Il Sole 24 Ore: i crediti "allegri" di Consoli, moglie compresa
Venerdi 14 Aprile 2017 alle 12:09
Un reticolato di disposizioni sottotraccia, per nulla ortodosse, un controllo "allegro" del rischio di credito, una carenza dei ruoli di gestione e di governo, sono le principali risultanze dell'ispezione della Banca D'Italia svoltasi tra il 15 aprile e il 9 agosto del 2013 negli uffici di Veneto Banca. Dalle carte delle indagini della Procura di Roma a carico dell'ex "dominus" dell'istituto di Montebelluna Vincenzo Consoli e di altri 12 tra manager e dirigenti, tra cui anche gli ex presidenti Flavio Trinca e Francesco Favotto, emerge che «l'esigenza di conservare volumi operativi adeguati a sostenere i ricavi e atteggiamenti troppo spesso inclini a fornire indiscriminato sostegno finanziario alle imprese del territorio di riferimento hanno portato a trascurare una puntuale valutazione del merito creditizio».
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Pmi e lavoro muoiono tra banche indifferenti
Venerdi 19 Marzo 2010 alle 07:47
Si fa un gran parlare in questi mesi della necessità che il sistema bancario, artefice principale dell'attuale crisi all'estero, ma certo non un angelo in Italia, supporti col credito le imprese, soprattutto quelle piccole, perché tanto le grandi il sistema le ha sempre aiutate per non rimetterci troppo o per altri motivi, da quelli politici a mille altri.
Ora le banche, in questo caso sì piccole e grandi, hanno ripreso a macinare utili e spesso con i vecchi sistemi ‘speculativi', che non sono quelli tipici di una banca: la raccolta del risparmio e la sua destinazione agli impieghi, sia pure opportunamente ‘garantiti'.
E' sotto gli occhi di tutti, e per capirlo non bisogna essere esperti economici o della finanza dei derivati e della speculazioni in Borsa con soldi in gran parte dei ... risparmiatori, che buona o gran parte della crisi attuale è, invece e tuttora, crisi di credito.
Questo si è fermato o pretende dai piccoli garanzie o condizioni di tassi non sostenibili e alla base della piramide qualcuno non può pagare il suo fornitore che a sua volta non può pagare il suo e così via verso un incancrenimento generale che sfocia in fallimenti aziendali, perdite crescenti di posti di lavoro e ora anche suicidi, di imprenditori e lavoratori!
Continua a leggereGenerali: Ferak (Amenduni) sale nelle quote
Giovedi 18 Marzo 2010 alle 01:31Redazione di VicenzaPiù    Â
La Ferak, finanziaria che fa capo alla famiglia Amenduni Gresele di Vicenza, tramite la Effeti, società al 50% tra Fondazione Crt e Ferak stessa, ha rilevato ieri, mercoledì 17, una quota in Generali del 2,26%, che si va ad aggiungere (in quota parte) all'1.7% già posseduto direttamente (Il Sole 24 Ore Radiocor).
La Crt (Fondazione Cassa di Risparmio di Torino) non aveva, invece, azioni del gruppo di Trieste.
Le 35.300.587 azioni ordinarie Generali (pari a circa il 2,26% del capitale) sono state acquistate da Unicredit, che è uscita totalmente dalla partecipazione nel colosso assicurativo di Trieste per i vincoli imposti dall'Antitrust, e la Effeti le ha rilevate al prezzo di 18 euro per azione (circa 635 milioni di euro in totale il controvalore dell'acquisto).
L'operazione di rafforzamento delle quote in Generali da parte degli imprenditori vicentini è stata perfezionata prima della scadenza del termine della presentazione delle liste per il nuovo Cda di Generali, termine fissato al 6 aprile.
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