Legge bavaglio, i giornalisti in piazza il 12 ottobre
Lunedi 10 Ottobre 2011 alle 21:59Ordine dei giornalisti del Veneto - Mobilitazione a Roma contro il provvedimento sulle intercettazioni
I giornalisti scendono nuovamente in piazza contro la cosiddetta "legge bavaglio". L'appuntamento è per mercoledì 12 ottobre, alle 17, al Pantheon a Roma, in concomitanza con il voto parlamentare sul Ddl intercettazioni previsto per la stessa giornata. "E' una vergogna che, a fronte di una gravissima situazione di crisi che mette a rischio il Paese, si discuta di intercettazioni invece che delle misure economiche necessarie ad evitare l'aggravamento della situazione – dichiara il presidente dell'Ordine dei giornalisti del Veneto, Gianluca Amadori.
Continua a leggereL'Italia va a picco e il Parlamento stringe il bavaglio
Mercoledi 5 Ottobre 2011 alle 23:47Peggio del previsto. In commissione alla Camera passa lo stop alla pubblicazione degli ascolti fino a una non meglio indentificata "'udienza filtro" e la relatrice del contestatissimo disegno di legge, Giulia Bongiorno, si dimette sbattendo la porta. È il primo atto di una giornata pesante per il futuro dell'informazione in Italia, quella in cui a Montecitorio è ripreso per l'ennesima volta il percorso parlamentare del ddl intercettazioni. Continua a leggere
Wikipedia: la legge bavaglio vuole cancellarla
Mercoledi 5 Ottobre 2011 alle 22:54Per "colpa" del comma29 del cosiddetto DDL intercettazioni, la legge bavaglio cioè: leggi qui l'appello Continua a leggere
Legge bavaglio, ecco il testo oggi in discussione alla Camera e le note della Fnsi
Giovedi 29 Settembre 2011 alle 19:45Contro queste norme oggi a Roma si scende in piazza!
Osservazioni FNSI:
Continua a leggereCancellate le intercettazioni telefoniche: legge bavaglio attiva con un "colpo di mano"
Domenica 26 Giugno 2011 alle 23:13Da La Repubblica del 24 giugno, di Walter Galbiati
Tagliare i fondi, ecco la soluzione. Perché non serve fare una legge per togliere di mezzo le intercettazioni telefoniche. Basta non dare alle procure i soldi per pagarle o fare fallire chi si occupa di quel business. I conti sono presto fatti. «Il debito accertato nei confronti delle ditte e degli operatori telefonici è di un miliardo di euro», ha detto ieri il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, un debito che non dimostra quanto sia caro mettere sotto controllo il telefono di un presunto delinquente, ma semplicemente quanto il governo ha omesso di pagare alle aziende che si occupano di intercettazioni.