che  sono distribuite nell'arco di due, tre anni. Diversa la questione  dell'ambiente perché la normativa attuale prevede una autorità di  governo dell'ambito della provincia di Vicenza, che esclude solo il  Bassanese e l'altopiano di Asiago: ci sarà una gara unica, quindi è  importante che ci sia un operatore le cui dimensioni siano sufficienti a  gestire il servizio dell'igiene urbana e dello smaltimento dei rifiuti  in un ambito così grande.
Quindi una Aim più Etra e più Ava potrebbe avere delle chances maggiori?
Sì,  potrebbe avere delle chances importanti. Lei nella domanda ha citato i  soggetti con i quali stiamo approfondendo la valutazione. Insieme  abbiamo condiviso un documento che si chiama "Considerazioni preliminari  per un processo aggregativo" ed è un documento che abbiamo scritto  per le proprietà, cioè per gli enti locali proprietari di queste tre  società, perché riteniamo che queste tre società (che sono sane,  producono reddito ed hanno una struttura patrimoniale equilibrata)  possano essere i tre soggetti che consentono ai Comuni proprietari di  mantenere il controllo sul territorio. L'alternativa sarebbe svendere le  piccole aziende che ci sono adesso a soggetti più grandi quotati in  borsa.
Visto che il progetto è molto ampio penso che avremo modo di  tornarci. Ma,  mentre si è ancora nella fase di studio, di proposte, di  valutazioni, Aim, lei diceva, è l'unica multi utility tra le aziende che  abbiamo citato che ha tutti i servizi energia, ambiente reti e così  via, Etra ha un settore che riguarda l'ambiente ed un settore che  riguarda la distribuzione idrica, e AVA ha essenzialmente raccolta dei  rifiuti e Schio, mentre in quell'area si è deciso di alienare l'attività  della Pasubio che si occupava di reti. Aim non rischia di essere  guardata come il padrone forte che fagocita le altre? Come risponderà ai  timori dei singoli sindaci?
È assolutamente comprensibile che i  singoli sindaci vogliano mantenere il diritto di parola, il controllo  sul servizio erogato nel loro territorio. Ma la normativa vigente e le  sue prevedibili evoluzioni dicono che il sogno di un comune di mantenere  il controllo  del servizio pubblico locale nel proprio territorio  resterà un sogno, perché sono rilevanti gli incentivi in favore dei  processi aggregativi e le penalizzazioni a carico dei comuni che non  "razionalizzano" le proprie partecipazioni. Se è, quindi, vero che Aim  ha dimensioni e articolazione settoriale maggiore degli altri operatori  locali, è anche vero che Aim ha nel suo DNA il radicamento nel  territorio vicentino e veneto, che verrebbe confermato dall'aggregazione  con gli operatori delle province di Vicenza e di Padova. In secondo  luogo Aim ha dimostrato in questi anni l'apertura alla collaborazione  con gli operatori prima percepiti come concorrenti: la costituzione  della rete è stata possibile proprio perché Aim non ha fatto pesare la  propria maggiore dimensione, ha proposto il principio "una testa un  voto", a prescindere dalle dimensioni dell'azienda. E' evidente che in  questi processi aggregativi non deve prevalere l'egoismo aziendale, ma  vanno fatte valere le ragioni di un coinvolgimento di tutti, senza  rendite di posizione, nel rispetto delle esigenze di tutte le comunità  servite. Una multi utility che nascesse in provincia con la  partecipazione di tutti i comuni obbligherebbe i singoli comuni (a  cominciare da Vicenza) alla cessione di una piccola parte di sovranità  (peraltro imposta dalla normativa), ma è anche vero che la governance  aziendale, il punto decisionale, resterebbe direttamente controllato dai  comuni del territorio. Cosa che non avverrebbe se, rinunciando a questo  processo aggregativo, ci si trovasse poi a dover davvero cedere le  partecipazioni ad una grande quotata in Borsa con sede lontana dal  Veneto.
Aim ha già una presenza commerciale di distribuzione a Treviso nel campo del gas e anche in centro Italia...
Sì,  per quanto riguarda la distribuzione siamo effettivamente presenti  anche a Treviso. Per quanto riguarda la vendita di energia e di gas  siamo presenti in tutto il territorio nazionale, abbiamo recentemente  acquisito  in Abruzzo il controllo dell'azienda Cogas di Ortona, che ci  porta in dote 25.000 clienti, nonché una partecipazione nella Soenergy  di Argenta (FE); è vero però anche che stiamo crescendo in tutto il  territorio nazionale. Ricordo che due anni fa abbiamo  lanciato una  convenzione con l'Associazione dei commercianti che sta determinando in  moltissime realtà territoriali, anche lontane, l'acquisizione di clienti  importanti: nel mercato libero della vendita di energia stiamo  crescendo e il processo aggregativo ovviamente offrirà opportunità di  ulteriore crescita fuori dal comune di Vicenza.
Oggi tutti parlano  del caso della Banca Popolare di Vicenza e allora allarghiamo lo  sguardo. La Popolare di Vicenza, al di là di quella che sarà la  proprietà, ha un radicamento sul territorio come la Veneto Banca  determinato dai clienti più che dai proprietari. Allora una banca  radicata sul territorio, come comunque rimarrà per operatività la BPVi,  può essere utile come spalla finanziaria ad una aggregazione locale come  quella di cui lei sta parlando?
Certamente può essere utile perché  il processo aggregativo non viene fatto esclusivamente a livello  societario o a tavolino, significa invece aprire opportunità di  investimenti importanti.  Ad esempio nel settore del ciclo integrato dei  rifiuti, gli impianti per il trattamento delle frazioni della raccolta  differenziata, come la carta o la plastica,  vedono aumentare  l'efficienza, e quindi le performance economiche, con il crescere delle  dimensioni: piccoli impianti adeguati alla capacità produttiva di una  piccola porzione di territorio non sono competitivi rispetto ad impianti  di dimensioni e scala di produzione adeguati ad un'area vasta, la cui  maggiore efficienza può produrre per il territorio benefici in termini  di qualità del servizio e contenimento delle tariffe. Processi di  investimento di questo tipo devono poter contare su un mondo del credito  aperto a questi sviluppi: per questo credo che una banca ancorata al  territorio possa essere un partner fondamentale per il processo  aggregativo.
Vicenza, che è da tempo ricca di aziende, storicamente  non ha aziende in borsa se non di passaggio come la Socotherm. Se ad  aprile andrà in Borsa, salvo sconquassi, la Banca Popolare di Vicenza,  l'Aim guarda anche alla Borsa oppure no nella nuova possibile  configurazione?
Mai dire mai: soprattutto se funziona il processo  aggregativo si raggiungeranno dimensioni sufficienti, più che  sufficienti alla quotazione in Borsa. Il mercato dei capitali è la  principale fonte di capitale di rischio, a patto che si parli di aziende  sane e solide, operanti in settori in crescita. Il collocamento in  borsa potrebbe consentire ai comuni proprietari di mantenere il  controllo pubblico, di ottenere le risorse finanziarie derivanti dal  collocamento del "flottante" (e così effettuare investimenti al di fuori  dei limiti del patto di stabilità), e adeguare la struttura  patrimoniale della società alle sfide dell'innovazione e  dell'efficienza.   
Ci fermiamo qui ma penso che dovremo tornare a parlarne...
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