Archivio per tag: Antonio Vigni
	
	
			
							
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				 Alessandro Profumo e Fabrizio Viola (poi diventato Ad e, quindi, commissario liquidatore di Banca Popolare di Vicenza, ndr) non hanno falsificato i bilanci di Mps e non hanno ingannato il mercato. Ne è certo il pubblico ministero di Milano, Stefano Civardi, che ieri in sede di udienza preliminare ha chiesto il proscioglimento con formula piena degli ex vertici di Rocca Salimbeni. Già nel settembre 2016, Civardi - insieme ai colleghi Giordano Baggio e Mauro Clerici - aveva richiesto l'archiviazione per i reati di falso in bilancio e aggiotaggio per i due manager, ma il giudice Livio Antonello Cristofano, ad aprile 2017 ne ha disposto l'imputazione coatta, così gli stessi magistrati hanno disposto come atto dovuto il rinvio a giudizio per i due.			
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			Alessandro Profumo e Fabrizio Viola (poi diventato Ad e, quindi, commissario liquidatore di Banca Popolare di Vicenza, ndr) non hanno falsificato i bilanci di Mps e non hanno ingannato il mercato. Ne è certo il pubblico ministero di Milano, Stefano Civardi, che ieri in sede di udienza preliminare ha chiesto il proscioglimento con formula piena degli ex vertici di Rocca Salimbeni. Già nel settembre 2016, Civardi - insieme ai colleghi Giordano Baggio e Mauro Clerici - aveva richiesto l'archiviazione per i reati di falso in bilancio e aggiotaggio per i due manager, ma il giudice Livio Antonello Cristofano, ad aprile 2017 ne ha disposto l'imputazione coatta, così gli stessi magistrati hanno disposto come atto dovuto il rinvio a giudizio per i due.			
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		Per MPS da prosciogliere Profumo e Viola, Il Fatto: per la procura si sono attenuti alle disposizioni ricevute da Consob e Banca d'Italia sui derivati nei bilanci 2012-2015
Domenica 8 Aprile 2018 alle 11:27 Alessandro Profumo e Fabrizio Viola (poi diventato Ad e, quindi, commissario liquidatore di Banca Popolare di Vicenza, ndr) non hanno falsificato i bilanci di Mps e non hanno ingannato il mercato. Ne è certo il pubblico ministero di Milano, Stefano Civardi, che ieri in sede di udienza preliminare ha chiesto il proscioglimento con formula piena degli ex vertici di Rocca Salimbeni. Già nel settembre 2016, Civardi - insieme ai colleghi Giordano Baggio e Mauro Clerici - aveva richiesto l'archiviazione per i reati di falso in bilancio e aggiotaggio per i due manager, ma il giudice Livio Antonello Cristofano, ad aprile 2017 ne ha disposto l'imputazione coatta, così gli stessi magistrati hanno disposto come atto dovuto il rinvio a giudizio per i due.			
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			Alessandro Profumo e Fabrizio Viola (poi diventato Ad e, quindi, commissario liquidatore di Banca Popolare di Vicenza, ndr) non hanno falsificato i bilanci di Mps e non hanno ingannato il mercato. Ne è certo il pubblico ministero di Milano, Stefano Civardi, che ieri in sede di udienza preliminare ha chiesto il proscioglimento con formula piena degli ex vertici di Rocca Salimbeni. Già nel settembre 2016, Civardi - insieme ai colleghi Giordano Baggio e Mauro Clerici - aveva richiesto l'archiviazione per i reati di falso in bilancio e aggiotaggio per i due manager, ma il giudice Livio Antonello Cristofano, ad aprile 2017 ne ha disposto l'imputazione coatta, così gli stessi magistrati hanno disposto come atto dovuto il rinvio a giudizio per i due.			
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				 Conferma   della sentenza di primo grado pronunciata dal Tribunale di   Siena per gli ex vertici del Monte dei Paschi e aggravamento   delle pene. Questa la richiesta del Procuratore Generale   davanti alla Corte d'Appello di Firenze nei confronti di   Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gianluca Baldassarri   condannati in primo grado a 3 anni e 6 mesi ciascuno per   ostacolo all'attivita' di vigilanza della Banca d'Italia. E'   la vicenda del presunto occultamento del documento 'mandate   agreement' che collegava quattro operazioni realizzate da Mps   con Nomura nell'estate del 2009 per ristrutturare il veicolo   Alexandria.			
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			Conferma   della sentenza di primo grado pronunciata dal Tribunale di   Siena per gli ex vertici del Monte dei Paschi e aggravamento   delle pene. Questa la richiesta del Procuratore Generale   davanti alla Corte d'Appello di Firenze nei confronti di   Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gianluca Baldassarri   condannati in primo grado a 3 anni e 6 mesi ciascuno per   ostacolo all'attivita' di vigilanza della Banca d'Italia. E'   la vicenda del presunto occultamento del documento 'mandate   agreement' che collegava quattro operazioni realizzate da Mps   con Nomura nell'estate del 2009 per ristrutturare il veicolo   Alexandria.			
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		Processo Mps: accusa chiede aggravamento pene per ex vertici, operazione Nomura non decifrabile senza documenti poi esibiti da Fabrizio Viola ora anche lui indagato
Venerdi 13 Ottobre 2017 alle 20:23 Conferma   della sentenza di primo grado pronunciata dal Tribunale di   Siena per gli ex vertici del Monte dei Paschi e aggravamento   delle pene. Questa la richiesta del Procuratore Generale   davanti alla Corte d'Appello di Firenze nei confronti di   Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gianluca Baldassarri   condannati in primo grado a 3 anni e 6 mesi ciascuno per   ostacolo all'attivita' di vigilanza della Banca d'Italia. E'   la vicenda del presunto occultamento del documento 'mandate   agreement' che collegava quattro operazioni realizzate da Mps   con Nomura nell'estate del 2009 per ristrutturare il veicolo   Alexandria.			
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			Conferma   della sentenza di primo grado pronunciata dal Tribunale di   Siena per gli ex vertici del Monte dei Paschi e aggravamento   delle pene. Questa la richiesta del Procuratore Generale   davanti alla Corte d'Appello di Firenze nei confronti di   Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gianluca Baldassarri   condannati in primo grado a 3 anni e 6 mesi ciascuno per   ostacolo all'attivita' di vigilanza della Banca d'Italia. E'   la vicenda del presunto occultamento del documento 'mandate   agreement' che collegava quattro operazioni realizzate da Mps   con Nomura nell'estate del 2009 per ristrutturare il veicolo   Alexandria.			
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					Categorie: Banche, Fatti, Economia&Aziende				
			
			
			
							
				 Sull'incerto destino delle banche italiane pesa il dominio pieno e incontrollato della Banca centrale europea (Bce) e della Banca d'Italia. La Vigilanza esercita il suo potere di vita e di morte senza rendere conto a nessuno, con una discrezionalità prossima all'arbitrio. Esemplare il caso del Monte dei Paschi di Siena e del suo amministratore delegato Marco Morelli. Dal 22 dicembre i titoli della più antica banca del mondo sono sospesi in Borsa, in attesa che la vigilanza decida se consentire il salvataggio pubblico o decretare il fallimento, pudicamente detto risoluzione.			
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			Sull'incerto destino delle banche italiane pesa il dominio pieno e incontrollato della Banca centrale europea (Bce) e della Banca d'Italia. La Vigilanza esercita il suo potere di vita e di morte senza rendere conto a nessuno, con una discrezionalità prossima all'arbitrio. Esemplare il caso del Monte dei Paschi di Siena e del suo amministratore delegato Marco Morelli. Dal 22 dicembre i titoli della più antica banca del mondo sono sospesi in Borsa, in attesa che la vigilanza decida se consentire il salvataggio pubblico o decretare il fallimento, pudicamente detto risoluzione.			
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		Il Fatto, Meletti: stessa sanzione Bankitalia a Vincenzo Consoli, ex Ad Veneto Banca poi arrestato, e a Marco Morelli, ora Ad di MPS
Mercoledi 3 Maggio 2017 alle 09:28 Sull'incerto destino delle banche italiane pesa il dominio pieno e incontrollato della Banca centrale europea (Bce) e della Banca d'Italia. La Vigilanza esercita il suo potere di vita e di morte senza rendere conto a nessuno, con una discrezionalità prossima all'arbitrio. Esemplare il caso del Monte dei Paschi di Siena e del suo amministratore delegato Marco Morelli. Dal 22 dicembre i titoli della più antica banca del mondo sono sospesi in Borsa, in attesa che la vigilanza decida se consentire il salvataggio pubblico o decretare il fallimento, pudicamente detto risoluzione.			
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			Sull'incerto destino delle banche italiane pesa il dominio pieno e incontrollato della Banca centrale europea (Bce) e della Banca d'Italia. La Vigilanza esercita il suo potere di vita e di morte senza rendere conto a nessuno, con una discrezionalità prossima all'arbitrio. Esemplare il caso del Monte dei Paschi di Siena e del suo amministratore delegato Marco Morelli. Dal 22 dicembre i titoli della più antica banca del mondo sono sospesi in Borsa, in attesa che la vigilanza decida se consentire il salvataggio pubblico o decretare il fallimento, pudicamente detto risoluzione.			
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					Categorie: Banche				
			
			
			
							
				 La prima sfida che attende Fabrizio Viola, arrivato il 6 dicembre a  guidare la Popolare di Vicenza, è contro il tempo. Dirottato dalla Bce  nell’epicentro del terremoto veneto del credito – oltre 15 miliardi  bruciati dalle gestioni Zonin-Sorato alla Popolare di Vicenza e  Trinca-Consoli a Veneto Banca, con il coinvolgimento di oltre 200 mila  risparmiatori – Viola deve fondere quel che resta delle due banche e  cercare di dare un futuro comune, diverso dal passato e sostenibile  nell’era digitale, a quella che il presidente Mion ha ipotizzato poter  diventare una banca di riferimento per il Nordest. L’impresa non è  facile. Il cantiere chiederà almeno un anno di intenso lavoro, ma  Viola punta ad annunciare il progetto entro il primo trimestre del  2017.			
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			La prima sfida che attende Fabrizio Viola, arrivato il 6 dicembre a  guidare la Popolare di Vicenza, è contro il tempo. Dirottato dalla Bce  nell’epicentro del terremoto veneto del credito – oltre 15 miliardi  bruciati dalle gestioni Zonin-Sorato alla Popolare di Vicenza e  Trinca-Consoli a Veneto Banca, con il coinvolgimento di oltre 200 mila  risparmiatori – Viola deve fondere quel che resta delle due banche e  cercare di dare un futuro comune, diverso dal passato e sostenibile  nell’era digitale, a quella che il presidente Mion ha ipotizzato poter  diventare una banca di riferimento per il Nordest. L’impresa non è  facile. Il cantiere chiederà almeno un anno di intenso lavoro, ma  Viola punta ad annunciare il progetto entro il primo trimestre del  2017.			
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BPVi e Veneto Banca: corsa contro il tempo per Fabrizio Viola
Lunedi 19 Dicembre 2016 alle 09:39 La prima sfida che attende Fabrizio Viola, arrivato il 6 dicembre a  guidare la Popolare di Vicenza, è contro il tempo. Dirottato dalla Bce  nell’epicentro del terremoto veneto del credito – oltre 15 miliardi  bruciati dalle gestioni Zonin-Sorato alla Popolare di Vicenza e  Trinca-Consoli a Veneto Banca, con il coinvolgimento di oltre 200 mila  risparmiatori – Viola deve fondere quel che resta delle due banche e  cercare di dare un futuro comune, diverso dal passato e sostenibile  nell’era digitale, a quella che il presidente Mion ha ipotizzato poter  diventare una banca di riferimento per il Nordest. L’impresa non è  facile. Il cantiere chiederà almeno un anno di intenso lavoro, ma  Viola punta ad annunciare il progetto entro il primo trimestre del  2017.			
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			La prima sfida che attende Fabrizio Viola, arrivato il 6 dicembre a  guidare la Popolare di Vicenza, è contro il tempo. Dirottato dalla Bce  nell’epicentro del terremoto veneto del credito – oltre 15 miliardi  bruciati dalle gestioni Zonin-Sorato alla Popolare di Vicenza e  Trinca-Consoli a Veneto Banca, con il coinvolgimento di oltre 200 mila  risparmiatori – Viola deve fondere quel che resta delle due banche e  cercare di dare un futuro comune, diverso dal passato e sostenibile  nell’era digitale, a quella che il presidente Mion ha ipotizzato poter  diventare una banca di riferimento per il Nordest. L’impresa non è  facile. Il cantiere chiederà almeno un anno di intenso lavoro, ma  Viola punta ad annunciare il progetto entro il primo trimestre del  2017.			
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