Legge bavaglio, ecco il testo oggi in discussione alla Camera e le note della Fnsi
Giovedi 29 Settembre 2011 alle 19:45 | 0 commenti
Direttivo di Re:fusi - coordinamento giornalisti freelance del Veneto - Pubblichiamo il pdf della legge completa oggi al vaglio di Montecitorio, il ddl sulle intercettazioni. E a seguire il testo con la scheda sintetica a cura dell'Fnsi dove punto per punto sono segnalati i punti critici di questa norma. Carcere per i giornalisti che pubblicano le intercettazioni non consentite dalla legge (ma pene molto meno severe per gli editori), obbligo di replica da parte dei blog (tutti i blog!) con pene assolutamente smisurate.
Contro queste norme oggi a Roma si scende in piazza!
Osservazioni FNSI:
Il Ddl punto per punto:
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Intercettazioni pubblicabili se 'rilevanti'; proroghe degli ascolti di 15 giorni; possibilità di collocare ricetrasmittenti anche in automobili o in uffici; sanzioni per editori ridotte. Sono queste alcune delle novità contenute nel ddl intercettazioni licenziato dalla commissione Giustizia della Camera l'estate scorsa e ora all'esame dell'Aula di Montecitorio.
I punti fondamentali:
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Reati intercettabili. Quelli più gravi (come mafia, terrorismo, sequestro di persona) e quelli puniti con più di 5 anni di reclusione. Corruzione e stalking compresi.
Limiti. I telefoni potranno essere messi sotto controllo per 75 giorni prorogabili di 15 in 15 fino al termine delle indagini preliminari. Per i reati più gravi il limite è di 40 giorni prorogabili di 20 in 20.
Divieti e sanzioni. Il giornalista rischia un mese di carcere o una multa fino a 10mila euro. Gli editori dovranno invece rispondere solo della pubblicazione delle intercettazioni 'irrilevantì di cui è stata ordinata la distruzione. Ma la sanzione sarà inferiore rispetto al Senato: dalle 50 alle 200 quote, cioè una pena massima di 300 mila euro. Le intercettazioni 'rilevanti' potranno essere pubblicate dopo l"udienza-filtro. Quelle irrilevanti resteranno custodite in archivio 'top-secret'. Inoltre chi passa ai cronisti atti del procedimento coperti da segreto rischia fino a 6 anni di carcere.
Intercettazioni ambientali. Si potranno piazzare microfoni anche in uffici o automobili. Viene reinserito il divieto di mettere 'cimici' varrà solo per le abitazioni private, a meno che non si sappia che lì si stia svolgendo un reato. Cade il termine dei tre giorni per le proroghe.
Dichiarazioni dei Pm. Il Pm potrà essere sostituito se farà dichiarazioni sul procedimento a lui affidato o se svelerà segreti. Ma la sua sostituzione dovrà essere decisa dal capo dell'Ufficio dopo che sia stata esercitata contro di lui l'azione penale. E non dalla sua iscrizione nel registro degli indagati.
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Registrazioni “fraudolenteâ€. Chi fa registrazioni in maniera fraudolenta (come la escort Patrizia D'Addario che usò un registratore nascosto) rischia 'fino a 3 anni di carcere'.
Clero. Se ad essere ascoltato è un sacerdote, il Pm deve avvertire la diocesi. Se è un vescovo, la segreteria di Stato vaticana.
No alla legge Falcone. Se si indaga contro reati di criminalità organizzata non mafiosa non si avranno le stesse facilitazioni previste per quelli di mafia. Con il ddl si cancella l'art. 13 della legge Falcone (n.203 1991). Quindi diventerà quasi impossibile intercettare organizzazioni criminali dedite, ad esempio, a usura o a reati contro la Pubblica Amministrazione.
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Tribunale collegiale. Ogni volta che il Pm chiederà l'autorizzazione a intercettare sarà il Tribunale distrettuale del capoluogo, in composizione collegiale a dover decidere. Solo sulla richiesta dei tabulati telefonici basterà l'ok del Gip.
Blog. Anche per i blog rimarrà l'obbligo di rettifica entro 48 ore. L'emendamento che puntava a sopprimere la norma venne bocciato. Secondo la quale ogni gestore di sito informatico ha l'obbligo di rettificare ogni contenuto pubblicato sulla base di una semplice richiesta di soggetti (sufficiente inviarla anche via e-mail) che si ritengano lesi dal contenuto in questione. Una misura che castrerebbe la libertà di espressione in rete, e che prevede sanzioni per chi non rettifica fino a 12mila euro.
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