PD: Sul Cis Pdl e Lega d'accordo
Martedi 2 Febbraio 2010 alle 12:16Partito Democratico Vicenza
Ma quale lotta fra Lega e Pdl? Sul Cis sono tutti d'accordo per il centro commerciale
PD provinciale: «L'obiettivo è rinviare all'infinito la discussione sul Ptcp per evitare ostacoli alla realizzazione del mega centro commerciale»
Vicenza - «Cis viaggiare informati? A Vicenza è diventato Cis vivere disinformati, cornuti e mazziati. Ci sarebbe da ridere perché la storia del Cis sembra una barzelletta, se non fosse che con il suo comportamento la giunta provinciale sta svendendo il territorio agli interessi commerciali dei privati per coprire i buchi dovuti ad una gestione fallimentare nel pubblico. Oltre il danno, appunto, per i cittadini arriverà la beffa».
Così il gruppo consiliare del Partito Democratico in Provincia stigmatizza il comportamento della giunta provinciale sulla questione Cis, il centro interscambio merci di Montebello.
«Sono passati più di vent'anni dalla nascita del progetto ed ora siamo alla farsa: i cittadini saranno ricompensati per vent'anni di ritardi e di spreco di denaro e risorse pubbliche con cemento dove ora c'è il verde e con un megacentro commerciale che i soldi li farà intascare ai privati - spiega Piero Maria Collareda, capogruppo -. Basta, non si può prendere in giro i cittadini in questo modo. Il Ptcp è un baraccone, la cui discussione viene rinviata all'infinito perché nulla ostacoli la nascita di un centro commerciale su un'area di 500mila metri quadrati».
A riaccendere le polemiche è il continuo rinvio della discussione in consiglio provinciale del Ptcp, il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale.
«È inutile che Pdl e Lega continuino con il loro teatrino delle parti, facendo finta di litigare e di chiedersi spiegazioni a vicenda - spiega Matteo Quero, consigliere -. Lo hanno capito tutti che si tratta solo di una messinscena per prendere tempo ed evitare di approvare il Ptcp prima che la Regione dia il via libera al commerciale per l'area Cis. Il primo semaforo verde la giunta provinciale lo ha acceso lo scorso 29 dicembre, quando ha dato il via libera alla valutazione delle osservazioni del Pati di Gambellara, Montebello, Montorso e Zermeghedo che prevede la realizzazione di un centro commerciale sui terreni del Cis, senza alcuna presa di posizione sul vincolo che impedisce di realizzare nuove strutture commerciali imposto dalla giunta Dal Lago nel Ptcp (una strana dimenticanza della giunta provinciale, che nella delibera si raccomanda di rispettare il contesto paesaggistico delle ville venete, ma nulla ha da dire sull'ipotesi di un mega centro commerciale che infrange i vincoli imposti dalla precedente giunta). Perché è stato richiuso nel cassetto il Ptcp siglato dalla Dal Lago quando la Regione chiedeva solo qualche aggiustamento, e si è scelto di ripartire da zero? Forse perché è stato redatto da una giunta guidata dalla leghista Dal Lago nel 2006, lo stesso anno in cui il senatore leghista Filippi ha acquistato metà dell'area Cis, e quindi i vincoli del Ptcp che impedivano la realizzazione di nuove strutture commerciali non andavano più bene al Carroccio, e quindi nemmeno all'interno della giunta provinciale guidata dal leghista Schneck?».
«Rivolgiamo un appello alla Provincia, alla Regione, al Pdl e alla Lega Nord - concludono i democratici in Provincia -. Dite ai cittadini qual è la verità sul Cis, perché più che una concertazione trasparente fra enti pubblici per il futuro assetto del territorio, la questione sembra sempre più una trattativa al servizio di interessi privati che si svolge nel segreto delle stanze dei bottoni».
Continua a leggereGalan al Governo (no all'Eni) e Zaia in rete
Sabato 26 Dicembre 2009 alle 13:37
Giancarlo Galan, dopo aver rinunciato improvvisamente (?) alla sua quarta corsa per la Presidenza del Veneto, per la cui candidatura il Premier Berlusconi ha ‘ceduto' alle pressioni del leader della Lega Bossi, suo irrinunciabile alleato a livello nazionale, si consolerà con un Ministero, come ha detto ai suoi sostenitori , (quasi tutti) i consiglieri regionali e gli assessori del Pdl, invitati a casa sua per una cena di auguri di Natale, dove ha ufficializzato la sua scelta alternativa a quelle di presentarsi da solo, accettare un ‘ricca' poltrona nel Cda dell'Eni o ritirarsi provocatoriamente dalla politica.
Galan, pur ribadendo di non aver compreso né capito (anche se chiaro a molti, se non a tutti, lui in primis, n.d.r.) il niet alla sua ricandidatura, ha comunicato di non aver scelto la sempre minacciata strada della rottura, accettando l'appello di Berlusconi a non dilapidare le sue competenze politiche e ricordando che il Pdl adesso avrà 3 ministri del Nord Est al governo, con lui in più, appunto un politico e non un tecnico, come Sacconi e Brunetta.
Intanto Luca Zaia segnala i 70mila contatti al giorno ospitati in media dal suo blog (da censurare?, n.d.r.), www.lucazaia.it , che verrà sempre più potenziato per la campagna elettorale di fatto iniziata e che il ministro vuole gestire sfruttando al massimo il web come Barack Obama.
Zaia invita, ovviamente, alla prudenza contro i facili entusiasmi: «Il centrodestra non già ha vinto, per ora ha un candidato»
C'è chi fa festa e chi ti fa la festa
Venerdi 25 Dicembre 2009 alle 17:21Premessa (lunga) dell'editore
Oggi, intanto, di nuovo auguri a tutti e non solo di Buon Natale, perché ci leggono in tanti, cattolici e non. Poi, come promesso nella fiaba prima pubblicata (per i buoni?) e dopo lo scambio augurale con Silvano Giometto, non potevamo perdere la verve che caratterizza VicenzaPiù, anche in un giorno come questo, che, anzi e comunque, è un giorno di vita con più o meno grandi significati, ma in cui chi è contento è più contento, chi è, non per sua colpa, infelice lo è di più, e umanamente non per invidia, se vede la contentezza altrui in un giorno che accentua le differenze specialmente in un periodo di grande crisi economica.
A 'Babbo Mannino' avevamo chiesto un suo regalo e dal suo camino ce lo ha fatto arrivare.
Oggi dobbiamo essere, ci dicono, tutti più buoni, quindi anche e soprattutto con i ‘cattivi' come Alessio Mannino. Noi continuiamo a esserlo, buoni con lui, da 176 numeri, tutti quelli finora usciti di VicenzaPIù, che lui ha contribuito a ravvivare con rigore pari alla passione per il giornalismo di una volta.
Magari qualche volta solo alzando un po' i toni, ma perché Alessio crede in quello che fa, come dovrebbero fare i giovani come lui, che, invece, oggi non vedono o non vogliono vedere la società in cui vivono (e che noi, i più vecchi, abbiamo costruito) e si aiutano a chiudere occhi e menti con spritz e qualcosa di peggio, che non è la droga fisica, ma quella dell'indifferenza.Sia buono con lui, almeno oggi (è Natale!), anche qualche lettore.
Continua a leggereGalan e Lega, il potere per il potere
Mercoledi 23 Settembre 2009 alle 16:05Dovrebbero vergognarsi. Tutti. L'osceno mercato messo in piedi fra Partito della Libertà e Lega Nord intorno alla candidatura per la presidenza della Regione Veneto è uno di quegli scempi della volontà popolare che dovrebbe far passare la voglia di votare alle elezioni regionali del 2010 anche ai più accaniti fan di Galan e del Carroccio, trattati come mandrie di buoi. Ossia come una variabile di poco conto, un dettaglio contingente, inerte massa di manovra nella lotta fra due apparati cui preme soltanto la conquista delle poltrone.
Continua a leggereBerlato: no al Veneto colonia leghista
Mercoledi 16 Settembre 2009 alle 11:56Ufficio Stampa on. Sergio Berlato
IL VENETO NON DEVE DIVENTARE UNA COLONIA LEGHISTA
In tutto il Veneto, in questi giorni, stanno sorgendo iniziative piu' o meno spontanee per chiedere al Presidente Berlusconi il mantenimento della parola data prima delle elezioni europee, nel corso delle quali aveva annunciato che la presidenza della regione del Veneto sarebbe toccata di diritto a quella forza politica che avrebbe preso il maggior numero di voti.
La sfida lanciata dal Presidente Berlusconi e' stata raccolta e vinta dal Popolo della Liberta' del Veneto che ha dimostrato la propria volonta' di non veder trasformata questa regione in una colonia leghista.
Prima ancora di stabilire la persona che andra' a presiedere la Giunta regionale, la classe dirigente del Popolo della Liberta' del Veneto, e con essa tutti i propri iscritti, chiedono a gran voce che il Veneto non sia consegnato alla Lega.
L'assegnazione della presidenza del Veneto alla Lega si tradurrebbe nell'abdicazione del Popolo della Liberta' al ruolo che le e' stato chiaramente assegnato dai cittadini del Veneto, che sono favorevoli all'alleanza tra tutte le forze di centro destra (compresa la Lega) ma che non intendono consegnare al partito di Bossi questa regione solo per le logiche spartitorie nazionali.
Se, nell'ottica della governabilita' nazionale, qualcuno puo' ritenere come giustificabile il sacrificio del Veneto come merce di scambio tra i vertici della Lega e del PDL, l'elettorato del Popolo della Liberta' del Veneto ritiene inaccettabile che si permetta alla Lega di radicarsi stabilmente su questo territorio, diventando in poco tempo la S.V.P. del Veneto, partito etnico che regnerebbe indisturbato per i prossimi vent'anni questa regione, il cui elettorato ha deciso, per il 72%, di non regalare il Veneto alla Lega.
Se qualche raffazzonata fuga in avanti di qualche dirigente locale del PDL ha rischiato di veder male interpretata la volonta' dell'intera classe dirigente del Popolo della Liberta' del Veneto, riteniamo opportuno correggere il tiro e far arrivare al Presidente Berlusconi ed all'intera classe dirigente nazionale del Popolo della Liberta' il grido di disappunto per gli eventuali accordi nazionali che si vorrebbero calare sulla testa dei veneti.
Il Popolo della Liberta' del Veneto e gran parte di quel 72% di veneti che hanno detto no alla Lega, mandano un messaggio chiaro al Presidente Berlusconi: il Popolo della Liberta' del Veneto, cosi' come ha accettato e vinto la sfida in occasione delle europee, e' pronto a lanciare e vincere un'altra sfida che consiste nel correre alle regionali senza la Lega nel caso in cui il partito di Bossi intenda mantenere il suo ricatto e pretendere la presidenza del Veneto in cambio del mantenimento dell'equilibrio che consente alla coalizione di centro destra di governare il Paese.
on. Sergio Berlato
Vice Capo Vicario della delegazione italiana del PPE
Vice Coordinatore Vicario del PDL della provincia di Vicenza
Ciambetti: "Spesa in aumento al Sud"
Mercoledi 9 Settembre 2009 alle 18:38Roberto Ciambetti, 9 settembre 2009
Ciambetti (Lega): "Nel sud Italia si spende molto di più di quello che si dichiara al Fisco: l'economia sommersa e i consumi smentiscono l'idea di un Mezzogiorno povero"
"Il divario tra redditi dichiarati e consumi effettivamente sostenuti smentisce lo stereotipo del Nord ricco ed evasore fiscale, contro un centro-sud impoverito". Il capogruppo della lega Nord-Liga veneta in regione, Roberto Ciambetti, commenta così la notizia per cui i consumi effettivi superano di alemno il 20 per cento i redditi ufficiali. "In Calabria si è speso quasi il 50 per cento in più di quello che si dichiara al Fisco - ha spiegato Ciambetti - anche la Sicilia non scherza, con una differenza del 38.6 per cento, come pure Puglia e Campania superano il 30 per cento. Le percentuali mettono in luce una disponibilità di reddito nascosto al Fisco: c'è tutta una economia sommersa che alimenta il Mezzogiorno e che non figura nelle statistiche ufficiali. Parlo di economia sommersa, non di economia illegale alimentata dalle organizzazioni malavitose che comunque hanno un loro ruolo: di certo è che il Mezzogiorno con probabilità è molto meno povero di quanto non dica. Se stiamo infatti ai redditi dichiarati - ha continuato Ciambetti - la differenza di ricchezza tra Lombardia e Calabria è dell'80 per cento, il che significa che in Calabria mediamente si dichiarano redditi inferiori a meno della metà di quelli dichiarati in Lombardia. Ma se guardiamo, invece, ai consumi sostenuti, questa forbice diminuisce drasticamente e dall'80 per cento, la forbisce scende al 30 per cento. Le regioni del Nord sono tutte allineate nel rapporto spesa - redditi dichiarati e credo che le differenze siano da imputare al ricorso al risparmio e all'indebitamento, dati che, in mesi di crisi economica, hanno visto un incremento nel centro-nord. Nel Mezzogiorno, invece, molte cose sarebbero da indagare, ma di certo non sfuggono - ha concluso il capogruppo leghista - una serie di dati: una economia basata sul pubblico impiego e l'assistenzialismo non basta a spiegare la forbice incredibile tra redditi e consumi nel Mezzogiorno; nel Sud, dove il costo della vita è molto inferiore rispetto al Nord, esiste una economia sommersa e i motivi di lamento verso lo stato e soprattutto verso il Nord rientrano in una strategia che, in Veneto, è ben sintetizzata dall'adagio per cui "se pianse el morto, par ciavare el vivo". E oggi questo ‘vivo' non è più disposto a farsi fregare
Roberto Ciambetti Continua a leggere