"La CUB (Confederazione Unitaria di Base) - scrive nella nota che pubblichiamo Mario Barbieri di CUB - Federazione di Vicenza - ha partecipato ieri mattina (6 novembre) al presidio informativo che le RSU della fabbrica dei veleni Miteni hanno tenuto all'entrata dello stabilimento di Trissino (VI). Siamo stati informati dai rappresentanti dei lavoratori che l'azienda non ha avuto nemmeno il coraggio di avvisarli direttamente di averli licenziati a seguito della istanza di fallimento depositata in Tribunale, e di averlo saputo a mezzo stampa".
È sicuramente molto delicata la questione Pfas incentrata prima nell'area di Trissino e sull'azienda Miteni e poi allargatasi geograficamente a vaste aree dell'Italia e a cause che non si limitano alla fabbrica locale ma vanno almeno ricercate nei prodotti a base di Pfas non più provenienti dalla Miteni ma acquistati altrove sul mercato dagli utilizzatori e nei rifiuti tossici della Ricerche Marzotto, la vecchia Rimar, su cui è stato edificato il sito produttivo attuale e che ha lasciato in quei terreni di tutto e di più anche perchè le leggi del passato erano diverse e, magari, le "tolleranze" locali, tecniche e politiche, maggiori...
Per 36 anni anni Giuseppe Romio, presidente del Comitato dell'Oasi, ha lottato e continua a lottare per ottenere una nuova e adeguata verifica nel sottosuolo dove, secondo lui, giacciono dei residui di sacchi contenenti cromo esavalente altamente tossico. L'Amministrazione rifiuta qualsiasi verifica, dicendo che nessuna nuova evidenza giustifica un nuovo sondaggio del terreno". Dopo varie richieste - scrive mella nota che pubblichiamo il M5S -, interrogazioni e mozioni da parte di Liliana Zaltron, consigliere del Movimento 5 Stelle di Vicenza, di Manuel Brusco consigliere regionale M5S e del senatore Enrico Cappelletti si arriva ad un sopralluogo che doveva essere, a detta dei dirigenti comunali, un sopralluogo visivo propedeutico ad analisi in profondità .
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"Sappiamo, dalle audizioni della commissione ecomafie che si è recata in Veneto in settembre, che si ha intenzione di cercare i rifiuti nella parte sud dello stabilimento. Ma come dichiarato dallo stesso NOE e dalla Miteni l'85% dell'inquinamento da PFAS e il 76% di quello da BTF arriva dalla parte nord dello stabilimento", osservano i consiglieri regionali del M5S Veneto. La Giunta regionale non sta risolvendo il problema dei Pfas, sta solo mettendo delle toppe se non viene effettuata la bonifica dell'area contaminata della Miteni, tutto il resto è poco utile.Continua a leggere
Audizione oggi in Prefettura a Vicenza dell'amministratore delegato di Miteni, Antonio Nardone, da parte della commissione di Inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati. I membri della Commissione avevano visitato ieri mattina per oltre due ore lo stabilimento di Trissino dove hanno voluto approfondire tutte le tematiche e in particolare quelle relative alla depurazione degli scarichi e alla bonifica della falda.
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Miteni, coinvolta nel caso Pfas, informa che oggi alle ore 9 ha accolto i carabinieri del Nucleo operativo ecologico (Noe) nel nostro impianto di Trissino. Su richiesta della procura della Repubblica di Vicenza, il Noe ha richiesto di acquisire la documentazione storica e attuale dell'azienda, di proprietà dal 2009 del gruppo Weylchem. Il clima è di totale collaborazione. I tecnici Miteni stanno affiancando i carabinieri per illustrare le specifiche procedure aziendali, i sistemi di gestione, controllo e sicurezza, e per consentire la più efficace identificazione dei documenti utili per gli accertamenti. La presenza dei carabinieri del Noe nello stabilimento, così come da tempo quella dei tecnici Arpav, siamo certi che consentirà di fare ulteriore chiarezza sullo scrupoloso operato dell'azienda che ha sempre lavorato nel rispetto delle leggi, anticipando in forma volontaria interventi di ambientalizzazione anche quando non erano nemmeno richiesti o prescritti.
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Cataste di materiale-rifiuto nei cantieri. E scattano non solo le ispezioni dei carabinieri del Noe (il Nucleo operativo ecologico) di Treviso, ma anche le denunce a carico dei delegati ambientali del «Consorzio Sis» (il raggruppamento d’imprese che sta realizzando l’opera, ndr ), per «attività di gestione rifiuti non autorizzata». Nuova tegola sulla superstrada Pedemontana Veneta, per la quale nei giorni scorsi è stato raggiunto l’accordo economico tra Regione, famiglia Dogliani-Consorzio Sis, Cassa Depositi e Prestiti, Jp Morgan, ministeri delle Finanze e Infrastrutture, Palazzo Chigi.
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Praia a Mare. In una fredda mattinata, quella di oggi, lunedì 16 gennaio 2016, si è forse aperto un nuovo capitolo nella vicenda relativa all'area industriale di Praia a Mare, in provincia di Cosenza, dismessa nel 2004 dal Gruppo Marzotto. Da anni si sospetta che nei terreni che circondano la fabbrica della Marlane Marzotto per diversi ettari di superficie siano state interrate tonnellate di rifiuti tossici provenienti dagli scarti di lavorazione della fabbrica tessile. Lavorazioni che inoltre, secondo l'originaria ipotesi d'accusa della locale procura, essendo svolte in un regime di omissione dei necessari dispositivi per la sicurezza sui luoghi di lavoro (reato che intanto è andato in prescrizione, ndr), avrebbero ucciso 107 operai e fatto ammalare di tumori molte altre tute blu.
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