Mucche, orsi, stupri e marines: a Vicenza ci sono vite spezzate e vite spezzate
Venerdi 18 Luglio 2014 alle 23:03 | 3 commenti
Ci sono quelli che, stimolati anche da pagine su pagine dei giornali, si indignano per un orso affamato; il quale, dopo una serie di attacchi agli allevamenti sull’Altopiano di Asiago, ora ha sbranato una mucca incinta. “Due vite spezzate†ha commentato il presidente provinciale di Coldiretti Vicenza, Martino Cerantola.
Vite spezzate come quelle di milioni di animali che al termine di una atroce catena di macellazione finiscono sulle tavole, magari degli stessi quelli che si sono indignati per le violenze del crudele orso verso le vacche.
Poi ci sono quelli che si indignano per le vite spezzate da una violenza che segna l’animo delle vittime per sempre, lo stupro verso donne o bambini. Stupro come quello registrato nei giorni scorsi dalle cronache vicentine per l’ennesima volta ad opera di un militare statunitense.
E subito ci sono quelli che martedì 22 luglio alle ore 19 scenderanno in strada davanti alla caserma Ederle in viale della Pace a Vicenza per una manifestazione organizzata da Assemblea Permanente We Want Sex, Donne No Dal Molin, Cs Bocciodromo, Sinistra Ecologia e Libertà Vicenza: “in segno di rifiuto e condanna di questi crimini che non devono costituire la normalità a cui abituarsi e per pretendere finalmente garanzie per uno svolgimento giudiziario equo e giustoâ€.
Anche se come spiegano gli stessi organizzatori della protesta nel comunicato diffuso per l’occasione “il processo relativo a questo ultimo caso di violenza pare si svolgerà a Vicenza e  sia stata rifiutata la richiesta del Comando americano di trasferire i soldati in un'altra base o negli Stati Unitiâ€.
Ma d’altronde, comunicano le associazioni firmatarie del comunicato per invitare alla manifestazione di protesta “nel corso degli anni, la presenza delle caserme e delle basi a stelle e strisce a Vicenza ha generato molti casi di soprusi, violenze e crimini compiuti da militari e civili statunitensi a danno della popolazione locale, ferita, oltraggiata e trascurata dalla giustizia italiana. Sebbene non si trattasse di reati commessi nell’esercizio delle funzioni militari, ma di delinquenze comuni o violenze aggravate spesso a sfondo sessuale, gli Stati Uniti hanno preteso per prassi l’affidamento in patria dei procedimenti legali; a distanza di anni dallo svolgimento dei fatti, molte vittime non sono state risarcite e per altre non si conosce l’esito degli sviluppi giudiziari. L’Italia si è liberata volentieri di certe responsabilità e per gli indiziati sono stati adottati altri pesi e altre misure. Il risultato evidente presenta vittime abbandonate dalla giustizia italiana e una città ferita nella sua sovranità â€.
Insomma, un'accusa netta verso la parte peggiore della presenza statunitense in città anche se comprensibile in questo caso di grave e intollerabile offesa alla dignità umana.
Ma ad accusare indignati sono quelli stessi che non ci pensano proprio di scendere a protestare in strada quando un crimine infame come lo stupro verso una donna o dei bambini è stato commesso da un africano, un arabo, un cinese.
O, guarda caso, da un italiano e magari vicentino.
Perché, come per le mucche, ci sono vite spezzate e vite spezzate.Accedi per inserire un commento
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