Travaglio segnala appello di VicenzaPiù
Venerdi 24 Luglio 2009 alle 23:51Martedì 21 luglio, sotto l'articolo intitolato "Giorgio Ponzio Napolitano", Marco Travaglio ha segnalato sul suo blog http://voglioscendere.ilcannocchiale.it l'Appello per la Dignità di Vicenza. Un grazie a Marco, che da montanelliano di ferro e perciò inattaccabile sul piano del presunto "anti-americanismo", ha voluto darci una mano a diffondere un documento che ambisce proprio a innalzare il dibattito sul Dal Molin ad un livello nazionale (se non internazionale).
Quanto a noi, lo ribadiamo una volta per tutte: non siamo anti-americani. Non abbiamo nulla contro il popolo americano. Ce l'abbiamo con la politica imperialista dei suoi governi. E che al potere ci sia Bush o Obama, com'è sotto gli occhi di tutti, non fa alcuna differenza.
Alessio Mannino
Domani è in edicola VicenzaPiù n. 159 con i commenti all'appello. Ci sarà da sorprendersi.
Continua a leggere
Il Dal Molin e l'inversione di rotta
Sabato 18 Luglio 2009 alle 12:01Dell'appello lanciato dal nostro redattore Alessio Mannino e dal giornalista e blogger freelance Marco Milioni condivido molti punti. Soprattutto ne condivido l'impostazione di fondo: la costruzione della nuova base è figlia di un sistema economico e sociale basato su consumismo esasperato e su produzione spinta all'eccesso e sostenuta (anche) a forza di bombe. E il no al Dal Molin è quindi un no di principio, non monetizzabile e non compensabile (anche se chi amministra ha il dovere di cercare di trarre il massimo per la comunità anche nelle situazioni peggiori).
Se però l'appello firmato da Alifuoco, Giulianati e Figoli volava troppo basso - il bosco urbano, la base per la protezione civile, l'eliporto, gli scambi culturali -, quello lanciato da Mannino e Milioni pecca forse dal lato opposto. Fa un'analisi complessiva del sistema che porta al raddoppio della Ederle, ma lascia Vicenza sullo sfondo, senza mettere sul piatto proposte concrete. Comprensibile, visto che l'intento era quello di ribadire la contrarietà di principio alla nuova base Americana, una contrarietà che esclude in partenza l'idea stessa delle "compensazioni".
Ma se il caso Dal Molin vuole diventare la base per un ripensamento del nostro modello di vita, è necessario cominciare a ragionare anche su scelte che tocchino da vicino la città . Io ne suggerisco tre, senza pretesa che siano le migliori, le più importanti o le uniche.
- Il territorio. Il caso Dal Molin è l'ennesimo esempio di abuso del territorio. Lo abbiamo scritto e documentato più volte: nel Vicentino, come in tutto il Veneto, si è costruito molto, anzi troppo, e molto spesso in modo dissennato. Ci sono più case di quelle che servono, più capannoni di quelli che vengono utilizzati, e nonostante questo si continuano a progettare nuovi insediamenti. È ora di dire basta, e di ragionare intorno a limiti seri e rigorosi al consumo di suolo e alle nuove edificazioni, in tutte le fasi della pianificazione, dalla Regione in giù.
- La mobilità . Insieme a quello del Dal Molin viene portato avanti il progetto della tangenziale nord. Sottointeso: per assorbire un volume di traffico che continuerà ad aumentare. Vero, ma il problema non dovrebbe essere quello di reggere un traffico sempre più caotico e convulso, quanto quello di cominciare a diminuire il numero di auto in circolazione. L'auto è una gran comodità , nessuno lo discute, ma se la si guarda da un punto di vista collettivo è un disastro, con costi ambientali, sociali ed economici enormi. Io credo che l'idea di una città senza auto, o in cui l'uso dell'auto sia davvero ridotto al minimo, non sia un'utopia, e che il risultato sarebbe una città in cui si vivrebbe meglio. E in cui, forse, si potrebbe fare a meno di opere costosissime e dall'impatto enorme.
- La partecipazione. La nostra democrazia è sempre più formale, e il Dal Molin ne è un caso esemplare. Un governo nazionale può imporsi sulle comunità locali, ma dovrebbe almeno avere la decenza di spiegare, motivare e illustrare nei minimi dettagli quello che ha intenzione di fare. Tutte cose che con la Ederle2 sono mancate completamente. Invece la partecipazione e la condivisione delle scelte, dovrebbe essere uno dei cardini della vita amministrativa, anche qui, a tutti i livelli.
Idee troppo generali? Forse sì. Ma sono solo un punto di partenza. E in ogni caso me la cavo citando un autore apprezzato anche da Mannino e Milioni. "I compromessi possibili sugli strumenti della transizione non devono far perdere di vista gli obiettivi sui quali non si può transigere - scrive Serge Latouche in uno dei suoi ultimi libri -. Si possono immaginare diversi scenari di transizione dolce. L'importante comunque rimane il cambiamento radicale di rotta". Possiamo discutere sul come, ma cominciamo ad invertire la rotta.
Appello alla dignità di Vicenza
Sabato 18 Luglio 2009 alle 11:58Dopo quello di Alifuoco-Giulianati-Figoli (pubblicato sul GdV e sulla Domenica dell'11 luglio), ecco un contro-patto da sottoscrivere per smascherare le falsità sul No al Dal Molin. E ragionare per fare della battaglia sulla Ederle 2 una prospettiva per il futuro
La lotta è la vita stessa, diceva Eraclito. Quella che negli ultimi anni ha animato Vicenza contro il diktat di Roma, che per compiacere l'alleato-padrone Usa ha avallato la costruzione di una nuova base americana, è stata una battaglia di civiltà . Perché investe tre princìpi cardine: l'autodeterminazione popolare, la coerenza con le regole della democrazia e soprattutto il rispetto per sé stessi, la dignità . Il no al Dal Molin a stelle e strisce è un no nobile e ideale perché giusto per principio. E i princìpi non hanno prezzo, né ammettono contropartite. L'uomo moderno venderebbe anche la madre (la terra su cui è nato o grazie alla quale vive) pur di farci quattrini. L'occidentale, l'italiano, il vicentino che vive all'insegna del motto "lavora, consuma, crepa" è uno straccione pronto a contrattare qualsiasi cosa, anche la dignità , per arricchirsi e rannicchiarsi nel quieto vivere. Deride gli ideali chiamandoli ideologie, bolla le idee non conformi come violente, chiama "pacificazione" il mettere la mordacchia allo scontro d'idee, sale della democrazia.
Continua a leggereLa libertà non ha prezzo
Sabato 18 Luglio 2009 alle 11:32Pubblichiamo un esempio di cosa intendiamo noi di VicenzaPiù (il n. 158 è da sabato in edicola e poi da domenica, come sempre, scaricabile in pdf da questo sito e in distribuzione free in centinaia di bar e luoghi pubblici di Vicenza) per giornalismo democratico e libero: l'opinione a due mani di Alessio Mannino, redattore di VicenzaPiù, e di Marco Milioni, blogger free lance, e, insieme, la riflessione dialettica di Luca Matteazzi, direttore di VicenzaPiù, su quanto da loro scritto.
A voi la discussione e gli eventuali commenti, per cui lasceremo in prima per vari giorni questo pezzo doppio e aggiorneremo il resto nelle altre sezioni quotidianamente.
Appello alla dignità di Vicenza
di Alessio Mannino, redattore di VicenzaPiù, e Marco Milioni, blogger free lance
Dopo quello di Alifuoco-Giulianati-Figoli (pubblicato sul GdV e sulla Domenica dell'11 luglio), ecco un contro-patto da sottoscrivere per smascherare le falsità sul No al Dal Molin. E ragionare per fare della battaglia sulla Ederle 2 una prospettiva per il futuro
La lotta è la vita stessa, diceva Eraclito. Quella che negli ultimi anni ha animato Vicenza contro il diktat di Roma, che per compiacere l'alleato-padrone Usa ha avallato la costruzione di una nuova base americana, è stata una battaglia di civiltà . Perché investe tre princìpi cardine: l'autodeterminazione popolare, la coerenza con le regole della democrazia e soprattutto il rispetto per sé stessi, la dignità . Il no al Dal Molin a stelle e strisce è un no nobile e ideale perché giusto per principio. E i princìpi non hanno prezzo, né ammettono contropartite. L'uomo moderno venderebbe anche la madre (la terra su cui è nato o grazie alla quale vive) pur di farci quattrini. L'occidentale, l'italiano, il vicentino che vive all'insegna del motto "lavora, consuma, crepa" è uno straccione pronto a contrattare qualsiasi cosa, anche la dignità , per arricchirsi e rannicchiarsi nel quieto vivere. Deride gli ideali chiamandoli ideologie, bolla le idee non conformi come violente, chiama "pacificazione" il mettere la mordacchia allo scontro d'idee, sale della democrazia.
Continua a leggere4 luglio, l'indipendenza è lontana
Sabato 4 Luglio 2009 alle 08:12Analisi del corteo No Dal Molin, fra autogol, exit strategy e illusioni pericolose. Alla vigilia del G8, un'occasione mancata per una critica alla globalizzazione
«Evitiamo i giri di parole: sabato pomeriggio, con la manifestazione dell'indipendenza vicentina, vogliamo entrare al Dal Molin per liberarlo dalla nuova base Usa». Questa era la promessa annunciata nei giorni scorsi dal Presidio Permanente contro il Dal Molin per bocca della sua portavoce, Cinzia Bottene. Noi che scriviamo quarantott'ore prima del corteo del 4 luglio intitolato all'"indipendenza vicentina", non sappiamo dirvi se il divieto d'accesso a viale Ferrarin deciso da prefettura e questura verrà violato o meno. Quel che però rileviamo sin d'ora è l'indomita volontà , da parte dei presidianti, di far passare la resistenza al diktat Ederle 2 come un fuoco vivo, che può ancora scottare il governo italiano e gli Stati Uniti.
Continua a leggere