Rai, Berlato appoggia l'appello contro l'invito del cantante anti-cattolico
Lunedi 17 Febbraio 2014 alle 16:12Fernando, morto in carcere, disabile al 100%, aveva malattia rara: Sindrome di Prader Willi
Giovedi 30 Dicembre 2010 alle 22:56Conclusione dell'anno amarissima per i malati rari.
Sono in attesa, da anni, dell'approvazione di una legge che riconosca le peculiarità delle loro esigenze, una legge, su cui il 21 luglio del 2009 il presidente del Senato Schifani si era pronunciato davanti ai membri della Consulta Nazionale Malattie rare.  Continua a leggere
Televoto: spesa e business
Mercoledi 24 Febbraio 2010 alle 16:56Adico  Â
Il televoto da casa: una spesa per chi chiama, un business per gli altri..
Spettatori che danno il loro giudizio per avere un verdetto popolare? Macché! Il televoto da casa non è un sistema democratico per decretare la vittoria di qualcuno, ma un vero e proprio business.
Tu spendi, credendo di essere protagonista e di partecipare all'esito di una gara, e loro ci guadagnano. E tanto, perché il famoso sms che mandi al numero che leggi in sovraimpressione ti costa molto di più dell'sms che mandi normalmente. E il business ci guadagna. Ecco chi si spartisce la torta dei milioni di televoti che tra reality show, Sanremo e Miss Italia mandiamo ogni anno.
Il giudizio del popolo sovrano? Una bufala
Il televoto è il metodo più democratico che ci sia per far interagire il pubblico con la televisione? Balle. Il tuo voto serve a far guadagnare soldi. Se le trasmissioni volessero semplicemente la tua opinione, ti farebbero votare attraverso un numero verde o al massimo il costo della chiamata o dell'sms sarebbe quello previsto dal tuo piano tariffario. Invece costa molto di più. E altro che metodo democratico. Il caso è scoppiato con Sanremo 2010. Ma come è possibile che abbia vinto Scanu e che il trio, formato da Pupo, dal principe e dal tenore, eliminato in prima serata, sia arrivato secondo? Semplice. Perché il televoto non funziona come le elezioni politiche "una persona un voto", ma funziona sul chi ha voglia di spendere di più, perché la stessa persona può mandare più messaggi. Così tra voglia di esprimersi e di far vincere l'amico o il cliente, la stessa persona ne manda anche 50. Non ci credi? Sai che Lele Mora ha confessato di avere investito circa 25mila euro in televoti per far vincere il suo cliente Walter Nudo a L'isola dei famosi?
Quanti voti per persona?
Il limite del numero di televoti per utenza telefonica è diverso da trasmissione a trasmissione. Per esempio, ad Amici si possono fare al massimo 100 telefonate a settimana e inviare fino a 100 sms a sessione (ogni volta che Maria pronuncia la fatidica frase "Apriamo il televoto" è una sessione nuova), sempre cento sono gli sms settimanali per il Grande Fratello, "solo" 70 a X Factor e a "Ballando con le stelle", 10 a L'isola dei famosi.
Il giro d'affari? Milionario
La tecnica è semplice: più messaggi uguale più soldi. Milioni di messaggi che diventano milioni di euro. Basta scorrere qualche cifra. L'ultima puntata di Amici l'anno scorso ha totalizzato 1,9 milioni di voti. I reality vanno da una media di 20-30mila sms per le prime puntate fino ad arrivare a punte di 300mila. Miss Italia 2006 ha avuto 800 mila voti in finale, per esempio. Ma quanto costa votare? Circa un euro, molto più di un messaggino normale. Il costo in genere è addebitato con l'sms di conferma. L'sms di invio si paga a parte, come succede ad Amici, Grande Fratello, Ballando con le stelle e L'Isola dei Famosi, per i quali il prezzo è stabilito in 12,4 centesimi oppure dipende dal piano tariffario. È gratuito, invece, a X Factor. Se il voto arriva tardi e non è conteggiato, i centesimi si pagano comunque.
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Consumatori contro televoto di Sanremo
Domenica 21 Febbraio 2010 alle 21:14
"Malgrado ieri sera il festival di Sanremo ha registrato oltre dodici milioni di spettatori qualcosa è andato storto almeno secondo l'opinione del pubblico e dell'orchestra che hanno inondato la scena con fischi e lancio dei spartiti" a parere dell'ADICO sommersa di email di consumatori che hanno "lamentato il proprio sdegno manifestato la contrarietà del giudizio espresso dal televoto".
Un giudizio, quello lamentato dai consumatori che ha trovato tutti d'accordo, "definendo scandaloso l'eliminazione di alcuni artisti che, secondo loro, erano musicalmente più meritevoli".
Ricordiamo, fanno presente dall'ADICO, "che durante il festival lo stesso direttore dell'orchestra Marco Sabiu aveva chiesto di rendere pubblico il voto dell'orchestra, ben diverso da quello del televoto; ma che il direttore artisticoGianmarco Mazzi ha negato per questioni di regolamento".
Gli eliminati eccellenti, contro il parere del pubblico sono stati Cristicchi, Irene Grandi, Enrico Ruggeri, Fabrizio Moro, Arisa, Malia. La stessa Clerici non è riuscita a trattenere uno sgomentato "No!!", al momento del verdetto del televoto che invece ha promosso dietro lo sconcerto generale Valerio Scanu, Marco Mengoni e il trio Pupo- Emanuele Filiberto- Canonici. Disorientata la conduttrice ha cercato di giustificare il fattaccio usando espressioni rituali quali: il volere del popolo è sovrano; cosi ha deciso il popolo...
Non comprendo, spiega il presidente dell'ADICO Carlo Garofolini "come gli orchestrali, il cui voto avrebbe dovuto incidere per il 50% del totale, siano stati sovvertiti dal televoto; ritengo alla luce del recente episodio sia giusto abolire il televoto fino ad una nuova regolamentazione del sistema, che sia più corretto, trasparente e verificabile dai telespettatori".
Continua a leggereSanremo fischia anche Emanuele di Savoia
Domenica 21 Febbraio 2010 alle 02:29
Serata bollente o, meglio, assordante quella della chiusura del Festival di Sanremo, diventato un misto tra kitsch (cattivo gusto, in italiano, n.d.r.), trash (spazzatura, n.d.r.)) e talk show (programma di parole, n.d.r.) all'italiana, con urla e strepiti su tutto e per tutto, in quel perfetto stile, dispiace dirlo, italiota, che ormai, da tempo e senza apparenti vie d'uscita dobbiamo subire in mille trasmissioni Tv, pubbliche e private che siano.
Alla polemica per la qualificazione alla Finale e, poi, per il secondo posto del trio con Emanuele Filiberto di Savoia (abbiamo pubblicato oggi un intervento premonitore di Roberto Ciambetti, n.d.r.), oltre che per il lato B della Cuccarini, si sono aggiunte quelle scatenate, intorno all'intervento di Maurizio Costanzo, per i problemi ben più gravi dei lavoratori di Termini Imerese e non solo.
Per maggiori informazioni clicca qui
Savoia, Italia, Sanremo e canzonette
Sabato 20 Febbraio 2010 alle 18:46
Riceviamo e pubblichiamo
Di Roberto Ciambetti
Ci furono case regnanti che, dopo aver perso il trono, videro i propri esponenti perdere vuoi la testa, vuoi la faccia: tra i primi i Borbone di Francia che affrontarono il pubblico assiepato in quella che oggi è Place de la Concorde a Parigi; tra i secondi i Savoia, che meno stoicamente,da ultimo salgono sul palco dell'Ariston di Sanremo in una esibizione che rimarrà negli annali del kitsch, ma che spiega molto della nostra realtà .
Come diceva Milan Kundera " il Kitsch non può dipendere da una situazione insolita, ma è collegato invece alle immagini fondamentali che le persone hanno inculcate nella memoria": nella memoria di tanti italiani il solo nome Savoia evoca immagini di lutti, dolori, scarsa coerenza, e anche solo riandando a cronache recenti fatti incresciosi e vergognosi.
Paradossalmente mentre una parte dell'intellighenzia italiana tenta di rilanciare il dibattito sui 150 anni dell'Unità d'Italia, basta una canzonetta (il cui testo e musica fan sembrare la Marcia Reale del Gabetti un capolavoro) per fare impallidire ogni eventuale nostalgico sentimento patriottico: se qualcuno si interrogava sul perché dello scarso entusiasmo suscitato dall'anniversario del 1861, ha trovato la risposta nella performance canora del principino sabaudo, il quale non sembra interessato al Risorgimento quanto attratto dal Risarcimento, appunto una novantina di milioni chiesti per un esilio da lui considerato ingiusto.
Oggi, la stessa persona, canta il suo amore viscerale per l'Italia ... C'è chi davanti a tanta arroganza e sfrontatezza ha provato vergogna; personalmente mi sono sentito, invece, fiero, fiero d'essere Veneto, di quella terra che fu annessa dai Savoia attraverso un referendum farsa: oggi il referendum si fa con gli sms e un plebiscito sulla cui correttezza, al pari di quanto accadde nel 1866 in Veneto, in ben pochi credono ha salvato il principino rilanciandolo: siamo di nuovo alla comica visto che, al di là della scarsa qualità del trio trash, il ripescaggio sanremese puzza di strategia di marketing.
In realtà , se la conta dei voti avviene secondo le regole, il principino finisce trombato, come accadde alle Europee dello scorso anno quando il Savoia trovò ostello nell'Udc di Casini ma non ottenne i voti (veri non sms) necessari per essere eletto.
Ciò non di meno un personaggio che altrove sarebbe finito nella spazzatura della storia oggi furoreggia, ammiccando a quell'Italietta tutta mafia, spaghetti,mandolini, corruzione e inefficienza, che, non a caso, nacque e si sviluppò attorno alla casa reale sabauda: è quella l'Italia, in cui è difficile riconoscersi, ma così amata da Emanuele Umberto Reza Cirò René Maria Filiberto di Savoia detto l'Ultimo.
Ultimo in tutti i sensi, s'intende.
Roberto Ciambetti
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