Sistema concia e capri espiatori
Mercoledi 14 Aprile 2010 alle 21:26I numeri. Tanto per dare un'idea di massima il settore conciario fino a qualche tempo prima della crisi dava lavoro a 8.000 persone tra dipendenti e indotto. Il giro d'affari ammonta ad un paio di miliardi di euro . Dati che vanno presi con le pinze perché il settore è polverizzato e perché anche il nero fa la sua parte. Il Corsera del 24 marzo 2010 con una espressione efficace aveva paragonato il fatturato del settore pelli a quello di Agip e Pirelli messe insieme. Tanto per intenderci siamo di fronte ad una delle realtà industriali più importanti della provincia.
Continua a leggereArzignano: assenso tacito e banche 'tiranne'
Sabato 27 Marzo 2010 alle 23:59
Riceviamo da Piero Puschiavo e pubblichiamo
"Sistema Arzignano": uno strano tacito assenso
"Sistema Arzignano" è il nome dato a questo sistema di malaffare creatosi ad Arzignano dove i referenti tributari, dalla Guardia di Finanza ai vari agenti fiscali, "consigliavano" alle aziende di pagare tangenti al posto di pagare le tasse risparmiando così molti soldi che sarebbero dovuti invece finire al fisco.
Tolta la responsabilità alla nuova amministrazione comunale da poco insediatasi, anche di costituirsi parte civile, suonano davvero molto strani il vuoto e la totale mancanza di "reazione" politica intorno a questa grave vicenda.
Sembra evidente che oramai nella cosiddetta opinione pubblica abbia fatto breccia il concetto secondo cui sarebbe "lecito" truffare per fini economici.
Ci si scandalizza contro chi truffa il povero anziano (legalmente o illegalmente), ma quando si parla di truffa allo Stato il fatto viene considerato quasi "normale", o comunque accettabile.
Senza abbracciare il "giustizialismo dipietrista", in attesa dell'esito giudiziario finale per i soggetti interessati, va comunque sottolineato che, a seguito di questi fatti, le banche hanno infierito nell'aggravare la vicenda, tagliando i fidi a tutte le aziende che sono state oggetto di controlli (alcune delle quali sicuramente all'oscuro di questo sistema illecito) solo perché avevano avuto in passato rapporti con aziende oggi inquisite, col risultato di aggravare ulteriormente la già precaria situazione.
L'assurdo è quindi che un'azienda sana che ha avuto un rapporto di lavoro regolare con un'azienda inquisita, non è stata risparmiata dalla "tirannide bancaria" e si è così vista da una parte tagliare l'accesso al credito e dall'altra richiedere il rientro immediato dai fidi.
Come si dice: oltre al danno (d'immagine) anche la beffa (finanziaria) ... in questo mondo di ladri!
Piero Puschiavo
Coordinatore Regionale del Veneto
Fiamma Tricolore
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Sistema Arzignano: il problema è Roma
Martedi 23 Marzo 2010 alle 11:37
Senza dubbio Arzignano, sta vivendo una delle sue peggiori crisi. Non solo da un punto di vista di immagine dovuto agli scandali sull'evasione IVA, ma anche per ragioni collegate al corso del mercato.
La principale fonte di reddito della vallata, la concia, ha subito una contrazione dovuta a diversi
motivi.
Da una parte la concentrazione in alcune grosse imprese che ha limitato lo sviluppo di imprese concorrenti, contraendo le opportunità di differenziazione dell'offerta, perdendo quindi opportunità nei segmenti di mercato mondiale.
Dall'altra il fatto che, come tutti i paesi esportatori, anche l'economia arzignanese ha sofferto della crisi mondiale.
Qualcuno pensa che la questione dello scandalo fiscale che sta riempiendo le pagine della cronaca abbia contribuito a creare squilibri di mercato, in cui le imprese che pagavano regolarmente l'IVA si vedevano svantaggiate da quelle che non solo la evadevano ma addirittura ne fruivano il credito. Però, senza voler giustificare l'evasione IVA, questa condotta criminale ha in un certo senso evidenziato il fatto che le imprese sono in realtà soprattutto svantaggiate dall'essere sottoposte alla pressione fiscale e dalla burocrazia italiana.
Non solo. Ha evidenziato anche la pratica concussoria degli addetti della Guardia di Finanza italiana, una cosa che se parli nei bar o in confidenza con gli artigiani della zona non è affatto una sorpresa!
Ma stiamo attenti, questa è solo la coda, la testa si trova molto in alto, a Roma.
Tra gli agenti, quelli disonesti trovano comodo disporre di leggi contraddittorie e premeditatamente vessatorie per disporre a discrezione controlli fiscali, che seppure non conducessero ad alcuna irregolarità , per la stessa azione del condurli crea un grave disagio economico.
Ma tutti ben sanno che sono tutti ricattabili perché non vi è norma che non permetta di rilevare irregolarità , solo per la complessità ed i costi necessari a seguirla con diligenza, se non addirittura per norme che ne contraddicono altre.
Chi si avvantaggia di tutto questo? Perché dal centralismo romano arriva questa impostazione della legge?
Parlare di pressapochismo sarebbe troppo superficiale. In realtà c'è premeditazione, poiché nella melma chi conosce i trucchi, chi conosce le persone giuste, trova vantaggio rispetto agli altri.
La Sindrome di Arzignano è solo un piccolo spaccato di una realtà molto più grave, di un sistema e di governi che sono essi stessi criminogeni: non possono chiedere ai cittadini di rispettare leggi quando loro per primi sprecano il danaro e lo rubano approvandosi le leggi che sono a loro favore,
come il rimborso elettorale (beffa al referendum che aveva abolito il finanziamento pubblico ai partiti), ed alle innumerevoli altre ruberie e nepotismi.
Questo è il sistema, che noi non crediamo riformabile, e lo lasciamo volentieri all'Italia.
A casa nostra, il Veneto, invochiamo la ricostruzione di uno stato fondato su meccanismi che riducano drasticamente questi rischi, attraverso lo strumento della democrazia diretta e la piena autonomia dei comuni.
Una cosa che non arriverà mai da Roma ma che i Veneti, se lo vogliono, possono avere votandoci, dandoci così la necessaria rappresentatività per presentarci agli organi internazionali e per poter indire un referendum con osservatori internazionali per l'indipendenza del Veneto.
Claudio Ghiotto
candidato consigliere Partito Nasional Veneto-PANTO
Arzignano,ex sindaco: avevo segnalato
Martedi 23 Marzo 2010 alle 09:29
Avevo denunciato il fenomeno in tempi non sospetti, ma certo il coinvolgimento di rappresentanti di alcune istituzioni come la Guardia di Finanza e l'Agenzia delle Entrate è gravissima.
Dalle notizie della stampa apprendiamo di un sistema di collusioni tra operatori economici e uomini deputati al controllo della legalità fiscale.
Certo la politica, quella che dice di voler mettere "Prima il Veneto" tace. Mentre sulla Valle del Chiampo si è oramai stesa una immagine di diffusa illegalità .
In tempi non sospetti, da sindaco, avevo segnalato il fenomeno a chi di dovere, coinvolto i vari soggetti pubblici e privati per segnare con chiarezza una linea di demarcazione tra le tante imprese oneste e quelle che giocavano sporco.
Ora la magistratura deve fare il suo lavoro, accertare le responsabilità degli uni e degli altri e rimettere ordine nella libera competizione economica.
Arzignano ne ha profondamente bisogno.
Stefano Fracasso
Sistema Arzignano e silenzio dei candidati
Martedi 23 Marzo 2010 alle 04:49
Da molte settimane la cronaca giudiziaria vicentina produce uno stillicidio di notizie senza precedenti. L'inchiesta della magistratura berica sulle imprese di Arzignano ha scoperchiato una pignatta maleodorante. Di fatto l'intero distretto della concia, vuoi per grane penali, vuoi per grane tributarie, è sotto inchiesta. Ovviamente le indagini penali e il giudizio relativo spettano alla magistratura. Sul piano politico però si tratta di una rogna in pieno stile che ha trasformato Arzignano nel capoluogo provinciale del malaffare. Duecento milioni di euro di evasione per un giro d'affari pari ad un miliardo di euro sono la cifra di un sistema che ha debordato da ogni recinto.
Ricordo al contempo che siamo in piena campagna elettorale e che è sacrosanto che i cittadini possano meditare le proprie scelte anche in considerazione di eventi come quelli collegati alla cosiddetta operazione "Pelli Sporche". Sì perché se di sistema si tratta non è pensabile che un giro di ruberie tarato sul miliardo di euro si sia materializzato solo grazie ad un comandante infedele della Guardia di Finanza, ad un paio di funzionari birichini dell'agenzia delle entrate e ad un gruppetto di consulenti fiscali pronti al rito dell'unzione per interposta persona.
Bisogna salire di grado e pensare che un sistema colossale non si può occultare per lustri senza la copertura del livello politico. Gli imprenditori rimasti invischiati nell'inchiesta sono nomi che pesano in provincia di Vicenza. Nomi che hanno (o che hanno avuto) referenti partitici ben precisi: in primis nel centrodestra, ma pure nel centrosinistra. Eppure durante questa campagna elettorale per le regionali venete non ho sentito alcun lamento, alcun dubbio sollevarsi soprattutto da chi nel centrodestra regge le sorti della provincia e della regione da un quindicennio. Stesso silenzio anche dalla maggior parte dei candidati di ogni schieramento. Perché? E quale percezione del loro territorio hanno lorsignori? Su alcune testate venete giustamente qualche sparuto notista si è posto queste domande. Purtroppo il silenzio, anche dei media, è pressoché totale. Come candidato (che di mestiere fa il giornalista) ho provato a smuovere un po' le acque con un paio di interventi pubblicati sul mio blog elettorale il 10 ed il 12 marzo. Domenica 21 marzo sono sceso nella centralissima piazza Castello, armato di megafono, per dare conto di tutto questo ai vicentini, ma la mia città e la mia provincia sembrano narcotizzate.
E tutto ciò capita in un momento particolare. Un momento in cui la crisi economica, le ore di cassa integrazione e i licenziamenti, stanno mettendo alla corda un sistema come quello arzignanese nel quale fior di imprenditori negli ultimi trent'anni almeno hanno fatto fortuna. Sicuramente lavorando molto, ma anche grazie al sistematico spregio delle regole fiscali, di quelle relative alla protezione ambientale e grazie ad un ricorso incessante a manodopera clandestina. Zermeghedo, Arzignano, Chiampo, Montebello, Montorso, Trissino e altri comuni del comprensorio pagano da anni un tributo silenzioso al comparto. Un tributo in morti ed ammalati di tumore, complice un sistema sanitario che non ha mai calcolato e contabilizzato a dovere le patologie tipiche, la contaminazione ambientale dovuta al distretto della concia: una bomba ecologica che deflagra continuamente da anni e della quale non si può parlare perché la concia con le sue devastazioni a Vicenza è un tabù, un santuario votato agli "schei" che politica, associazioni di categoria, finanche i sindacati hanno deciso di non violare finché l'albero, seppur venefici, dava i suoi frutti e la sua ricchezza. Non importa come questa arrivasse.
E viene da ridere se si pensa alle crociate dei big nazionali della Confindustria per espellere gli associati che pagano il pizzo. Perché l'Assindustria di Vicenza non chiede conto ai propri iscritti conciatori del verminaio "made in Arzignano"? Perché inquirenti e giornalisti della grande carta stampata non cominciano a seguire la traccia delle logge deviate sotto le cui volte si incontrano personaggi assai vari? Tra questi vi sono per caso imprenditori, politici, magistrati, faccendieri, emissari della criminalità organizzata, uomini della finanza e del mondo bancario? A Vicenza una vera Tangentopoli non è mai scoppiata. Siamo tutti anime sante benedette dalla Madonna di Monte Berico? Sarebbe ora di fare un po' di chiarezza. Gli esponenti del partito che mi ospita sono pronti a scendere in campo anche facendo ricorso ad esposti e interrogazioni parlamentari. Che diritto abbiamo di lasciare queste macerie e questi miasmi a chi verrà dopo di noi?
Marco Milioni
candidato indipendente per l'IDV alle regionali 2010 del Veneto, collegio provinciale di Vicenza
web: http://marcomilioni.blogspot.com ; e-mail: [email protected] ; telefono: 392-2965555
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