Un altro "caduto sul lavoro", considerazioni
Martedi 13 Aprile 2010 alle 19:40
Ieri un operaio è morto alla Zambon di Almisano. Un ennesimo caduto sul lavoro. Da inizio anno sono quasi 300 in tutta Italia. Un numero enorme anche in relazione alla crisi occupazionale che stiamo vivendo.
Alla famiglia di Sebastiano Storti deceduto così tragicamente va tutta la nostra solidarietà anche se siamo coscienti che questo non basta, né può bastare. Sappiamo che la disperazione e la rabbia non può essere confortata con qualche parola di circostanza.
Comunque ci sembra necessario fare qualche considerazione.
Il governo cosa ha fatto in questi due anni? E cosa sta facendo oggi?
Poco o niente. Anzi peggio. Il decreto 106109 voluto dal ministro Sacconi (240 pagine e 149 articoli) è chiamato "correttivo" della legge per la sicurezza sul lavoro del governo Prodi (Dlgs 106/09 del 9 aprile 2008). Ma di correttivo non c'è nulla, anzi quella legge viene stravolta. Vengono inserite regole e cavilli burocratici che favoriscono l'imprenditore privilegiando la "produzione" a scapito della sicurezza. L'obiettivo di queste decisioni governative non è certo quello di garantire ai cittadini il diritto a un lavoro sicuro, ma quello di permettere a "lorpadroni" profitti sempre maggiori. Produrre garantendo la necessaria sicurezza nel posto di lavoro costa troppo? La soluzione di "lorpadroni" è quella di lavorare in condizioni sempre più precarie.
Ma chi governa non si limita a questo. Alla recente "convention" (a lorsignori piacciono molto i termini inglesi) della Confindustria di Parma il ministro Sacconi ha annunciato la cancellazione dello Statuto dei Lavoratori (legge 300 del 20 maggio 1970) e la sua sostituzione con uno "statuto dei lavori" che, sicuramente, toglierà quelle poche garanzie ancora esistenti per chi lavora. Il leader della CISL, Bonanni, si adegua e, riscuotendo grande consenso da parte di "lorpadroni", non perde occasione per attaccare la CGIL. Lorsignori ci dicono che ci vuole sempre maggiore flessibilità e mobilità . Ci vogliono far credere che il lavoro costa troppo e che i salari sono alti. Pretendono che la crisi venga pagata dai lavoratori e non da chi l'ha provocata. In poche parole vogliono cancellare gli ultimi diritti rimasti, azzerare la costituzione repubblicana, costruire una società basata sul profitto individuale dei "padroni del vapore". Lo vogliono fare dopo aver distrutto qualsiasi forma di solidarietà e dopo aver ridotto il sistema industriale italiano a una situazione di crescente declino.
La situazione è estremamente difficile, grave e peggiora di giorno in giorno. Ma non ci possiamo arrendere. Facciamo un appello a tutte le forze politiche e sociali democratiche: mettiamo da parte i distinguo e lottiamo uniti per dare una svolta alla rassegnazione e all'accettazione della sconfitta come fatto ineludibile. Uniti si può ancora lottare. Uniti si può vincere.
Giorgio Langella
Federazione della sinistra, Prc, PdCI
Persone e non spazzatura
Lunedi 12 Aprile 2010 alle 15:49
E' estremamente disumano l'atteggiamento delle amministrazioni comunali nei confronti delle famiglie rom e sinte, che oggi a causa dell'intolleranza sono costrette ad essere nomadi, quando invece sarebbero volentieri stazionarie. Costrette ad errare da una zona all'altra della provincia vicentina, sono cacciate come se fossero la peste, senza tenere conto delle esigenze di studio e di sosta di queste famiglie.
I comuni non dovrebbero deliberare su misure proibizioniste antibivacco per "nomadi", ma, come da legge regionale, sulle piazzole di sosta temporanea e su microaree. Farebbero senz'altro un atto di civiltà e umanamente degno.
Abbiamo in questi decenni dimenticato la nostra solidarietà verso le famiglie più povere, e verso queste persone che ci portavano le notizie dal mondo e vendevano alle donne che attendevano, le stoviglie necessarie a sostituire quelle consunte o rotte, che ci intrattenevano con i loro spettacoli erranti. Il nostro individualismo che ci porta a pensare solo ai "schei" e non agli altri, ci fa gettare nella spazzatura coloro che non ci servono più e che disgustano il decoro delle nostre città , dei nostri quartieri e la vista ai nostri cittadini.
Se questa è la civiltà del XXI secolo c'è di che vergognarsi.
Irene Rui - dip. Politiche migratorie ed etniche PRC
Federazione della Sinistra coordinamento PRC-PdCI, di Vicenza
Adele Pedon si dimette a Recoaro
Sabato 10 Aprile 2010 alle 01:30Giuliano Ezzelini Storti  Â
Vengo a sapere con rammarico che Adele Pedon, Consigliere Comunale di Recoaro, Presidente della 3° Commissione Consiliare Permanente e delegata dal sindaco alla Cultura si è dimessa da tutti gli incarichi.
Rammarico perchè con la Pedon se ne va una delle anime più sensibili e coerenti della maggioranza.
Avevo notato in più Consigli il dissenso della consigliera manifestato con voti differenti rispetto al suo gruppo e con dichiarazioni, a verbale del Consiglio Comunale, dissenzienti rispetto alla dichiarazione del proprio capogruppo, ma avrei preferito fosse passata dalla parte giusta, la nostra, invece di arrendersi e andarsene.
Questo ultimo atto dimostra, come da noi già affermato, che la maggioranza del Sindaco Perlotto è un'accozzaglia di partiti e di opinioni diverse che tiene fermo il paese con atti mediatici consistenti, ma fatti nessuno.
Avevamo visto del malessere pesante all'ultimo consiglio comunale dell'altra sera quando la maggioranza aveva chiuso il clima di collaborazione e aveva votato contro tutte le nostre proposte supportate da quasi 500 firme di cittadini recoaresi raccolte in poco tempo, ma non pensavamo che ciò comportasse, così presto, la perdita di "pezzi di maggioranza".
Concludo con due considerazioni:
1) dopo la chiusura del rapporto di collaborazione da parte del Sindaco, si aspetti dura opposizione per il bene di Recoaro;
2)questa maggioranza è un carrozzone sconquassato che ad ogni curva perde e perderà pezzi.
Giuliano Ezzelini Storti
Capogruppo Consiliare al Comune di Recoaro Terme
di Alternativa democratica - PRC e indipendenti
Pensavo di vivere in Italia,non per la RU486
Mercoledi 7 Aprile 2010 alle 23:53
Pensavo di vivere in Italia, in un paese democratico e moderno, e invece scopro che il Veneto non è in Italia, che appartiene alla Padania, che il neo governatore Zaia alla pari del suo commilitone Cotta, fa regredire l'autodeterminazione del corpo femminile all'800. I governatori della Lega si stanno comportando come i fondamentalisti islamici, che tra l'altro criticano ferocemente. La libertà di noi donne è messa in serio pericolo: non solo non saremo più padrone del nostro corpo, ma fra poco ci rimanderanno nel focolare domestico, a figliare, ad accudire la casa, la prole e i vecchi, compito che lor signori, affidano alle donne. L'uomo porta i pantaloni e decide, la donna subisce.
Questi governatori, proibendo l'uso della pillola Ru486 negli ospedali, hanno imbastito una vera crociata contro le donne. E' notizia che l'Azienda ospedaliera di Vicenza non ha ancora richiesto la pillola, all'Agenzia farmaceutica. D'altronde se arriverà , la Ru486, invecchierà nei magazzini, in quanto l'aborto farmaceutico non sarà praticato dalla maggior parte dei ginecologi degli ospedali vicentini, quasi tutti obiettori di coscienza, contrari quindi all'aborto chirurgico e farmaceutico. Sono in 18 al San Bortolo (USL 6) più il primario L. Tumaini. Le interruzioni di gravidanza sono eseguite, infatti, da un professionista esterno. Questi professionisti ospedalieri, sono in piena linea con i loro predecessori ottocenteschi, tant'è che la donna non ha voce in capitolo sul suo corpo e sulla sua salute. Bensì scelgono essi per essa. La Ru486 tutelerebbe la salute della donna che non è più costretta a interventi chirurgici traumatici per il corpo, ma si sa che quando si parla di salute della donna, questo è un problema, soprattutto se va contro l'etica del corpo femminile come procreatore.
Che Vicenza sia una delle città in cui il Movimento per la Vita è forte è risaputo, come che è molto cattolica. E' altrettanto vero che in città ci sono diverse interruzioni di gravidanza anche irregolari, che le ragazzine rimangono incinte frequentemente e costrette a matrimoni riparatori in tenera età . La chiusura mentale catto-cristiana fa venire meno una sana educazione sessuale.
La lega nella sua Padania non se la prende solo con i bambini poveri, con gli immigrati e le persone povere, ma anche con le donne che vogliono essere libere di decidere sul loro corpo, sul loro futuro e non vogliono essere solo oggetti di procreazione e del piacere.
Irene Rui - PRC, Federazione della Sinistra coordinamento di Vicenza
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Siamo ancora cittadini?
Mercoledi 7 Aprile 2010 alle 21:06
E così il presidente Napolitano ha promulgato il disegno di legge sul legittimo impedimento.
Un altro tassello nella sistematica distruzione della costituzione (ormai ci impongono di scriverla in minuscolo). Un altro passo verso la disuguaglianza, l'arbitrio e l'arroganza.
Presidente del consiglio e ministri si salvano da eventuali processi e da quelli in corso per 18 mesi ... il tempo necessario per fare un nuovo "lodo Alfano" questa volta per via costituzionale.
E hanno ottenuto l'avvallo del capo dello stato (ormai è meglio scriverlo in minuscolo).
Da quando sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale ci saranno cittadini (neppure eletti, ma nominati) che saranno privilegiati nei confronti di una giustizia (ormai ci impongono di scriverla in minuscolo) che non potrà più essere uguale per tutti.
Ci dobbiamo rassegnare? Non penso proprio. Ne va del futuro di ognuno di noi.
Giorgio Langella
Federazione della Sinistra, Prc, PdCI
Continua a leggereDisoccupazione in Veneto (e in Italia)
Lunedi 5 Aprile 2010 alle 21:14Giorgio Langella   Â
Il 2009 in Veneto, così come nel resto d'Italia, è stato un anno orribile soprattutto per chi vive del proprio lavoro.
Secondo i dati che vengono pubblicati dall'ISTAT, in Italia c'è un incremento della disoccupazione (specialmente di quella giovanile che si attesta al 28,2% più alta del 7,6% rispetto alla media europea) e un calo degli occupati.
La disoccupazione totale in Italia sale a 8,5%. A quanto ci dicono è inferiore a quella europea.
In Veneto, nel quarto trimestre del 2009, il tasso di disoccupazione è del 4,8% (1,2% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente). In Veneto, quindi "stiamo meglio" rispetto al resto d'Italia. Tutto bene? Stiamo reggendo alla crisi? A prescindere del dramma di ogni lavoratore quando perde il lavoro, questo è quanto ci dicono. Quanto ci vogliono far credere. Bisogna essere ottimisti, il governo nazionale, quello regionale, quelli locali si "muovono bene".
Tentiamo di analizzare i dati allora. La fonte è ufficiale, "Veneto Lavoro" che recentemente ha pubblicato il documento sulle "Tendenze del mercato del lavoro veneto" con tanto di tabelle e dati su quanto è successo nel 2009.
Intanto, a quanto si legge, la produzione dell'industria manifatturiera "continua a mettere in evidenza la dinamica tendenziale negativa".
Nel quarto trimestre del 2009 c'è stato un calo del 7,5% per le imprese con 10 o più addetti e un "crollo" del 13,5% per le imprese più piccole. Un disastro, specialmente se si considera che i dati del terzo trimestre erano già estremamente negativi.
Ma torniamo ai dati relativi a occupazione e disoccupazione.
Veneto Lavoro ci informa che la variazione tendenziale degli occupati (4° trimestre 2009 rispetto allo stesso periodo del 2008) è negativa. I dipendenti sono 55.000 in meno e anche gli "indipendenti" sono 9.000 in meno. La flessione occupazionale è pari a 64.000 unità (circa il 3% in meno). Le tabelle riassuntive finali evidenziano come il rapporto tra occupati e disoccupati è ben peggiore del tasso di disoccupazione ufficiale (sia in Italia che in Veneto).
Infatti se gli occupati in Veneto sono 2.113.000 (in Italia 22.922.000) e i disoccupati sono 107.000 (in Italia 2.145.000), esiste anche un numero molto alto di persone che, pur non lavorando, cercano lavoro o sono disponibili a lavorare (senza rientrare tra i disoccupati ufficiali). Queste persone sono, in Veneto, 105.000 e in Italia 2.907.000.
Il rapporto tra disoccupati e "non lavoratori" (ma che cercano lavoro o che vorrebbero lavorare) e occupati è, quindi in Veneto, di circa 1 a 10 (il 10%).
Sono numeri che andrebbero analizzati e resi pubblici con la dovuta attenzione.
Tutti i cittadini dovrebbero essere messi in grado di conoscere la realtà , senza i falsi ottimismi di regime. La situazione del lavoro è molto più drammatica di quella che ci vogliono far credere.
Le soluzioni vanno cercate e trovate cambiando radicalmente anche la maniera di affrontare i problemi e indicando le vere priorità . Non si può affrontare questa crisi con l'assistenza, gli ammortizzatori sociali (pur necessari in questa difficilissima fase, ma non risolutivi), i proclami, il "parlar d'altro". Non si può chiedere sempre ai lavoratori e ai pensionati di salvare il paese dal disastro provocato dai capitalisti (e dai governi inetti e loro succubi).
È ora che ognuno si assuma le proprie responsabilità a partire da quei partiti, come la Lega, che hanno occupato le poltrone dei governi locali e di quello nazionale da ormai troppi anni per non essere coinvolti ed essere considerati esenti da responsabilità .
La mancanza di lavoro è il problema principale e va risolta con scelte di campo nette e con un piano del lavoro rigoroso che preveda il diretto intervento dello stato e degli enti locali. Facciamo una proposta: il Governo nazionale e quelli locali contrastino con la necessaria severità le delocalizzazioni. Chiediamo a chi delocalizza (e a chi ha delocalizzato) di ridare allo stato i finanziamenti ricevuti sotto qualsiasi forma. Si vincolino le aree produttive dimesse al fine di impedire speculazioni edilizie e finanziarie.
Deve essere ben chiaro che chi trasferisce il lavoro all'estero inseguendo maggiori profitti, sfruttando la povertà di quei paesi e sottraendo il lavoro nel nostro territorio compie un atto condannabile dal punto di vista etico e morale. Dobbiamo iniziare a considerare la delocalizzazione un vero e proprio crimine contro la società . Un reato simile a chi trasferisce all'estero la ricchezza e a chi, evadendo le tasse, impoverisce ogni cittadino.
Giorgio Langella
Federazione della Sinistra - Rifondazione-Comunisti Italiani Vicenza
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Montecchio Maggiore e i metri quadrati
Sabato 3 Aprile 2010 alle 15:39Federazione della sinistra, Prc, PdCIÂ Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â Â
Riceviamo da Federazione della sinistra e pubbliciamo
La Giunta Leghista della Cecchetto ancora una volta si dimostra intollerante con le famiglie immigrate.
Non solo applica una delibera illegittima, ma non usa neppure il buon senso civico.
Per fare cassa con le sanzioni, e cacciare le famiglie dei lavoratori non autoctoni, indesiderati, invia i vigili a fare le verifiche negli alloggi e a multare questi cittadini, non in regola con la delibera anche per soli due metriquadrati: è una vergogna.
La Signora (Milena cecchetto, n.d.r.) si dimostra agghiacciantemente insensibile nel dividere i genitori dai figli, nel far perdere il permesso di soggiorno e un'occupazione a chi ne ha bisogno riducendolo a clandestino.
Questa è la politica della legalità della Lega, che non fa altro che varare normative per creare insicurezza e clandestinità .
Richiediamo immediatamente, non solo il ritiro della delibera, ma anche le dimissioni della Sindaca, la quale non rappresenta tutti i suoi cittadini, ma solo la parte più razzista.
Irene Rui e Guido Zentile
PRC - Vicenza
Federazione della Sinistra
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Cominciano subito anche contro ... i sussurri
Venerdi 2 Aprile 2010 alle 18:24
Secondo i dati ISTAT il rapporto deficit/pil sale al 5,2%. È il dato peggiore dal 1996. Nel 2008 era al 2,7%. La disoccupazione in Italia (stima di febbraio 2010) sale a 8,5%, con una crescita di 1,2 punti percentuali rispetto a febbraio 2009. La disoccupazione giovanile è particolarmente preoccupante: 28,2%. Il 7,6% in più rispetto alla media dei 27 paesi dell'Unione Europea. È il risultato di una politica che penalizza il lavoro e lo rende sempre più precario. È il risultato di scelte che prevedono, con l'aumento dell'età pensionabile, più lavoro per gli anziani, meno lavoro per i giovani e sempre minori diritti per tutti. Chi deve lavorare diventerà sempre più ricattabile. Una situazione disastrosamente senza futuro.
Intanto
1. I due nuovi "governatori" leghisti di Veneto e Piemonte annunciano che si opporranno all'uso della pillola RU486. Zaia dichiara "Per quel che ci riguarda non daremo mai l'autorizzazione a poter acquistare e utilizzare questa pillola nei nostri ospedali". Cota dice "Sono pronto a farla rimanere nei magazzini". Il Vaticano chiede, la Lega "trionfante" (nelle elezioni) risponde, il Vaticano ringrazia. Alla faccia dell'autonomia e dell'indipendenza.
2. Il procuratore aggiunto di Milano, Pietro Forno, che sta indagando su casi di pedofilia, dichiara (in un'intervista a il Giornale): "Nei tanti anni in cui ho trattato l'argomento non mi è mai arrivata una sola denuncia, né da parte dei vescovi né da parte dei singoli preti e questo è un po' strano", aggiungendo che "la lista dei sacerdoti inquisiti per reati sessuali non è corta", ma in nessun caso la denuncia è partita dall'ambiente ecclesiastico, bensì dai familiari delle vittime "dopo che si sono rivolti all'autorità religiosa e questa non ha fatto assolutamente niente". Immediatamente il ministro Alfano manda gli ispettori a "verificare" il comportamento della procura di Milano. E il deputato PDL Maurizio Lupi attacca dicendo che "le parole di Forno sono gravissime e assolutamente fuori luogo ... È ora di smetterla con questi attacchi strumentali che, colpendo la Chiesa, minano le basi stesse della nostra società ". A proposito, ma l'Italia non dovrebbe essere uno stato laico?
3. Il direttore di TG1 Minzolini, subito dopo il risultato elettorale, solleva dall'incarico di conduttori al Tg1 tre giornalisti "per dare un segnale di cambiamento": Tiziana Ferrario, Paolo Di Giannantonio e Piero Damosso. Il "caso" vuole che i tre giornalisti rimossi non avevano firmato una lettera in favore del direttore (che aveva dato la notizia non vera dell'assoluzione dell'avvocato Mills, che invece era stato "prescritto"). La giornalista Maria Luisa Busi rilascia un'intervista a Repubblica nella quale esprime critiche e preoccupazioni sulla situazione della RAI. Dopo poche ore riceve una lettera di richiamo da parte dello stesso Minzolini.
Dopo aver incassato il risultato elettorale, "lorservitori" sentono forte il richiamo di "lorpadroni" e dimostrano loro gratitudine iniziando subito la "normalizzazione". Stiamo scivolando verso un regime al quale danno fastidio le voci di dissenso, anche i sussurri. Per quanto ci riguarda continueremo a gridare.
Giorgio Langella, Federazione della Sinistra, Prc, PdCI
La prima analisi della sinistra "estrema"
Martedi 30 Marzo 2010 alle 10:10Riceviamo da Giorgio Langella (Federazione della Sinistra, Prc, PdCI) e pubblichiamo
Ieri ho avuto una giornata di lavoro difficile e pesante (dalle 4.30 di mattina a sera inoltrata).
Ho seguito, quindi, con stanchezza e (tanta) rabbia/delusione i risultati elettorali. Ero poco lucido per mandare subito qualche impressione. Ancora a caldo posso solo dire che la preoccupazione aumenta. Soprattutto quella per il futuro del lavoro. Dopo una campagna elettorale fatta sul chiacchiericcio, sulle liste presentate e no in altre regioni, sugli strepiti contro la magistratura, sulla ripresa che "c'è, non c'è, si ma forse ..." ma che "bisogna essere ottimisti", sulle sparate di tizio e caio, ci ritroviamo in una situazione dove la destra ha vinto. lichiamo
I responsabili della crisi hanno vinto. La sinistra (e parlo di tutta l'opposizione) ha seguito B. nel suo campo di battaglia e ha perso. C'è poco da dire. Ma ha perso il lavoro, le prospettive di occupazione ...
Odg contro Montecchio nei comuni veneti
Venerdi 26 Marzo 2010 alle 08:47
Il Dipartimento Enti Locali Veneto PRC - Federazione della Sinistra conferma la volontà di ottenere, dopo i gravi fatti di questi giorni, le dimissioni dalla carica di Sindaco di Montecchio Maggiore (VI) di Milena Cecchetto o, come auspicato dal Segretario Nazionale del Partito e Portavoce della Federazione della Sinistra Paolo Ferrero, la sua rimozione dall'incarico, da parte del Prefetto di Vicenza, per palese violazione della Costituzione Italiana.
Per queste ragioni in tutto il Veneto deve salire lo sdegno e il fatto di aver ordinato di dare pane e acqua a dei bambini deve essere condannato senza se e senza ma, non solo dalla politica, ma anche dalle istituzioni democratiche nate dalla resistenza al Nazifascismo.
In questo contesto quindi, come Dipartimento, in collaborazione con gli istituzionali del Partito di tutto il Veneto ( da Belluno a Rovigo, da Padova a Venezia) abbiamo deciso di promuovere in queste ore in tutti i Consigli Comunali, dove siamo presenti, ordini del giorno di condanna e di rifiuto di agire nei modi e nei termini operati dalla Giunta del Comune Castellano.
Perché tutto questo?
Perché siamo convinti che nell'azione del Comune di Montecchio non vi sia solo il fatto preoccupante che si colpiscano dei bambini, ma una lenta e progressiva fascistizzazione delle istituzioni.
Distinti Saluti
Giuliano Ezzelini Storti
Resp. Dipartimento Enti Locali Veneto P.R.C.
Federazione della Sinistra
PS: allego copia bozza o.d.g. che verrà presentato nei Comuni.
IL CONSIGLIO COMUNALE DI ............
PREMESSO CHE in questi giorni si è appreso dalla stampa nazionale che il Sindaco leghista Milena Cecchetto di Montecchio Maggiore (VI) ha ordinato di negare il cibo della mensa, sostituendolo con pane e acqua, a 9 bambini delle scuole elementari e materne dalla sua città per il mancato pagamento delle quote previste da parte dei genitori dei minori;
CHE 7 su 9 sono figli di famiglie migranti e che tale atto si inserisce nel solco di una serie di azioni, operate dalla Giunta di Montecchio, di chiaro stampo discriminatorio come i vincoli di metratura per l'abitabilità delle case degli immigrati;
CHE in base alla crisi economica in cui ci troviamo è facile che altre famiglie, per la perdita del posto di lavoro, la cassa integrazione o la mobilità si troveranno nella condizione di non poter pagare molti dei servizi al cittadino erogati dal Comune, come nel caso delle famiglie dei bambini che hanno subito il sopruso da parte del primo cittadino della città castellana;
CHE si ritiene prioritario, come previsto dalle norme costituzionali, garantire a tutti i cittadini, a prescindere dalle disponibilità economiche, i servizi comunali;
ESPRIME
Ferma condanna sull'operato del Sindaco di Montecchio Maggiore (Vi).
IMPEGNA
Il Sindaco e la Giunta a garantire, anche nel caso di mancato pagamento delle quote mensa da parte di alcuni genitori di alunni frequentanti le scuole situate nel Comune, l'erogazione dei pasti e del servizio.
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