"Domani giovedì 7 giugno alle 11.15 in sala stucchi a Palazzo Trissino sono in programma comunicazioni del sindaco sul prolungamento di via Aldo Moro e sulla costituzione di parte civile del Comune di Vicenza nel processo Banca Popolare di Vicenza". Quella così annunciata sarà , probabilmente, l'ultima conferenza stampa di Achille Variati ma, così come è annunciata, ha un valore ancora più storico dell'essere l'ultima. Dopo aver vissuto per anni all'ombra comodamente protettiva del sistema incernierato intorno a Gianni Zonin (rivolgersi a Jacopo Bulgarini d'Elci per l'ufficializzazione di questa constatazione da noi sempre fatta ma da lui significativamente siglata).
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Oggi Luca Zaia e Francesco Rucco, con la sollecitazione dell'attuazione dei ristori (per altro già inseriti nella legge 205 approvata il 27 dicembre 2017 da tutti i partiti e ora in attesa di decreti attuativi in ritardo dal 30 marzo 2018, ndr) per i soci truffati dalle banche venete e con il candidato sindaco di centrodestra che, dopo vari appelli nostri e di Fratelli d'Italia, si impegna anche a garantire l'accesso agli atti del processo BPVi, hanno segnato, sinceramente, un punto a loro favore nella campagna elettorale vicentina in cui il tema Banca Popolare di Vicenza veniva sistematicamente aggirato dai due principali aspiranti sindaco ma, soprattutto, da Otello Dalla Rosa.
La Consob ha pubblicato una serie di sentenze della Corte di Appello di Venezia riguardanti sanzioni pecuniarie, sia pur minime, comminate dalla stessa Commissione nazionale per le Società e la Borsa per eventi della gestione della Banca Popolare di Vicenza. Nel suo ultimo bollettino la Consob rende noto che Venezia in data 26 aprile con pubblicazione il 31 maggio ha bocciato tutte le opposizioni contro le suddette sanzioni da parte di ex membri di riferimento del Cda e del presidente per il periodo interessato del collegio sindacale della BPVi.
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Francesco Rucco, prima dell'appoggio della coalizione allargata di centro destra, aveva mostrato una originalità e una determinazione che non solo aveva colpito gli osservatori indipendenti ma aveva anche preoccupato l'avversario principe, Otello dalla Rosa, colpito, dopo la sua vittoria alle primarie di centro sinistra, da una strana sindrome da "paralisi" di fronte a proposte innovative che, per essere veramente tali, non possono prescindere da una analisi critica del passato, sia pure nominalmente dominato dalla stessa parte politica.
Pronto il nuovo socio per i vini Zonin. Secondo indiscrezioni la famiglia vicentina, aiutata dall'advisor Mediobanca, avrebbe individuato un investitore di minoranza per il gruppo da 201 milioni di fatturato. L'operazione prevederebbe un aumento di capitale da circa 70 milioni di euro e la cessionr di una quota di circa il 30-40%. Casa VinicolaZonin 1821 (alias Zonin spa, ndr) è una delle maggiori aziende del settore con circa il 90% dei ricavi che viene generato fuori dall'Italia. Nei mesi passati erano usciti alcuni nomi di potenziali investitori: dal fondo americano Blackstone fino alla 21 Investimenti di Alessandro Benetton.
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"Condivido il disagio e lo sdegno delle associazioni di risparmiatori rispetto all'eventualità che il processo per la Banca Popolare di Vicenza sia trasferito lontano da Vicenza". Il candidato sindaco Otello Dalla Rosa interviene in riferimento alla richiesta di trasferimento del processo avanzata dalla difesa aggiungendo: "Il trasferimento del processo sarebbe l'ennesima offesa a una comunità che ha già pagato un prezzo sociale elevatissimo alla gestione spericolata di due istituti bancari che godevano della fiducia dei risparmiatori".
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"Le difese ne hanno chiesto lo spostamento: «A Vicenza clima d'odio, manca serenità di giudizio». Duro scontro con la Procura": questo il sommario de Il Mattino di Padova della cui puntuale cronaca commenteremo i contenuti a seguire dopo avervela proposta qui di seguito.
Dopo lo spostamento del processo Veneto Banca da Roma a Treviso (per motivi tecnici di competenza territoriale, ndr), il rischio di "trasloco" a Trento incombe ora su quello Bpvi. Nell'udienza preliminare di ieri, le difese di quattro imputati (Gianni Zonin, Emanuele Giustini, Paolo Marin e Giuseppe Zigliotto), hanno depositato l'istanza di rimessione, vale a dire la richiesta di celebrarlo in un'altra città .
Carissimi, molto spesso veniamo, nel migliori dei casi, dipinti come dei sognatori incapaci di calarci nella realtà e dare risposte reali alla "gente". Non vi nascondiamo che ci abbiamo pensato e che a partire dal progetto di demolizione controllata di Borgo Berga e la conseguente vendita di diritti televisi, abbiamo deciso di dare risposte non solo di idealità e sogno ma anche volte a risolvere i problemi economici del nostro territorio. Cercheremo di essere più pop (ulisti), come impone la moda del momento, insomma! Veniamo quindi al tabù della ridente campagna elettorale vicentina, la questione Gianni Zonin e Banca (non più) Popolare di Vicenza.
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In questi giorni pare che i vicentini e la loro "crema", cioè i candidati che, "eleggendoli", cioè scegliendoli, manderemo a governare la città , abbiano risolto tutti i loro problemi, da quelli economici a quelli del lavoro e fino a quelli dell'assistenza sanitaria e sociale per non parlare dell'onnipresente "sicurezza" (non quella sul lavoro, per carità , quella costa ai padroni e trascurarla fa solo morire i lavoratori), visto che il candidato di centro sinsitra Otello Dalla Rosa e i suoi supporter si sono concentrati ultimamente in campagna elettorale solo sul "dossier" anti fascista del Giornale di Vicenza che fu anch'esso fascista quando tutti lo erano, Nilde Iotti e Eugenio Scalfari inclusi.
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