Inizia domani 1° dicembre il processo per il crac della Banca Popolare di Vicenza ("BPVi: il processo" sarà il titolo della rubrica video con avvocati, soci e associazioni che vi proporremo per ogni udienza) ma la prima udienza così come la seconda, fissata per il 15 dicembre, saranno interamente dedicate alle integrazioni delle costituzioni di parte civile a seguito della riunione dei reati (ostacolo alla vigilanza, aggiotaggio e falso in prospetto) e alle nuove costituzioni con un incremento complessivo che secondo l'avvocato Sergio Calvetti di Treviso sarà di circa il 20% (lui da 2.000 "passerà " a 2.400 costituzioni e procederà "anche contro Intesa e, se verrà negata questa possibilità , per l'incostituzionalità del dl 99 che ha messo in Lca la banca regalandola a Intesa Sanpaolo...").
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Dall'aula C del tribunale di Vicenza, dove si svolgono le udienze preliminari per il crac BPVi contro, oltre alla banca ora in Lca, gli imputati Gianni Zonin (presidente), Giuseppe Zigliotto (membro del cda), i vice direttori Emanuele Giustini, Paolo Marin e Andrea Piazzetta oltre al funzionario Massimiliano Pellegrini (la posizione di Samuele Sorato è stata stralciata per problemi medici), ci giunge la notizia che, dopo l'ultima arringa del difensore di Piazzetta che si è incentrata sull'impossibilità di "non sapere" da parte di Banca d'Italia, tutti gli imputati suddetti sono stati rinviati a giudizio dal Gup Roberto Venditti che ha deliberato alle 12.30, dopo una breve camera di consiglio.Â
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Stralciata per gravi motivi di salute la posizione dell'ex dg e per pochi mesi Ad della Banca Popolare di Vicenza, Samuele Sorato, sentite la difese di Giovanni Zonin (avv. Enrico Ambrosetti: "è l'Ettore di Vicenza!") e iniziate quelle degli altri imputati nel processo BPVi (se l'istituto è difeso dall'avv. Francesco Mucciarelli i reati ipotizzati sono aggiotaggio aggravato e ostacolo alla vigilanza), oggi nell'aula C nel sotterraneo del tribunale di Vicenza, agibile in assenza di... innalzamenti del livello dei due fiumi nelle cui prossimità qualcuno ha pensato di costruire uno dei tribunali più auto inquisiti d'Italia, sono sfilate davanti a Roberto Venditti.
"Le difese ne hanno chiesto lo spostamento: «A Vicenza clima d'odio, manca serenità di giudizio». Duro scontro con la Procura": questo il sommario de Il Mattino di Padova della cui puntuale cronaca commenteremo i contenuti a seguire dopo avervela proposta qui di seguito.
Dopo lo spostamento del processo Veneto Banca da Roma a Treviso (per motivi tecnici di competenza territoriale, ndr), il rischio di "trasloco" a Trento incombe ora su quello Bpvi. Nell'udienza preliminare di ieri, le difese di quattro imputati (Gianni Zonin, Emanuele Giustini, Paolo Marin e Giuseppe Zigliotto), hanno depositato l'istanza di rimessione, vale a dire la richiesta di celebrarlo in un'altra città .
Gianni Zonin non era un inconsapevole pensionato, ma un lucido manager che aveva le conoscenze di un economista e la capacità gestionale di un amministratore delegato. E dunque non poteva non sapere: non poteva essere all'oscuro delle operazioni baciate e delle altre irregolarità che hanno contribuito al tracollo del!'ex Bpvi. È la convinzione della Procura di Vicenza che nell'udienza preliminare di ieri per il crac dell'istituto, ha chiesto il rinvio a giudizio del potentissimo presidente.
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Nuove richieste di rinvio a giudizio da parte della Procura di Vicenza per il crac della Banca Popolare di Vicenza. I pm Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi hanno depositato le domande per il secondo troncone di indagine, riguardante l'ostacolo agli organismi di vigilanza di Consob, Bankitalia e Bce. Per il solo ostacolo alla Consob, hanno chiesto il processo per l'ex direttore generale Samuele Sorato, il suo vice Emanuele Giustini e la stessa Banca Popolare vicentina. L'ex presidente Gianni Zonin e tutti gli altri indagati già nel primo troncone (Giuseppe Zigliotto, Paolo Marin, Massimiliano Pellegrini, Andrea Piazzetta) sono chiamati a rispondere di ostacolo alla vigilanza verso Bankitalia e Bce.
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Cominciano così a diventare importanti le somme formalmente congelate, non solo sui beni degli imputati, ma anche di terzi a cui gli stessi avrebbero cercato di cedere soldi o immobili
A fare da apripista, con le istanze dei primi soci della Banca Popolare di Vicenza, era stato alcune settimane fa l'avvocato Renato Bertelle di Malo, che aveva ottenuto il primo sequestro sui beni degli imputati per 15,47 milioni di euro. Ma il vero botto nell'inchiesta infinita che riguarda l'istituto di credito che ha avuto come presidente Gianni Zonin lo ha messo a segno l'avvocato trevigiano Sergio Calvetti, che ha ottenuto un provvedimento da 175,99 milioni di euro, a tutela di circa 2.400 tra ex soci ed ex risparmiatori che si sono trovati con niente in mano.
Delusione ed amarezza tra le tante vittime del dissesto della BPVi le quali riponevano fiducia nella decisione del gup nell'udienza preliminare in corso da dicembre sulla richiesta di rinvio a giudizio dei sette imputati (oltre alla banca stessa come persona giuridica) i quali devono rispondere a vario titolo di aggiotaggio, ostacolo alle attività di vigilanza e falso in prospetto. A Roma, nel processo "gemello" su Veneto Banca, il gup Lorenzo Ferri ha autorizzato la citazione del responsabile civile Banca Intesa, mentre a Vicenza il gup Roberto Venditti ha detto no.
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