No Pedemontana: il 30 genn. a Montecchio
Lunedi 25 Gennaio 2010 alle 21:57
sab 30 gen Montecchio Maggiore | h 14.30
Piazza Duomo | h 15.30 Corteo per la Valle
Osservando la piantina si vede in cosa consiste il "vantaggio" della costruzione del tratto
di Pedemontana, Montecchio Maggiore - Valdastico Nord A31: UNA MANCIATA DI CHILOMETRI!!
Gli ESPROPRIATI a causa della Pedemontana:
2843 TRA VICENZA E TREVISO
1466 NELLA PROVINCIA DI VICENZA
153 A MONTECCHIO MAGGIORE E 5 EDIFICI ABBATTUTI
CHI TUTELA GLI ESPROPRIATI, non ancora risarciti dalla SS246?!
L'indennizzo sarà 3 volte il valore agricolo medio soltanto per i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli. Per tutti gli altri, la quasi totalità ,
L'INDENNIZZO SARÀ PARI AL 50% IN PIÙ DEL VALORE AGRICOLO.
SVEGLIAMOCI!
Difendiamo le nostre valli, le nostre radici, la nostra salute.
info: [email protected]
Pedemontana verso la valle dei tumori
Un affare per pochi // un danno per i cittadini
Per realizzare la Pedemontana i Comuni cederanno
UNA PARTE RILEVANTE DEL PROPRIO TERRITORIO.
Terreni ed abitazioni circostanti alla Pedemontana perderanno valore.
I risarcimenti per gli ESPROPRI e per gli edifici abbattuti
verranno pagati CON LE TASSE DEI CITTADINI.
NOI VENETI PER 40 ANNI DOVREMO PAGARE alla ditta esecutrice
dei lavori i mancati introiti derivanti da un numero insufficiente
di pedaggi rispetto a quanto preventivato.
La stessa ditta si approprierà della ghiaia, dei ciottoli, della roccia,
della sabbia frutto degli scavi.
MATERIALI DI VALORE SUL MERCATO.
PIÙ SCAVI = PIÙ SOLDI PER LA DITTA.
AI CITTADINI LE SPESE DELLE OPERE che la superstrada comporterà :
complanari, bretelle, sottopassi e ponti.
AI CITTADINI LA REMUNERAZIONE del commissario straordinario e dello staff.
GAS! La Pedemontana non serve al traffico locale
ma immetterà in Valle nuovo traffico aumentando
le polveri sottili e l'inquinamento acustico: 30.000 VEICOLI!
LA PEDEMONTANA È UNA SUPERSTRADA A PAGAMENTO. IL DANNO E LA BEFFA.
L'EUROPA NON CI HA CHIESTO DI FARE LA PEDEMONTANA.
L'ANNULLAMENTO DEL PROGETTO IN VALLE DELL'AGNO È ANCORA POSSIBILE.
SVEGLIAMOCI! Sab 30/01/10
Il Veneto sulla questione cruciale del territorio sempre più assomiglia
al Meridione: affarismo dilagante, cementificazione dissennata,
sudditanza del ceto politico ai costruttori, dissesto idrogeologico!
Difendiamo le nostre valli, le nostre radici, la nostra salute.
Pensiamo alle generazioni future.
Cittadine e cittadini di Montecchio Maggiore contro la Pedemontana,
tratto Montecchio M.-Valdastico Nord A31.
I Presidi il 18 manifestano a Venezia
Domenica 13 Dicembre 2009 alle 15:07Redazione di VicenzaPiù     Â
Il Veneto è l'unica regione (con la Sardegna) ad avere tagliato pure la retribuzione di risultato
Si acuisce lo scontro tra i presidi e l'Ufficio scolastico regionale (Usr) per le reggenze non pagate e per la mancata retribuzione di risultato e cresce il malcontento per una situazione definita ingiusta e penalizzante.
Dopo varie richieste di spiegazioni e lettere di protesta all'Usr, i dirigenti hanno deciso di chiedere un giorno di ferie per organizzare una manifestazione regionale a Venezia, di fronte alla sede dell'Usr, la mattina di venerdì 18.
Per la categoria dei Presidi la manifestazione è un vero e proprio evento, "dal momento che i presidi per senso di responsabilità nei confronti della scuola non sono avvezzi a mobilitazioni", sottolinea Edoardo Adorno, presidente regionale dell'Anp, l'associazione nazionale presidi. Questa volta però la questione scotta. In ballo ci sono infatti soldi che per contratto, sottoscritto dalla stessa dirigente dell'Usr Carmela Palumbo, dovrebbero finire in busta paga e che invece sono stati improvvisamente defalcati facendo del Veneto l'unica regione, insieme alla Sardegna, dove si stanno verificando tagli di questo tipo".
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S&L aderisce alla manifestazione del 17/10
Giovedi 15 Ottobre 2009 alle 15:35Sinistra e Libertà Â
"Sinistra e Libertà " della provincia di Vicenza aderisce alla manifestazione romana di sabato 17 ottobre, promossa da un amplissimo arco di forze sociali e sindacali, culturali e politiche, tra cui Sinistra e Libertà , con alla testa le associazioni di migranti contro il razzismo e contro il "pacchetto sicurezza" varato dal Governo Berlusconi.
Un Governo reazionario nell'accezione peggiore del termine e che dopo i ripetuti richiami dell'Alto Commissariato per i Rifugiati contro i respingimenti indiscriminati, con il vergognoso affondamento della legge contro l'omofobia, ha condannato l'Italia all'ennesima reprimenda. E' di ieri infatti il richiamo dell'Alto Commissariato per i Diritti Umani Navi Pillay: "Affossare la legge contro l'omofobia è stato un passo indietro per l'Italia" ha infatti dichiarato.
Ma Berlusconi, forte della sua maggioranza relativa, ovviamente resterà sordo ai richiami internazionali così come alle proteste ed alle preoccupazioni crescenti che su questi temi si registrano quotidianamente anche in Italia.
E' un'occasione straordinaria di mobilitazione quella di sabato 17 ottobre, a cui Sinistra e Libertà è chiamata a dare il suo contributo di idee e partecipazione.
Ciro Asproso
Esecutivo dei Verdi Vicenza
Luca Fantò
Segretario provinciale Partito Socialista Vicenza
Tomaso Rebesani
Segretario provinciale Sinistra Democratica Vicenza
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Libertà di ipocrisia
Giovedi 17 Settembre 2009 alle 18:48
La Federazione Nazionale della Stampa Italiana, il sindacato dei giornalisti, aveva indetto per sabato 19 settembre a Roma una manifestazione per la libertà di stampa contro il governo Berlusconi (poi sospesa in seguito all'attentato militare in Afghanistan, ndr). Il pericolo, ha chiarito il segretario Franco Siddi, è che il Presidente del Consiglio «si prepari all'affondo finale per abbattere, eliminare, comprimere con leggi bavaglio, il giornalismo che vuole raccontare i fatti approfondire, fornire ai cittadini un'informazione completa». Ora, che Silvio Berlusconi sia refrattario alla stampa come potere di controllo della politica è un fatto acclarato che dovrebbe allarmare tutti coloro che hanno a cuore la democrazia, al di là delle appartenenze di partito. Il premier è rimasto sempre quello che è: un capo-azienda dalle manie di grandezza e con l'allergia alla critiche, sentite come inaccettabili disfattismi lungo la via del (suo) successo.
La scandalosa legge che limita la pubblicazione delle intercettazioni e la proposta, ereditata da Franco Levi braccio destro di Prodi, di ingabbiare la controinformazione su internet, dimostrano un'inusitata volontà di normalizzare, schedare, mettere a tacere le voci scomode. Ma i recenti casi di scontro fra Palazzo Chigi e mondo giornalistico svelano l'altra faccia della medaglia. Quella che può disorientare gli antiberlusconiani dalle granitiche certezze, e che conferma invece quanto il gioco politico in Italia sia una lotta fra bande della stessa risma. La campagna intimidatoria dello scherano Feltri contro l'ex direttore di Avvenire Dino Boffo ha visto la Chiesa nella parte del complice che finge di fare la vittima, poiché invece di difenderlo gli hanno dato il benservito, lasciando a qualche isolato prelato una flebile indignazione. In realtà , papa Ratzinger ha sfruttato l'occasione per rimettere in riga la Cei di cui Boffo era un'emanazione, e trattare direttamente col governo di Roma in questa fase di transizione verso il dopo-Berlusconi. La levata di scudi per la querele di quest'ultimo a Repubblica e l'Espresso per le domande e i servizi sui suoi discutibili costumi sessuali è ipocrisia allo stato puro. Benchè mostri ancora una volta quale padronale concezione dell'informazione abbia il Papi, querelare un giornale non rappresenta di per sé un attentato alla libertà di stampa (semmai un'intimidazione, pratica molto diffusa fra i politici di ogni fazione). La sinistra giornalistica italiana dovrebbe chiedersi, invece, se rappresenti davvero una prova di vero giornalismo quello di dedicare mesi di paginate sui fatti privati di un politico che, finchè non costituiscono reato, rimangono esclusivamente fatti suoi. D'accordo, stiamo parlando del capo del governo in carica, di un uomo pubblico da cui dipendono le sorti del Paese. Ma ben altre sono le questioni che incidono sulla vita della gente: la crisi economica, la disoccupazione, l'avvelenamento ambientale, le istituzioni sequestrate dai partiti e dai potentati economici, la finanza bancaria che continua a dettar legge e, certamente, l'incostituzionale lodo Alfano. Temi su cui le ricette della sinistra fiancheggiata dagli Ezio Mauro e dai Giuseppe D'Avanzo divergono da quelle della destra solo sulle sfumature, quando di fatto non li eludono. Il can can sull'estromissione dal video di Ballarò per far posto ad una serata di Porta a Porta, poi, è degno dei peggiori spettacoli di regime. La banda di sinistra strilla e strepita per l'offesa fatta al suo beniamino, il vespino Floris. Mentre Santoro reciterà come al solito la sceneggiata del censurato causa problemi di rinnovo al contratto di Marco Travaglio, giornalista fra i migliori sulla piazza ma che certo spazi dove lavorare ne ha avuti e ne avrà (a proposito, il 23 settembre esce il nuovo quotidiano Il Fatto, una bella novità nel plumbeo panorama editoriale italiano).
La stretta alla libertà di informare in Italia non è nata con Berlusconi, né si risolverà con la sua uscita di scena. Perché l'editoria di questo Paese è in mano a pochi grandi gruppi, di cui quello berlusconiano con le sue televisioni è il maggiore ma non l'unico. A libro paga di una manciata di industriali, banchieri, finanzieri, palazzinari e concessionari pubblici, i giornalisti italiani della stampa d'establishment sono già privi di libertà . Per obbligo, per vocazione o per necessità , il servilismo è, salvo rare eccezioni, il loro marchio di fabbrica. Che il padrone sia Berlusconi, De Benedetti, gli Agnelli, Mediobanca o Soru, la differenza sta solo nell'interesse, diverso per ciascuno e uguale per tutti. Pecunia non olet.
Alessio Mannino
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