Opinioni | Quotidiano | Categorie: Politica

Accade in "questa" Italia

Di Giorgio Langella Giovedi 1 Agosto 2013 alle 11:20 | 0 commenti

ArticleImage

A fine giugno 2013 il tasso di disoccupazione è pari al 12,1%. I disoccupati sono 3.089.000 con un aumento, rispetto allo stesso periodo del 2012, di 307.000 unità. Il tasso di occupazione è del 55,8% (-1% rispetto al 2012). Gli occupati sono 22.510.000 (-414.000 rispetto al giugno dell'anno scorso). I giovani tra i 15 e i 24 anni in cerca di lavoro sono 642.000 (il 10,7% della popolazione totale di quella fascia d'età, studenti compresi) e il tasso di disoccupazione (incidenza dei disoccupati sul totale degli occupati) è pari al 39,1% (+4,6 in un anno).

Il numero di cittadini inattivi (età compresa tra i 15 e i 64 anni) cresce di 51.000 unità rispetto al giugno 2012 e raggiunge un tasso di inattività pari al 36,4% (+0,2% su base annua).

Il ministro della difesa, Mario Mauro, ci fa sapere che bisogna assolutamente acquistare i cacciabombardieri F35 (circa 15 miliardi di euro tanto per cominciare). Bisogna farlo anche se non ci saranno penali da pagare per il mancato acquisto. Siamo "obbligati" a farlo perché, sostiene il ministro, abbiamo già speso 3,5 miliardi di euro per adeguare la portaerei Cavour al decollo verticale degli aerei in questione e, qualora non si acquistassero più gli F35 non si capirebbe perché avremmo speso quei miliardi. L'adeguamento miliardario della Cavour è stato fatto all'insaputa di tutti. Del Parlamento che non ha mai discusso nulla in merito ed evidentemente anche dei diretti interessati dal momento che fonti interne della Marina militare smentiscono il ministro e dicono che quelle della Difesa sono cifre sparate a caso.

I partiti che appoggiano il governo Letta-Alfano-Bonino stanno tentando di stravolgere la Costituzione. Lo fanno presentando un ddl di riforma costituzionale che, in pratica, affossa l'articolo 138 ("Revisione della Costituzione. Leggi costituzionali). Lo stanno facendo in silenzio, d'estate, senza che si sappia. Il segretario del PD, Guglielmo Epifani, a precise domande ha risposto che "la modifica dell'articolo 138 è stata approvata al Senato, ora arriva alla Camera e ne discuteremo. Sta negli accordi di governo che si sono fatti così possiamo partire con le riforme istituzionali". In pratica vogliono facilitare in tutti i modi la modifica della Costituzione in senso presidenzialista in una maniera che ha inquietanti similitudini con il "Piano di rinascita democratica" della P2 di Licio Gelli.

Il "grande manager" Sergio Marchionne dichiara che "le condizioni industriali in Italia rimangono impossibili" e che la Fiat "ha le alternative necessarie per realizzare le Alfa ovunque nel mondo". Si riferisce alle motivazioni della Corte Costituzionale che, nel contenzioso con la Fiat sulla rappresentanza sindacale, ha dato ragione alla Fiom. Marchionne, al solito, minaccia e ricatta. Vuole scegliersi come interlocutori i sindacati più "malleabili", chiudere stabilimenti secondo il proprio capriccio, delocalizzare il lavoro all'estero, licenziare senza regole, utilizzare la cassa integrazione e, contemporaneamente, far fare straordinari. Vuole, con l'arroganza che è nota e il sostanziale silenzio del governo, poter fare qualsiasi cosa.

Questo accade in Italia dove tutto si ferma in attesa della sentenza della Cassazione per il processo Mediaset che vede imputato Silvio Berlusconi (condannato in appello per frode fiscale). E, poi, ci si fermerà in attesa della sentenza d'appello per il "processo Ruby" ( in primo grado Berlusconi è stato condannato a 7 anni di reclusione e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici) e, quindi, per le battaglie interne al PD che discuterà su come eleggere il proprio segretario. E così via, rimandando, sospendendo, decidendo di non decidere nulla che non sia la cancellazione di tanti diritti, il consolidamento del potere delle oligarchie, l'individuazione dell'uomo della provvidenza, l'erogazione privilegio a qualche ricco padrone o lo sperpero di miliardi per acquistare strumenti di morte.

Leggi tutti gli articoli su: disoccupazione, Silvio Berlusconi, Cassazione, Consulta

Commenti

Ancora nessun commento.
Aggiungi commento

Accedi per inserire un commento

Se sei registrato effettua l'accesso prima di scrivere il tuo commento. Se non sei ancora registrato puoi farlo subito qui, è gratis.





Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
Gli altri siti del nostro network