È avvenuta questa mattina, sabato 24 maggio 2014, presso la sede di VicenzaPiù in viale Trento la consegna al direttore Giovanni Coviello e alla redazione di un riconoscimento dell'impegno profuso per far conoscere alla cittadinanza la vertenza Askoll P&C di Castell'Alfero in provincia di Asti.
Direttamente da Castell'Alfero arriva oggi, sabato 24 maggio, una delegazione dalla Askoll P&C guidata da un componente confederale della RSU. Sono alcuni dei lavoratori dello stabilimento piemontese, impegnato nel settore del bianco e facente capo al gruppo dell'imprenditore vicentino Elio Marioni, che per più di due mesi hanno lottato per impedire la chiusura della loro fabbrica e il conseguente licenziamento di 223 dipendenti.
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Era sabato 15 febbraio quando per la prima volta davamo notizia del presidio e parziale blocco della produzione avviati due giorni prima dai lavoratori della Askoll P&C di Castell’Alfero. “Askoll, ad Asti 220 lavoratori a rischio: a Vicenza un ippodromo, qui sulla strada", questo il titolo del nostro primo servizio con cui lanciavamo uno sguardo fuori dalla provincia berica per occuparci della causa di 223 lavoratori a rischio licenziamento per la chiusura e possibile delocalizzazione dello stabilimento che produce componenti di elettrodomestici (da qui tutti i nostri servizi in ordine cronologico).
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«Buongiorno. Alla fine il buon senso ha prevalso: raggiunta un'intesa oggi (venerdi 11 aprile 2014 per chi legge, ndr) per superare la crisi ASKOLL P&C di Castell'Alfero. Nella notte, per la precisione alle 4, è stata siglata l'ipotesi di accordo tra direzione aziendalle della ASKOLL P&C e le RSU e OO.SS. Un giusto compromesso basato sulla reciproca fiducia ...», è così che Silvano Uppo, segretario provinciale della UILM di Asti, ci comunica la felice conclusione, almeno per un anno e qualche mese, di una battaglia in cui anche VicenzaPiù ha fatto la sua parte informando su una vicenda (la chiusura della fabbrica il prosssimo 7 giugno) altrimenti "censurata" a Vicenza dove ha sede il gruppo del presidente Elio Marioni e dove si temono situazioni analoghe (nella foto i sindacalisti firmatari, tra cui Uppo in alto a sx, con i segni della "soddisfatta" stanchezza e una immagine di una delle manifestazioni dei lavoratori, ndr).
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Tiziano Toniolo, iscritto alla Fim Cisl ed Rsu della Askoll P& di Castell'Alfero, lavora da 33 anni in quella ex Ceset che la casa madre del presidente e titolare vicentino Elio Marioni, dopo averla acquistata dalla statunitense Emerson insieme alla fabbrica ora già chiusa di Moncalieri con 300 persone a casa, ha deciso di fermare per troppe perdite trasferendo la produzione in Slovacchia.
Dopo il primo contatto e una lunga intervista con Massimo Fùrlan, responsabile della comunicazione del gruppo Askoll, il suo presidente e titolare, Elio Marioni, ci aveva poi telefonato, prima di "riammutolirsi", non si sa bene se per blandirci o per invitarci a "scrivere di meno o meglio" sulla chiusura annunciata, e poi confermata, per il 7 giugno prossimo, della Askoll P&C di Castell'Alfero nell'Astigiano con conseguente licenziamento di 223 operai (150 oggi che si aggiungono ai 70 che nello stesso giorno esaurirrebbero la Cig).
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È dall'alba di giovedì 13 febbraio, e noi di VicenzaPiù ne stiamo puntualmente riferendo dal 15 febbraio con un'eco tanto maggiore quanto più avvilente è il silenzio generale locale, che i lavoratori allora in via di licenziamento della Askoll P&C di Castell'Alfero hanno iniziato a presidiare i cancelli dell'azienda prima di scendere in sciopero e subire poi anche la serrata aziendale dopo il licenziamento in blocco di tutti i residui 223 dipendenti della ex Ceset.
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Tiziano Toniolo, Fim Cisl, e Silvano Uppo, Uilm, ci anticipano mentre sono in treno verso Asti l'intransigenza della Askoll al tavolo odierno (21 marzo) convocato presso il Ministero dello Sviluppo Economico. Pur se diversamente sollecitata dal Mise, pur se da oggi i contratti di solidarietà nel settore del "bianco" costano ancora meno e pur in presenza di consistenti contributi economici del territorio e di possibili sacrifici da parte dei 223 lavoratori licenziati dal prossimo 7 giugno dalla Askoll P&C di Castell'Alfero, la proprietà dell'azienda che fa capo al gruppo Askoll del vicentino Elio Marioni dopo la "serrata" ha confermato la chiusura dello stabilimento per portare la produzione in Slovacchia.
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Mentre Tiziano Toniolo della Rsu come Fim Cisl fa fatica a parlare perchè è reduce anche da un'assemblea all'esterno dei cancelli con i 223 licenziati della Askoll di Castell'Alfero, che, come se non bastasse la chiusura decisa per il 7 giugno per delocalizzare in Slovacchia la produzione, stanno subendo la serrata decisa dal gruppo vicentino di Elio Marioni, è Silvano Uppo, segretario provinciale della Uilm di Asti, a confermarci che dopo l'incontro con il Prefetto di Asti, «domani alle 10 è in programma la convocazione al Mise».
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I duri sono tali perchè sanno mostrare i muscoli e, dopo quelli parolai di Maurizio Mastelli, il tagliatore di risorse umane di Creazzo, il vertice del gruppo che da Povolaro è guidato da Elio Maioni, così preso dal suo milionario progetto di centro equestre a Caldogno da non poter parlare di altro, ha deciso di mostrare quelli reali con la "serrata" della fabbrica di Castell'Alfero comunicata ieri sera alle Rsu a firma Alessandro Beaupain, amminsitratore delegato della società astigiana che tra l'altro avrebbe (e il condionale è d'uso ...) partecipazioni nella Askoll Tre di Povolaro in un intreccio che farebbe nascere qualche domanda.