Superstrada Pedemontana Veneta, trovati rifiuti nei cantieri
Martedi 14 Febbraio 2017 alle 07:43 | 0 commenti
Cataste di materiale-rifiuto nei cantieri. E scattano non solo le ispezioni dei carabinieri del Noe (il Nucleo operativo ecologico) di Treviso, ma anche le denunce a carico dei delegati ambientali del «Consorzio Sis» (il raggruppamento d’imprese che sta realizzando l’opera, ndr ), per «attività di gestione rifiuti non autorizzata». Nuova tegola sulla superstrada Pedemontana Veneta, per la quale nei giorni scorsi è stato raggiunto l’accordo economico tra Regione, famiglia Dogliani-Consorzio Sis, Cassa Depositi e Prestiti, Jp Morgan, ministeri delle Finanze e Infrastrutture, Palazzo Chigi.
Già da fine 2016 l’Arma, su delega del procuratore capo di Vicenza Antonino Cappelleri, stava controllando la «galleria naturale di Malo» e le opere di scavo del primo e secondo lotto nei comuni di Malo, Breganze e Castelgomberto. In particolare, ad essere tenuti sott’occhio, erano proprio i grandi cumuli di materiale estratto in corso d’opera, a margine delle operazioni di cementificazione: residui solidi risultati dalle operazioni di «jet grouting», cioè dalle iniezioni nel terreno di cemento a pressione elevata, per consolidare l’area. Ora le analisi di laboratorio hanno escluso che si tratti di materiale pericoloso, tuttavia è stato appurato che i metri cubi stoccati sono decisamente oltre i quantitativi consentiti. I singoli limiti massimi di cumolo sono di 3mila metri quadrati: i carabinieri ne hanno accertati oltre 65mila. Oltre alle quantità di materiale, vengono contestate anche le procedure di gestione dello stesso. Secondo l’accusa, il Consorzio Sis avrebbe dovuto trattare questi residui come veri e propri rifiuti: doveva cioè smaltirli a norma di legge oppure, ottenuta l’autorizzazione, procedere allo stoccaggio. I carabinieri hanno dato alla ditta indicazioni precise in tal senso e verificheranno nelle prossime settimane se saranno state rispettate (pena il processo, anziché la semplice sanzione amministrativa). I commenti sull’esito degli accertamenti non si sono fatti attendere. «È un campanello d’allarme, dato che i rifiuti non sono pericolosi, ma potrebbero manifestare rischi molto più grandi - commentano i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle -. Il caso della Valdastico Sud, sotto la quale sono stati trovati rifiuti tossici, lo dimostra. La Pedemontana è un’opera ad alto rischio in quanto a riciclo di rifiuti tossici e inquinamento». I pentastellati avevano invitato i Comuni interessati dal passaggio della Pedemontana «ad adottare una mozione preventiva per costituirsi parte civile nei futuri eventuali processi per reati ambientali». Una mozione, spiegano, che «dà la possibilità ai Comuni di tutelarsi. A Bassano è stata approvata, altri comuni meno lungimiranti l’hanno bocciata. I comuni che non l’hanno ancora discussa, fanno ancora in tempo». E a proposito di Pedemontana rimane ancora sotto sequestro il cantiere di San Tomio di Malo, dove il 19 aprile scorso è morto un operaio messinese, investito da una scarica di massi staccatasi dalla volta della galleria in costruzione. Le perizie disposte dalla procura sono complesse e lunghe, non solo per la necessità di mettere in sicurezza la galleria, ma anche per la querelle con Sis che si dimostrerebbe poco collaborativa in quanto a prescrizioni. Al punto che la procura, che ha indagato 2 aziende e 10 persone, è vicina a chiedere la seconda proroga delle indagini.
Di Benedetta Centin, da Corriere del Veneto
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