Acci, acci. Sento odore di librAcci
Lunedi 15 Ottobre 2012 alle 09:29 | 0 commenti
Venerdì sera, in orario di Consiglio Comunale sul Pum che fa bum, incontro all'altezza del bar Commercio il consigliere comunale del (fu) Pdl Gerardo Meridio che mi ferma e mi spiega perché, secondo lui, sono arrivato trafelato per nulla visto che la seduta era appena saltata per mancanza del numero legale: «erano solo in 20 quelli della maggioranza e noi non ci stiamo a farle da stampella se non è capace di organizzarsi. Ma questo è segno di dissidi interni che è nostro dovere evidenziare».
Prendo, quindi, con lui un aperitivo invece che appunti su diatribe consiliari, stranamente ricomparse con frequenza e virulenza da stadio in odore di elezioni mentre hanno latitato per quasi 5 anni in profumo di inciuci vari. Tanto, mi dico, i liberi aperitivi spesso aprono la mente sulle evoluzioni politiche locali più di certe comparsate in sala Bernarda, in cui i ruoli sono quelli, salvo errori & omissioni, di coerenza.
Soddisfatto dal buon prosecco anche perché sono riuscito a evitare gli stuzzichini a vantaggio di Meridio e della mia dieta esco e mi si avvicina Federico Formisano che si solleva dal tavolo sul plateatico, in cui è seduto con alcuni dei rappresentanti appena "sconfitti" delle liste di maggioranza (più uno), e cioè Filippo Zanetti per Vicenza capoluogo e Raffaele Colombara per la Lista Variati (il "più uno", forse anche nei prossimi consigli, era Maurizio Franzina, il fritto "misto" di qualità ).
Il capogruppo del Pd smentisce, ovviamente, Meridio («ti comunico a nome dei capigruppo che non ci sono divisioni nella maggioranza» e Giovanni Diamanti, consigliere giovane di maggioranza ma in partenza per gli Usa e, quindi, Pum indifferente, annota la dichiarazione di Federico per inserirla, da buon figlio di Ilvo, nelle statistiche della società per cui lavora, ovviamente, sul "vero, falso ma anche ...".
A quel punto, un tavolo oltre, intravedo l'altro orfano del Pdl, Arrigo Abalti, e, visto che è col figlio, mi avvicino a lui perché di fronte a una creatura non mi dirà troppe bugie. Ciacoliamo un po' e dopo un po' mi fa una domanda, che da mesi, chissà perché, a Vicenza si fanno in tanti: «ma poi uscirà il libro di Giulio Antonacci?»
Quello ("minacciato" da lui e contro la cui pubblicazione l'ex Cesare de Il Giornale di Vicenza avrebbe ricevuto "avvertimenti" mediatici in salsa berica, ergo poco firmati, ndr) in cui racconterà tutto sulla città vista dalla sua poltrona alla direzione di via Fermi sfilatagli dopo 2.550 giorni dai nuovi padroni di Palazzo "Zonin" Longare.
Non faccio in tempo a rispondergli con un secco «sì», in base alla mia fonte diretta (per la verità non sempre ... sincera, come si conviene a un giornalista di mestiere che tale rimarrebbe purchè fosse lealmente insincero), che arriva un giovin un signore con una capiente busta che si ferma a salutare l'Arrigo e gli fa: «Vedi qua, questa è l'ultima prova di stampa del nuovo libro di Giulio Antonacci» per poi presentarsi anche a me, pomposamente introdottogli da Abalti come "il direttore di VicenzaPiù", come il titolare della casa editirce La Serenissima.
A quel punto, pur non capendo (ecchissenefrega) se sono stato io il bravo a predire la verità o Abalti a fare il furbo chiedendomi qualcosa che già sapeva, una sola cosa devo fare, perché io sono schiavo solo del mio lavoro. Tiro fuori in 5 secondi la mia macchina fotografica e scatto qualche foto della copertina per documentare che il libro, salvo alluvioni, mediatiche, in tipografia, uscirà .
L'anteprima non mi varrà certo il premio Pulitzer, ma stamattina farà parlare qualcuno a Vicenza.
P.S. «Gli argomenti affrontati da Antonacci sono quelli dei suoi "2550, duemilacinquecentocinquanta giorni nelle tempestose acque di una provincia del Nordest" ... recita il titolo, provvisorio, delle memorie del direttore conterraneo degli Amenduni», così scrivevamo il 24 luglio 2012.
Oggi sulla copertina definitiva leggiamo: «2550, duemilacinquecentocinquanta giorni da direttore di un giornale quotidiano nelle acque «chete» di una provincia del Nordest».
Caro Giulio, cambiando nel sottotitolo le "tempestose acque" in "acque «chete»" hai ceduto a chi ti "minacciava" o hai assecondato il tuo editore per incuriosire di più i possibili lettori?
Speriamo di poterlo dire prima noi su Vicenzapiù dopo averlo letto piuttosto che l'ex direttore del GdV sul suo mensile che uscirà a novembre. Abalti, lo sai o non lo sai questo?Â
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