Achille Variati & c. fanno moderare tutto dai moderatori di professione. Anche la rabbia dei soci BPVi, trasformati in clienti per legali
Martedi 15 Novembre 2016 alle 22:42 | 0 commenti
Che i politici dall'inizio dell'era Berlusconi siano più furbi che intelligenti (l'inventore del modello e l'emulo Renzi esclusi) è cosa risaputa. Nel piccolo lo si vede anche qui o appena qualche politico arriva qui. Se il vice ministro Riccardo Nencini non vuole parlare di (Tic) Tac Tav per far sì che il messaggio da far passare sui media sia la scelta del Sì del Psi nazionale al referendum costituzionale del 4 dicembre e poi si intrattiene in conciliaboli con i colleghi indigeni nella foto è giusto che si becchi paginoni sui treni e un trafiletto sul referendum. Se si continua ad invitare a moderare (che brutto termine, i giornalisti dovrebbero stimolare i confronti...) sempre i colleghi del quotidiano unico locale, sia pure sempre più imballato nelle vendite, è giusto che poi su quella carta ci sia un paginone per l'intervista pre dibattito al fautore del no, Gaetano Quagliariello, e nessuna informazione a lettori e votanti sul contenuto del confronto con Luciano Violante, sponsor del Sì.
Ora Variati da sindaco uscente del mai riconosciuto capoluogo, Achille da presidente della provincia di Vicenza da eliminare e Paolo Mariani, presidente della Camera di Commercio di Vicenza da accorpare alle più considerate vicine e "fiero" seguace di Achille Variati con cui ha appena (s)venduto a quella di Rimini la Fiera di Vicenza, hanno accolto l'invito dell'avvocato Renato Bertelle, vero "promotore" da mesi del tardivo, lavacoscienze e cerca clienti dibattito sulla Banca Popolare di Vicenza, a farlo moderare (ancora!) dal direttore della Tva.
E allora se la rete confindustriale locale ha fatto a gara col confratello foglio locale a nascondere per anni il disastro della BPVi sotto più acqua torbida di quella che sommerse Vicenza nel 2010, affogata allora nel fango dell'alluvione fisico e ora in quello, ben peggiore, finanziario, è giusto che poi si autoesalti la claque che, sotto gli auspici del "doppio" Variati, si sta organizzando al Teatro comunale per il presidente di una (sola) associazione di soci, da lui fondata, e senza chiamare su quel palco i rappresentanti delle associazioni, da Noi che credevamo nella BPVi a quella di Don Torta, nate spontaneamente, ben più numerose, combattive e scomode anche per il Cda attuale della ex Popolare vicentina.
Quelle chiamate, per intenderci, sempre da tutte le tv nazionali (anche da Tva?) proprio per la loro enormemente maggiore rappresentatività delle decine di migliaia di soci traditi prima da Gianni Zonin & c. e ora trascurati da Gianni Mion & c. non sono, infatti, avvezze alla recita a soggetto in cui stanno cascando a loro insaputa anche esperti e colleghi foresti e non a caso stanno esternando sui social il loro disappunto per la tardività del convegno pseudo istituzionale e per i suoi fini chiari a pochi se non ai finora sempre assenti organizzatori di Comune, provincia e CCIAA.
Esperti nel far moderare tutto ai moderatori di professione, anche la rabbia dei truffati, che da carne da macello sono stati trasformati ora sia pur smunte mucche da mungere, in clienti per i legali di turno. Ai piani alti...
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