"8 mila e 500 lavoratori di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza saranno presto dipendenti di BancaIntesa Sanpaolo (in effetti già lo sono, ndr), senza perdere nulla del proprio stipendio e anzi avendo la garanzia di far parte di un gruppo solido, con prospettive positive per il prossimo futuro - lo dice nella nota che pubblichiamo Laura Puppato commentando l'accordo tra Intesa e sindacati - anche questo è  frutto del lavoro di Governo e Parlamento per salvare l'operatività delle due banche venete evitando un vero disastro sociali con risvolti drammatici e nuove importanti difficoltà per migliaia di famiglie".
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Pubblicato il 15 alle 18.55, aggiornato il 16 alle 00.06. Premetto che quello che leggerete è frutto di mie considerazioni che si basano su alcuni fatti, abbastanza per scrivere e riflettere sull'ipotesi di cui al titolo, ma troppo pochi per avere certezza che la mia valutazione sia riscontrabile con certezza. Detto questo è noto a tutti come il "sistema" finanziario che regola a suo ignoto piacimento il mondo di oggi, sempre meno fatto di volti noti e sempre di più popolato di trust, fondi e finanziarie, nel 2011 decise che era finto il tempo di Silvo Berlusconi.
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Sul giornale locale chi prima appassionatamente (abbiamo scritto appassionatamente non "spassionatamente"!) per anni ha fatto da spalla ai proclami dei musinari Gianni Zonin, Giuseppe Zigliotto, Samuele Sorato e amichetti loro oggi ci spiega non che, forse, è l'unico approvabile stante il "sistema" di poteri attuale ma quanto sia buono e bello l'emendamento alla finanziaria presentato dal senatore dem bassanese Giorgio Santini, che per i soci truffati di quelle banche si accontenta di briciole a fronte dei miliardi persi dai soci risparmiatori di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca e di quelli donati a BancaIntesa Sanpaolo per farsi carico (?) della loro parte buona lasciando il peggio del peggio alle due liquidazioni. Vi invitiamo, quindi, a rileggere il testo della proposta (fatto oggettivo) e quanto da noi sinteticamente scritto (commento soggettivo).Â
Chiesto il fallimento della BPVi. Dopo l'istanza di un gruppo di risparmiatori, il tribunale civile di Vicenza ha fissato per il 2 febbraio la prima udienza per la dichiarazione dello stato di insolvenza. Se questo avvenisse, si aprirebbe uno scenario inedito anche per l'inchiesta penale, perchè la procura potrebbe procedere per bancarotta fraudolenta, anche se è tutto da chiarire a carico di chi. L'istanza - a carico della bad bank amministrata da Fabrizio Viola, la good bank è in mano a Intesa Sanpaolo - era stata presentata dai risparmiatori traditi dopo il decreto con cui il governo, il 25 giugno scorso, disponeva la liquidazione coatta amministrativa della Banca Popolare di Vicenza e di Veneto Banca.
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La musìna di Gianni Zonin. L'espressione - di considerare la Banca Popolare di Vicenza come una musina - copyright dello stesso imprenditore vinicolo, con il furbesco intento di rassicurare i risparmiatori. Fu pronunciata dal banchiere nell'assemblea del 26 aprile 2014, a crac conclamato. Sono trascorsi da allora oltre tre anni e tante vicende hanno interessato la banca-musina, lasciando sul lastrico aziende e tanti risparmiatori; in pratica un vicentino su due. Solo che il banchiere, benchè defenestrato, si è tenuta stretta la sua "musina" che non era la banca, bensì gli affari che vi svolgeva con o tramite la stessa.
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Visco inferno: dopo il caso di Menestrina assunto da Zonin come direttore finanziario altri tre ispettori provenienti da Bankitalia sono finiti a lavorare alla corte di Popolare di Vicenza (in un caso dopo aver fatto i controlli). Il presidente della commissione d'inchiesta Casini aveva parlato di porte girevoli "tra banche vigilate e vigilanti"
Altri tre ispettori di Bankitalia finiti al lavorare alla corte di Zonin Dopo il caso di Lucio Menestrina, svelato ieri dalla «Verità » (e da VicenzaPiu.com, ndr), spuntano i nomi di Lio, Onofri e Romito, assunti dal gruppo Banca Popolare di Vicenza, provenienti dalla vigilanza di Bankitalia. In un caso proprio dopo aver fatto i controlli Francesco Bonazzi per la Verità La girandola delle «porte girevoli» tra Popolare di Vicenza e Banca d' Italia non si ferma più.
Dalle testimonianze delle associazioni di risparmiatori delle due ex banche venete, sentite oggi dalla Commissione d'inchiesta sulle banche, "il fatto che il collocamento di prodotti finanziari avvenisse con normative ampiamente eluse, con tante modalita', e' chiaro e limpido'. Cosi' il presidente della Commissione bicamerale d'inchiesta sulle banche Pier Ferdinando Casininel corso dell'audizione dedicata agli ex azionisti e obbligazionisti di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca finite in liquidazione coatta amministrativa l'estate scorsa. Tra le varie proposte presentate alla Commissione da registrare quella presentata da 'Per Veneto Banca'.
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Il Fondo ex Atlante II, gestito da Quaestio Sgr che con Atlante I aveva "acquistato" BPVI e Veneto Banca con un investimento complessivo di 3.5 miliardi poi azzerato con la cessione a 1 euro della loro parte attiva a Intesa Sanpaolo, è diventato il più grande investitore dedicato al mercato dei crediti deteriorati in Italia e fra i maggiori al mondo, assicurando una forte presenza istituzionale italiana nel settore. Il Fondo è impegnato in quattro operazioni di cartolarizzazione per circa € 31 miliardi lordi di NPL per un investimento di circa € 2,5 miliardi. L'Assemblea degli Investitori del Fondo "Atlante II" si è riunita in data odierna a Milano ed ha deliberato all'unanimità di ridenominare il fondo in "Italian Recovery Fund".
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In una giornata di audizioni presso la Commissione d'inchiesta sulle banche è toccato ad Antonino Cappelleri, procuratore capo di Vicenza, assistito dai pm Luigi Salvadori e Gianni Pipeschi, ripercorrere le tappe della vicenda che ha coinvolto la Banca Popolare di Vicenza e fare l'excursus sulle indagini. Nelle circa due ore di "deposizione al contrario", che vi proponiamo integralmente, ci sono varie affermazioni del magistrato degne di "valutazione" ma occorre prima sentire con attenzione quanto dichiarato a Pier Ferdinando Casini & c.
Giorni fa scrivevamo delle tensioni fra responsabili di associazioni di soci truffati dalle ex popolari venete, fra politici, fra cui Laura Puppato, e uomini di governo e di potere titolando: "Crac BPVi e Veneto Banca: Ugone e Arman nella veste di guastatori, Miatello tra gli accusati e poi Gentiloni con Variati di spalla e Baretta a spegnere gli incendi con l'acqua delle... parole. Don Torta, benedici i soci!". E ieri appariva sulla Tribuna di Treviso un articolo intitolato "Veneto banca. La sede storica andrà ad Intesa" in cui la senatrice dem, data per vicina a Patrizio Miatello dell'associazione Ezzelino III da Onara, e al Codacons Veneto, esprimeva dei dubbi sul Coordinamento banche di don Enrico Torta.
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