Il Sole 24 Ore: i crediti "allegri" di Consoli, moglie compresa
Venerdi 14 Aprile 2017 alle 12:09 | 0 commenti
Un reticolato di disposizioni sottotraccia, per nulla ortodosse, un controllo "allegro" del rischio di credito, una carenza dei ruoli di gestione e di governo, sono le principali risultanze dell'ispezione della Banca D'Italia svoltasi tra il 15 aprile e il 9 agosto del 2013 negli uffici di Veneto Banca. Dalle carte delle indagini della Procura di Roma a carico dell'ex "dominus" dell'istituto di Montebelluna Vincenzo Consoli e di altri 12 tra manager e dirigenti, tra cui anche gli ex presidenti Flavio Trinca e Francesco Favotto, emerge che «l'esigenza di conservare volumi operativi adeguati a sostenere i ricavi e atteggiamenti troppo spesso inclini a fornire indiscriminato sostegno finanziario alle imprese del territorio di riferimento hanno portato a trascurare una puntuale valutazione del merito creditizio».
I ritardi nell'emersione della reale rischiosità del portafoglio hanno consentito, fino al 2011, di adottare politiche di determinazione del valore delle azioni poco prudenti, utili a sostenere la crescita del capitale, favorita anche con la concessione di facilitazioni destinate all'acquisto di azioni proprie.
Alcuni effetti di queste facilitazioni hanno "distorto" la remunerazione riconosciuta ai vertici dell'azienda, legati ai risultati del conto economico. Vertici aziendali, ovvero consiglio di amministrazione e collegio sindacale, che, emerge dalle carte, «non hanno rilevato e gestito adeguatamente le situazioni di conflitto di interesse che interessavano diversi esponenti. Ci si riferisce alla gestione dei finanziamenti in capo al sindaco Michele Stiz e al consigliere Attilio Carlesso (a capo del comitato delle remunerazioni), entrambi finanziati per importi rilevanti».
In particolare, alla posizione incagliata Gramar srl (9,1 milioni), garantita dal consigliere Carlesso, era stata erogata nel 2006 una sovvenzione a breve termine di 6,2 milioni per l'acquisto di un immobile a destinazione industriale (il cui prezzo nell'atto di vendita era di 5,2 milioni), facilitazione concessa e rinnovata pur in presenza di una policy interna che non consente il finanziamento di immobili non residenziali in misura superiore al 50% del loro valore. Al gruppo Stiz (ad incaglio per 23,6 milioni) sono stati concessi affidamenti, in difetto di adeguate analisi sulla capacità di rimborso, destinati in gran parte all'acquisizione per la successiva rivendita di complessi immobiliari a Treviso e in Sardegna. Ancora: alla posizione in sofferenza Finver Agricola Immobiliare srl del gruppo Terzoli, riferibile al figlio dell'ex consigliere e fideiussore Luigi Terzoli, in carica fino al maggio 2013, il cda ha concesso, il 14 giugno 2011, una apertura di credito di 1,65 milioni servita a coprire passaggi a debito e al rientro di altre posizioni di difficoltà dello stesso gruppo e personali.
Frequenti sono risultati anche i finanziamenti deliberati a favore dei consiglieri per attività speculative in valori mobiliari e operatività in cambi. In particolare, gli sconfinamenti sono stati in alcuni casi coperti con l'incremento dei fidi. Si citano, in proposito, le seguenti facilitazioni: «20 milioni a Gianfranco Zoppas (con sconfinamenti per 13,7 milioni a ottobre 2012); 6,1 milioni a Francesco Biasia (con sconfinamenti per 3,3 milioni a gennaio 2012 e 2,6 a febbraio, marzo e luglio del 2013); 2,6 milioni al presidente Flavio Trinca (con sconfinamenti di 76mila euro a maggio 2011); 400mila euro a Alessandra De Faveri, moglie del vice presidente Franco Antiga (con sconfinamenti per 288mila a luglio 2012); 400mila a Attilio Carlesso. E 2 milioni di euro ad Anna Maria Savastano, moglie dell'amministratore delegato Vincenzo Consoli, per la quale, inoltre, è stata deliberata dal capo Area crediti la parziale trasformazione della linea in Yen per 450mila euro.
da Il Sole 24 Ore
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