In difesa di Giorgio Napolitano
Martedi 9 Marzo 2010 alle 18:57
Giovanni Giolitti diceva che "per i nemici le leggi si applicano, per gli amici si interpretano".
Forse basterebbe questa frase da sola per commentare il tragicomico caos-liste cui abbiamo assistito e il conseguente salvagente ministeriale, il decreto ad-listam che sta sollevando l'indignazione dei cittadini.
Lo spettacolo è deprimente, per due motivi almeno.
Il primo è evidente a chiunque.
Cosa dovrebbe pensare il cittadino italiano che, soffocato da una bulimia legislativa senza pari in altri paesi europei, si impegna a rispettare le leggi e vede i propri rappresentanti in Parlamento cambiare in corsa la legge elettorale per salvare la poltrona (ma non la faccia) degli amici pasticcioni in Lazio e Lombardia? Cambiare le leggi in corsa per salvare gli interessi di bottega è un segnale devastante verso la popolazione chiamata a rispettare le leggi.
Il secondo motivo è che ora sotto tiro si trova il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, individuato da alcuni come "capro espiatorio" cui addossare responsabilità che sono evidentemente di altri.
Anche lui, tanto per confermare la tendenza di moda, è stato messo sul banco degli imputati per aver rispettato le regole. Il suo ruolo gli impediva di bloccare il decreto, a prescindere dal suo giudizio. Era una scelta obbligata, sofferta e obbligata.
Da un Presidente all'altro.
Il Presidente della Camera Gianfranco Fini definisce il decreto ad-listam "il male minore".
Se per Gianfranco Fini iniettare nei cittadini la sconfortante sensazione che chi rispetta le regole fa una fatica inutile, e chi non le rispetta può dormire sonni tranquilli, se per Fini questo è il male "minore" ... il male "maggiore" qual è?
Matteo Quero
Continua a leggereStop ad azzeccagarbugli, problemi sono reali
Martedi 9 Marzo 2010 alle 18:06Roberto Ciambetti  Â
Ciambetti: "Basta con gli Azzeccagarbugli! Pensiamo ai problemi reali dei cittadini"
Con probabilità il nomignolo Azzeccagarbugli deriva dal lombardo zaccagarbùj, cioè attaccabrighe, quasi a voler segnare il sottile confine, solo in apparenza contraddittorio, segnato dalla legge: da una parte essa tutela i diritti dei cittadini e sancisce obblighi o doveri ai quali tutti devono attenersi; dall'altra può offrire il destro ad atteggiamenti aggressivi di chi, appellandosi alla norma, forza o esaspera situazioni. Contrapposizione ben nota se già Terenzio spiega in una sua nota commedia come "Ius summum saepe summa est malitia", affermazione che oggi ritorna alla mente davanti alle polemiche sulla presentazione delle liste in Lazio e i ricorsi presentati da Emilia e Toscana contro il noto decreto interpretativo che il governo ha varato venerdì scorso e che, come ha notato Roberto Maroni, non può sostituirsi al pronunciamento del Tar.
Non sarò tra coloro che prendono la parola sull'intricatissimo caso laziale: il commento di Umberto Bossi, "dilettanti allo sbaraglio", basta e avanza.
Tuttavia devo sottolineare con forza come le prime pagine di (quasi) tutti i giornali diano l'idea che l'attenzione del Paese sia tutta presa tra la lista Polverini e gli Oscar; in queste ore, in questi giornali, il veneto è Mauro Marin, castellano al pari di Giorgione ma con ben diversa notorietà rispetto al grandissimo pittore di Castelfranco. Noi, che viviamo in Veneto abbiamo una percezione diversa della realtà e del ruolo che deve avere la nuova politica nella Regione che verrà .
La politica non dovrà essere la litigiosità di partiti che sembrano ancor oggi, per rimanere in territorio manzoniano, i polli di Renzo, quelle bestiole "le quali intanto s'ingegnavano a beccarsi l'una con l'altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura".
Buona parte dell'Italia, decisamente unita in questo, ha ben altro a cui pensare che a quelli che sembrano sempre più battibecchi da pollaio: le rate che scadono, le bollette, il posto di lavoro, la fabbrica che chiude, la banca che esige il rientro immediato del credito concesso, la concorrenza spietata e sleale di quei concorrenti che se ne infischiano di diritti umani, di infanzia violata, di tutela dell'ambiente e così, privi di ogni costo sociale, immettono nel mercato merce e prodotti d'ogni genere, comprese derrate alimentari sulle cui caratteristiche igienico-sanitarie è talvolta lecito dubitare...
Alberto Orioli, nel Sole24Ore di martedì 9 marzo, ha colto tutta la drammaticità del contrasto tra l'Italia reale e quella della politica, non diversamente da Ario Gervasutti che domenica scorsa nel suo editoriale nel Giornale di Vicenza non ha lesinato critiche a destra come a sinistra.
E' vero purtroppo: c'è una Italia fondata sui cavilli. C'è anche una Italia fondata sul lavoro, come dice la Costituzione, che crede nei valori del lavoro e che lotta per difendere il lavoro e che muore, magari, come accade a troppi operai, come capita anche a quei piccoli imprenditori che in Veneto non reggono alla vergogna del non riuscire a pagare stipendi e creditori.
Ecco allora che, da piccolo politico di provincia figlio del mondo del lavoro, dico che dobbiamo dare a questo Veneto del lavoro una nuova possibilità . Non un nuovo cavillo cui appigliarsi ma scelte vere quanto coraggiose.
La nuova politica deve nascere da qui, da una nuova generazione che, da destra come da sinistra, vuol farla finita con gli azzeccagarbugli; dobbiamo ripartire da una nuova generazione che ha capito che i tempi sono cambiati, che la grande crisi economica di questi anni ha trascinato via con sé lo yuppismo e il consumismo sfrenato.
Per questo c'è bisogno di un cambio di rotta, di una svolta epocale.
A destra come a sinistra: o cambia la politica o i nuovi scenari, i nuovi attori e protagonisti della globalizzazione ci travolgeranno cambiandoci forse per sempre.
Roberto Ciambetti
Presidente Gruppo consiliare Lega Nord Veneto
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Lista provinciale candidati Unione Nord Est
Lunedi 8 Marzo 2010 alle 23:17
Sabato 13 marzo alle ore 11.30 a VICENZA, in Piazza dei Signori, nei pressi della colonna con il Leone di San Marco, conferenza stampa dell' UNIONE NORDEST di Ettore Beggiato per la presentazione dei propri candidati nella circoscrizione elettorale della provincia di Vicenza.
La lista provinciale dei candidati di seguito riportata è collegata con la lista regionale DE POLI.
CANDIDATI DELLA LISTA PROVINCIALE
Cognome e Nome Luogo e data di nascita
1 PIOTTO GIAN PIETRO Tezze sul Brenta 12/09/1949
2 VENDRAMIN GIANNI Thiene 03/05/1971
3 ZEFFIRO FRANCESCO Montegalda 02/08/1951
4 BASSO DAVIDE Gallarate (VA) 02/06/1967
5 RONZANI GIORGIO Lusiana 13/04/1950
6 PIGOZZO LORIS Vicenza 07/03/1963
7 ALBA AGOSTINO Vicenza 13/07/1943
8 BEGGIATO ETTORE Campiglia dei Berici 04/08/1954
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Festa per la candidatura del Sen. Pasinato
Lunedi 8 Marzo 2010 alle 14:48
Festa di presentazione della candidatura Sen. Antonio Pasinato
Mercoledì 10 marzo, a partire dalle ore 20, presso il ristorante "Il Pioppeto" di Romano d'Ezzelino (via San Gregorio Barbarigo), si terrà la presentazione della candidatura, al Consiglio Regionale, del Sen. Antonio Pasinato, per la lista "Il Popolo della Libertà ".
Sarà un'occasione di incontro e di festa a cui parteciperanno simpatizzanti, amici e cittadini da tutta la Provincia. Interverranno inoltre numerosi esponenti politici ed amministratori locali, di entrambi gli schieramenti. La serata si propone quindi anche quale momento di dibattito attorno al progetto politico che Antonio Pasinato propone per la Regione, con momenti dedicati all'approfondimento e alle domande.
La serata, alla quale sono attese più di duemila persone che verranno ospitate in un'apposita tensio-struttura, sarà allietata anche da momenti musicali e da un ricco buffet.
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Pnv: facciamo votare l'indipendenza!
Domenica 7 Marzo 2010 alle 19:41Pnv  Â
Solo tre settimane ci separano dal voto nelle prossime elezioni regionali.
Per la prima volta i Veneti potranno dare il mandato politico a una nuova classe dirigente per indire un referendum per l'indipendenza del Veneto.
Per la prima volta il PNV darà a tutti gli elettori in tutte le province del Veneto questa possibilità storica.
Allora è di questo che vi voglio scrivere oggi. Per un attimo dimentichiamoci il grigiore dell'Italia, cancelliamo le prime pagine dei giornali e i titoli dei telegiornali, che vogliono appiattire le nostre speranze soffocandole nel destino triste di uno stato allo sfacelo, del quale tutti ci vergogniamo.
No, io mi voglio ribellare a questi luoghi comuni della tristezza e dell'umiliazione delle nostre aspettative.
Noi Veneti, ricordiamocelo, siamo i vincitori!
Questo è il significato del nostro nome. Noi tutti donne, uomini, ragazze e ragazzi, studenti, operai, dirigenti, pensionati e disoccupati, ricordiamoci di chi siamo, siamo degni di essere veneti.
Pensiamo a quando dominavamo il Mediterraneo e il nostro nome incuteva timore e si guadagnava il rispetto di tutti: siamo degni della nostra storia millenaria, dei nostri avi. Vogliamoci bene, facciamo per i nostri figli, per i nostri anziani, per noi stessi.
Noi Veneti ci meritiamo un partito indipendentista, noi Veneti ci meritiamo un futuro da Nazione Libera. Allora svegliamoci, smuoviaci dal torpore rassegnato di vivere in uno dei più corrotti e tristi stateruncoli del mondo, costruiamoci ora uno stato nel quale poterci riconoscere.
Negli ultimi anni ci sono riusciti Popoli e Nazioni che mai prima avevano avuto una storia di indipendenza e che vivevano oppressi da regimi ancor più brutali di quello corrotto e ladro in cui noi siamo costretti. Pensiamo agli sloveni, per esempio. Loro sono solo due milioni e mai era esistita prima una Slovenia sovrana, eppure nel 1991 hanno deciso di essere indipendenti, senza chiedere il permesso a nessuno. In 7 giorni sono diventati indipendenti e contenti. Oggi uno sloveno medio si appresta oramai è più ricco di un italiano medio. In vent'anni e dopo essere usciti dal comunismo.
Allora noi Veneti non saremo mica da meno! La nostra gloriosa storia non diventi una scusa per non fare ora ciò che ci spetta di diritto: il diventare nuovamente una Nazione libera tra le nazioni libere del mondo.
Veneti: meritiamoci una vita veneta di indipendenza e felicità , per noi e per i nostri cari.
Basta lamenti, basta pessimismi italici, c'è un momento per pregare e uno per combattere: ora è venuto il momento di combattere!
Noi siamo i veneti, i vincitori!
Abbiamo tre settimane per far sapere ad ogni veneto che, se vuole, può essere libero, senza dover chiedere il permesso a nessuno.
Vogliamo quindi essere liberi, oppure continuare a restare schiavi di chi decide - e male - per contro nostro?
Vogliamo far sapere a tutti i veneti che il 28 e 29 marzo potranno essere liberi, se metteranno una X sul simbolo del Partito Nasional Veneto, sulla foglia di tiglio, sul nome di Panto? Allora muoviamoci, subito!
Ognuno contatti il proprio responsabile di zona e si metta subito a disposizione per volantinare, per appendere i nostri manifesti di libertà , per essere parte attiva nella campagna elettorale che ci contrappone agli ipocriti leccapiedi dei partiti di regime.
Ognuno si prenda l'impegno di convincere ogni giorno almeno 30 persone di questa straordinaria opportunità . Cogliamo un'occasione straordinaria: oggi c'è, domani non sappiamo se si ripresenterà .
Abbiamo tre settimane di tempo per essere degni del nostro nome di Veneti! Facciamolo, tutti e senza scuse!
Viva l'indipendenza!
Â
Gianluca Busato
Segretario PNV
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Gervasutti:Il male minore non salva nessuno
Domenica 7 Marzo 2010 alle 13:07
Riportiamo da Il Giornale di Vicenza di oggi l'editoriale del direttore Ario Gervasutti sulla farsa delle liste elettorali
di Ario Gervasutti
La farsa delle liste elettorali è la miglior fotografia possibile della situazione in cui si trova questo Paese. Una piccola vicenda che può rappresentare uno spartiacque, un bivio verso percorsi fino a ieri non immaginabili. E dopo le elezioni, a prescindere dal risultato, nulla sarà come prima.
La maggioranza vede svelati i suoi limiti e le sue magagne. Con un partito - il Pdl - che gode della stragrande maggioranza dei consensi dei cittadini, ma è percorso da guerre tra bande che ritengono di vedere il viale del tramonto per il "padre-fondatore" Berlusconi più vicino di quanto in realtà sia. La resa dei conti non avverrà solo tra il Cavaliere e Fini, ma coinvolgerà l'intera struttura del partito autore del ridicolo pasticcio delle liste. La responsabilità del Pdl non sta tanto nell'incapacità organizzativa di seguire le pur complicate prescrizioni di legge nella presentazione di un simbolo elettorale: questo, al limite, è affar loro. La colpa vera sta nel fatto di avere diffuso tra gli italiani la sensazione che "una soluzione si trova sempre".
È vero, siamo il Paese dell'improvvisazione: ma nulla è più grave di uno Stato che applica le regole a spanne. Perché perde l'autorità di imporre ai cittadini il rispetto rigoroso di qualsiasi regola. Se pagherò in ritardo il bollo dell'auto, pretenderò di non pagare la mora; se viaggerò a 135 all'ora in autostrada, pretenderò di non pagare la multa. E il fatto che lavoro 12 ore al giorno e non ho il tempo di fare la coda all'Aci, o il fatto che l'autostrada è deserta, saranno giustificazioni senz'altro più plausibili di quella del politico romano che ha depositato le liste fuori tempo massimo: «C'avevo fame, so annato a famme un panino». Ma la pessima qualità della fotografia italiana è aggravata dal fatto che dall'altra parte non c'è di meglio. Anzi Sorvolando per carità di Patria sul senso di responsabilità di chi come Di Pietro «chiama alle armi gli italiani» evocando scenari da golpe, è dal Pd che ci si attenderebbe un'azione adeguata. Invece gli appelli di Napolitano per una soluzione politica condivisa sono stati ignorati pur di lucrare un po' di consenso elettorale. Consapevole del fatto che ogni giorno trascorso a bagnomaria ha fatto perdere al centrodestra quasi mezzo punto percentuale di voti, il Pd è stato solo in grado di dire che «le elezioni senza Pdl sarebbero falsate, ma non vogliamo decreti-sanatoria». E la soluzione? Silenzio: meglio solleticare la piazza e impedire che alcuni milioni di persone possano votare il proprio partito.
Silenzio anche sul fatto che le inflessibili Corti d'Appello chiamate a vidimare le liste elettorali in Lombardia hanno, per esempio, bocciato l'autenticazione di una firma del Pdl perché il luogo indicato non era scritto per esteso (Mariano C.se al posto di Mariano Comense) ma hanno chiuso entrambi gli occhi di fronte all'indicazione posta a fianco di una lista del Pd decisamente più vaga (C.M. al posto di Cassano Magnago). Una bella gara tra chi è più scombinato: il centrodestra, il centrosinistra, la magistratura.
E la Lega? In silenzio (compiaciuto) anch'essa fino a quando i problemi erano nel Lazio; pronta a minacciare il ritiro dal voto quando invece il centrosinistra infila (senza che i giudici trovino da eccepire) nella scheda del Piemonte una lista civetta "Cota/PdL" che sta per tale "Nadia Cota e il Patto dei Liberali" di palese disturbo verso il candidato leghista Roberto Cota. Al solito, due pesi e due misure; e ognun per sé, Dio per tutti.
Sia chiaro: il diritto dei cittadini a scegliere il rappresentante politico che più gli aggrada è prioritario rispetto a tutto. E una tornata elettorale senza Pdl nel Lazio o in Lombardia sarebbe stata ridicola oltre che lesiva della democrazia. E forse ha ragione Gianfranco Fini a dire che il decreto-sanatoria è stato «il male minore». Ma resta un male. E da questo male, non si salva nessuno.
Ario Gervasutti (Il Giornale di Vicenza, 7 marzo 2010)
Continua a leggereIl Presidente Napolitano risponde ai cittadini
Domenica 7 Marzo 2010 alle 13:01Quirinale.it   Â
Â
Signor Presidente della Repubblica,
le chiedo di non firmare il decreto interpretativo proposto dal governo in quanto in un paese democratico le regole non possono essere cambiate in corso d'opera e a piacimento del governo, ma devono essere rispettate da tutte le componenti politiche e sociali per la loro importanza per la democrazia e la vita sociale dei cittadini italiani.
Confidando nella sua serenità e capacità di giudizio per il bene del Paese e nel suo alto rispetto per la nostra Costituzione.
Cordiali saluti
Alessandro Magni
Signor Presidente Napolitano,
sono a chiederle di fare tutto quello che lei può per lasciarci la possibilità di votare in Lombardia chi riteniamo che ci possa rappresentare. Se così non fosse, sarebbe un grave attentato al diritto di voto.
In fede
M. Cristina Varenna
La risposta del Presidente Napolitano
Egregio signor Magni, gentile signora Varenna,
ho letto con attenzione le vostre lettere e desidero, vostro tramite, rispondere con sincera considerazione per tutte le opinioni dei tanti cittadini che in queste ore mi hanno scritto.
Il problema da risolvere era, da qualche giorno, quello di garantire che si andasse dovunque alle elezioni regionali con la piena partecipazione dei diversi schieramenti politici.
Appello a Napolitano contro Decreto Salva liste
Domenica 7 Marzo 2010 alle 01:46
Riceviamo firmato e pubblichiamo il seguente appello che non possiamo non condividere
Torniamo a essere cittadini!
Perché solo noi, se sbagliamo una firma sulla denuncia dei redditi, dobbiamo pagare, mentre per i furbastri e pasticcioni si fanno i decreti interpretativi di riparazione?
La legge non deve essere più uguale per altri.
Non è tollerabile!!!
Diciamolo alla prima casa della Repubblica con una e-mail all'indirizzo: https://servizi.quirinale.it/webmail/
con questo semplice testo:
Avete mutilato la democrazia VERGONATEVI.
Presidente Napolitano, ora lei non ha più la mia piena fiducia
Appello firmato
Mariano Veller via Puglie 19 - 36071 Arzignano VI
cell 3356194166
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Contro il salvaliste mobilitazione in Veneto
Sabato 6 Marzo 2010 alle 16:57Partito democratico veneto      Â
"Sì alle regole, no ai trucchi".
Al via anche in Veneto la mobilitazione contro il decreto salva liste
"Sì alle regole, no ai trucchi". Sono queste le parole d'ordine con cui il Partito Democratico lancia, anche in Veneto, una settimana di mobilitazione, che culminerà sabato 13 marzo con la manifestazione nazionale promossa da tutto il centrosinistra a Roma contro il decreto "salva liste" approvato dal Governo Berlusconi.
Dopo le manifestazioni convocate oggi a Roma, Milano, Genova e altre città italiane, nei prossimi giorni nuove iniziative contro il provvedimento del Governo saranno promosse in tutte le provincie del Veneto.
"L'Italia - dichiara Rosanna Filippin, segretario regionale del Pd - è l'unico paese in cui il Governo ritiene legittimo cambiare in corsa le regole di una competizione elettorale. Quello adottato dal Governo Berlusconi è un trucco miserabile. La democrazia si basa sul fatto che esistono regole uguali per tutti. E i democratici veneti saranno nelle piazze e nei mercati delle nostre città e dei nostri Comuni, nei prossimi giorni, per riaffermare questo principio".
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Giometto contro Variati e per Pasinato
Sabato 6 Marzo 2010 alle 12:03
"Ma cosa ci sta ancora a fare questo Sindaco a Vicenza" sarà la prima tematica che affronterà Silvano Giometto nell'importante dibattito organizzato dal "Comitato Due Sì Dal Molin" a favore della Base americana Ederle Due sabato 13 marzo alle ore 18.30 all'Auditorium Canneti di Vicenza.
La seconda tematica sarà la presentazione del candidato del "Polo delle Libertà " Antonio Pasinato per confermare che, in caso di elezione in consiglio regionale, l'impegno di Pasinato nel proseguimento della storica convivenza tra la Base americana e la metropoli vicentina non sarà solo simbolica e marginale ma reale e costruttiva trattandosi della più importante risorsa economica e di sicurezza per la città di Vicenza e per tutta la provincia.
Nell'intervento di Giometto non mancheranno rilievi fortemente negativi nei confronti dell'attuale amministrazione comunale di Vicenza che non solo non è in grado di gestire le esigenze dei grandi problemi che si sono accumulati sui tavoli della sala Bernarda ma addirittura non riesce a risolvere nemmeno il problema delle sedie al teatro Canneti che a causa del loro tessuto infiammabile e non sostituito limiterà la sala agli invitati al dibattito a soli cento posti disponibili.
"Ma cosa ci sta ancora a fare questo Sindaco e questa amministrazione a Vicenza" se nemmeno sono in grado di cambiare un tessuto delle poltrone dei teatri che gestiscono!
Silvano Giometto
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