Ciambetti inaugura lavori dell'Alda: Veneto e Vicenza, punti di riferimento
Venerdi 18 Gennaio 2013 alle 21:30Grazie a Rete Migranti di Vicenza
Venerdi 8 Gennaio 2010 alle 01:30L'autocelebrazione non rientra nel nostro stile, ma ci fa piacere, inutile negarlo, che gli altri riconoscano il lavoro e la qualità della nostra (quasi totalmente giovane) redazione.
Se pochi giorni fa, ad esempio, Roberto Ciambetti, Capogruppo in Regione della Lega Nord, ci ringraziava per lo spazio dato alle sue opinioni (cosa che facciamo comunque, sempre e con tutti quelli che ce le inviano e sono disposti a discuterne e farne discutere), siamo, se possibile, ancora più contenti se a riconoscere il nostro sforzo di fare informazione (di libero confronto) non sono i potenti di turno ma un'Associazione di chi crede nella vita, nell'integrazione e nel futuro di un mondo che non può essere ‘global' solo per gli interessi economici, dimenticando l'essenza dell'umanità .
Continua a leggereL'opinione di Ciambetti su Piazza Venezia
Sabato 5 Settembre 2009 alle 13:10
In articoli, apparsi sulla stampa, si legge che tra le varie proposte per celebrare i 150 anni dell'Unità d'Italia 1861-2011, vi è anche l'idea "di cambiare nome a piazza Venezia a Roma per ribattezzarla piazza dell'Unità d'Italia". L'idea nasce vecchia, e non portò particolarmente bene, al proponente del secolo scorso; durante il Ventennio, Mussolini, ribattezzo la piazza con il nome di "Foro d'Italia", salvo poi, dopo i noti eventi del secondo conflitto mondiale, qualcuno di buonsenso riportò al vecchio nome di piazza Venezia.
Siamo proprio nel centro geometrico di Roma, strategico nell'urbanistica della città papale e non a caso qui abitava Michelangelo Buonarroti, qui venne a vivere gli ultimi suoi anni Letizia Bonaparte, madre di Napoleone: originariamente chiamata Platea Nova, poi Piazza della Concha e infine piazza Venezia, perché fino a tutto il XIX secolo lo spazio era delimitato ai due lati da palazzetto e palazzo Venezia, quest'ultimo originariamente sede del cardinale titolare della basilica di San Marco, quindi residenza papale e poi sede ufficiale dell'Ambasciata di Venezia.
Palazzo Venezia fu il primo edificio rinascimentale eretto a Roma, rappresenta l'intervento architettonico più importante dell'intero Quattrocento romano, voluto dal cardinale veneziano Pietro Barbo, già vescovo di Vicenza, eletto poi papa con il nome di Paolo II.
Siamo, nel cuore di Roma, non solo urbanistico ma anche culturale e non a caso nella seconda metà dell'Ottocento il Regno Sabaudo per autocelebrarsi, rimarcando la sua presenza per segnare la discontinuità con il passato, volle una radicale trasformazione e sventramento di questo spazio denso di memorie: trasformando piazza Venezia si tentava se non di cancellare, almeno di violentare la memoria di un luogo simbolico, legato a momenti straordinari nella storia della città , come la singolarissima coabitazione, appunto a palazzo Venezia, tra pontefici e ambasciatori veneziani, coabitazione protrattasi dal 1564 fino allo spostamento dei Pontefici al Quirinale. Veneziani e papi assieme, quasi a ricordarci che c'era una storia prima degli anonimi, e alquanto scialbi, Savoia, una storia, che parlava di Giulio II e Michelangelo oltre che della Serenissima e via via per i secoli.
Con la realizzazione del Vittoriale, fu sventrata la piazza, abbattuti e spostati edifici, tra i quali anche palazzetto Venezia, per permettere la prospettiva sul monumento a Vittorio Emanuele II: con quello sventramento i Savoia entravano anche monumentalmente e in maniera pesante nella storia di Roma.
Ora, con la proposta di trasformare Piazza Venezia in Piazza dell'Unità d'Italia, si cerca anche di cancellare la memoria, ingombrante per l'Italia, della Repubblica di Venezia. Ingombrante per un fatto chiaro, visto che Venezia aveva e ha ciò che mancava ai Savoia e all'Italia Unita: una storia, un passato, un ruolo nelle grandi vicende europee. Il mutare nome a piazza Venezia per le celebrazioni del 1861, quando l'Italia si unì (e il Veneto dipendeva da Vienna: nel 1861 noi non eravamo ancora sabaudi) mi sembra se non un insulto ai veneti, di certo uno sgarbo spiacevole.
Chiedo al Presidente Napolitano, uomo di cultura e di buonsenso, di far soprassedere, i proponenti, di questo revisionismo toponomastico.
Lancio un appello al presidente Galan: palazzo Venezia, per accordi internazionali, alla caduta della Serenissima, passò ai francesi quindi all'impero austroungarico prima di essere confiscato dal Regno Sabaudo durante la Prima Guerra Mondiale. Non so se la Regione Veneto, come ideale erede della Repubblica di Venezia, possa vantare qualche diritto sull'edificio: di certo ha il dovere, morale, di difenderne la memoria storica.
Roberto Ciambetti
Capogruppo Regionale
Liga Veneta-Lega Nord
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Ciambetti e Caner sul Ramadam
Lunedi 24 Agosto 2009 alle 15:57
«Ramadan. E la sicurezza sul posto di lavoro?»
«Il problema non è ideologico, è drammaticamente reale»
«La questione del Ramadan non è solamente religiosa, bensì è un problema reale nei posti di lavoro». Roberto Ciambetti e Federico Caner, rispettivamente capogruppo e vice-capogruppo regionale veneto del Carroccio, analizzano il rapporto fra il digiuno diurno per i musulmani e la sicurezza nei cantieri e nelle fabbriche.
«Qualcuno vorrà bollare la polemica come ideologica e squisitamente leghista, ma non è così - hanno commentato Ciambetti e Caner - . Abbiamo avuto modo di parlare con alcuni capo-cantiere edilizi, con imprenditori ed artigiani che hanno alle loro dipendenze della manovalanza musulmana e nessuno di essi ne ha fatto una questione religiosa, bensì reale ed oggettiva: se un dipendente non può mangiare per molte ore, le sue forze vengono meno, l'attenzione cala ed è inevitabile l'aumento del rischio di incidenti sul posto di lavoro. E a risponderne, però, devono essere i titolari».
«La questione non è banale e vorremmo sapere se i sindacati hanno mai analizzato il problema - ha proseguito Ciambetti - . Nessuno contesta il diritto di culto, ma è doveroso conciliarlo con le esigenze lavorative delle nostre aziende, senza creare disparità fra i vari dipendenti».
«Le morti bianche sono una drammatica realtà a cui si cerca, giorno per giorno, di porre rimedio - ha concluso Caner - . Ma allora, come risolvere anche questo rischio legato al Ramadan?».
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Ciambetti per vittime del Faloria del 118
Sabato 22 Agosto 2009 alle 20:36Ciambetti Lega Nord. 22 agosto 2009Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â
"La tragedia del Faloria lascia interdetti e credo sia giusto riempire il silenzio di questi momenti con una preghiera e un pensiero verso quanti, incuranti del pericolo, dedicano la loro vita per gli altri". Il capogruppo consiliare della lega Nord in Regione Roberto Ciambetti unisce il proprio personale "cordoglio sincero e quello dell'intero gruppo consigliare della Lega Nord - Liga Veneta per il grave lutto - ha detto Ciambetti - che ha colpito la squadra del 118 di Belluno guidata dal dottor Fabrizio Spaziani. Alle famiglie e a quanti hanno perso cari e affetto le nostre condoglianze. Spesso noi tutti - ha continuato Ciambetti - dimentichiamo quanto difficile e rischiosa sia l'opera di coloro che prestano soccorso in condizioni di emergenza: ci sono persone che quotidianamente mettono a rischio la loro vita pur sapendo quale pericolo corrono. Questi sono i veri eroi del nostro tempo e spetta a noi tutti far seguire alla commozione e al dolore di queste ore, riconoscimenti concreti e credo che questo impegno possa e debba essere condiviso da tutti e concretarsi non solo nel giusto sostegno alle famiglie, che hanno perso così tanto, ma anche potenziando e modernizzando le strutture e i mezzi di chi opera in condizioni di difficoltà ed emergenza"
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