Pnv: i nemici di Brancher (e di Calderoli e forse Zaia)
Sabato 26 Giugno 2010 alle 19:11Come nei migliori gialli, l'assassino politico di Brancher (nella prima foto con Zaia) si nasconde tra i suoi migliori amici.Il personaggio non è uno a caso. É infatti noto il suo ruolo cruciale che ha permesso alla lega di riprendersi dopo l'impasse finanziaria e anche politica del 2003-2005 a seguito del crollo della CrediEuronord. Colpire Brancher oggi vuol dire soprattutto colpire Calderoli, che è legato a lui da presunte losche vicende di tangenti. A chiamarli in ballo è l'ex amministratore delegato della Banca Popolare di Lodi. Fiorani ha affermato di aver dato 200.000 euro in una busta a Brancher, a margine di un incontro con il duo. Continua a leggere
Galan in grande spolvero col premier Berlusconi. Responsabile in Veneto dei Promotori della Libertà
Domenica 20 Giugno 2010 alle 13:25Galan in grande spolvero col premier Berlusconi. Responsabile in Veneto dei Promotori della Libertà
Domenica 20 Giugno 2010 alle 13:16Balzi: l'on. Berlato, le cicale e le formiche
Giovedi 10 Giugno 2010 alle 17:04Così il consigliere comunale Luca Balzi commenta le dichiarazioni di Sergio Berlato, Eurodeputato del PdL. "Il popolo veneto incominci a preoccuparsi - continua Balzi - è partita la manovra a tenaglia, lunedì le dichiarazioni del coordinatore regionale del PdL Lazio sulla non sostenibilità della riforma del federalismo fiscale da parte delle casse della Regione Lazio.
Continua a leggereSulla strada del disonore
Sabato 24 Aprile 2010 alle 23:47Movimento Sociale Fiamma Tricolore - Vicenza 24 aprile. A seguito dello "scontro" pubblico tra Fini e Berlusconi non è possibile evitare alcune considerazioni anche perché a fronte delle accuse leghiste sul "Fini Fascista" la reazione è quasi istintiva. Oggi la politica non è solamente scaduta sotto il profilo culturale (Fini Fascista) ma sopratutto morale tanto che, in quest'ultima, Gianfranco Fini ne incarna la massima espressione.
Continua a leggereIn difesa di Giorgio Napolitano
Martedi 9 Marzo 2010 alle 18:57
Giovanni Giolitti diceva che "per i nemici le leggi si applicano, per gli amici si interpretano".
Forse basterebbe questa frase da sola per commentare il tragicomico caos-liste cui abbiamo assistito e il conseguente salvagente ministeriale, il decreto ad-listam che sta sollevando l'indignazione dei cittadini.
Lo spettacolo è deprimente, per due motivi almeno.
Il primo è evidente a chiunque.
Cosa dovrebbe pensare il cittadino italiano che, soffocato da una bulimia legislativa senza pari in altri paesi europei, si impegna a rispettare le leggi e vede i propri rappresentanti in Parlamento cambiare in corsa la legge elettorale per salvare la poltrona (ma non la faccia) degli amici pasticcioni in Lazio e Lombardia? Cambiare le leggi in corsa per salvare gli interessi di bottega è un segnale devastante verso la popolazione chiamata a rispettare le leggi.
Il secondo motivo è che ora sotto tiro si trova il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, individuato da alcuni come "capro espiatorio" cui addossare responsabilità che sono evidentemente di altri.
Anche lui, tanto per confermare la tendenza di moda, è stato messo sul banco degli imputati per aver rispettato le regole. Il suo ruolo gli impediva di bloccare il decreto, a prescindere dal suo giudizio. Era una scelta obbligata, sofferta e obbligata.
Da un Presidente all'altro.
Il Presidente della Camera Gianfranco Fini definisce il decreto ad-listam "il male minore".
Se per Gianfranco Fini iniettare nei cittadini la sconfortante sensazione che chi rispetta le regole fa una fatica inutile, e chi non le rispetta può dormire sonni tranquilli, se per Fini questo è il male "minore" ... il male "maggiore" qual è?
Matteo Quero
Continua a leggereIncontro con Gianfranco Fini sabato alle 15
Mercoledi 24 Febbraio 2010 alle 13:10FareVicenza
IMPORTANTE: INCONTRO CON FINI ANTICIPATO ALLE ORE 15.00
Sabato 27 Febbraio alle ore 15.00 presso l'Aula Magna dell'Università -con
ingresso per il pubblico in contrà Barche a Vicenza- l'Associazione FareVicenza
ha organizzato, in collaborazione con la Libreria Galla, la presentazione del libro,
da molte settimane tra i più venduti in Italia,
IL FUTURO DELLA LIBERTA'
Consigli non richiesti ai nati nel 1989
Sarà presente l'autore:
l'On. Gianfranco Fini
Presidente della Camera dei Deputati
L'appuntamento, aperto alla cittadinanza, si rivolge in particolare a quella
generazione che, nata nell'anno della caduta del muro di Berlino, rappresenta oggi il
futuro della nostra libertà con idee, esigenze ed istanze del nostro domani. A loro è
dedicato il dibattito con il Presidente Fini, che svolge questo tipo di incontri in varie
località d'Italia e ha scelto Vicenza come prima e unica tappa in Veneto.
La scelta di svolgere l'evento presso la sede universitaria di Vicenza, grazie
alla collaborazione della Fondazione Studi Universitari non è casuale, ma
rappresenta un messaggio al mondo accademico di cui "i ragazzi del 1989" sono in
questi anni protagonisti.
Dopo una breve saluto del Presidente della Fondazione Studi Universitari
dott. Silvio Fortuna e l'introduzione del Presidente di FareVicenza on. Giorgio Conte,
l'on. Gianfranco Fini sarà intervistato e dibatterà sui temi affrontati nel suo libro dal
dott. Ario Gervasutti, Direttore del Giornale di Vicenza e dal prof. Ferdinando
Azzariti dell'Università di Udine. In conclusione alcuni giovani rivolgeranno al
Presidente Fini alcune domande.
Inoltre, in occasione dell'evento, la Libreria Galla organizzerà presso l'atrio
dell'Università uno stand per la promozione e la vendita del libro.
Il Futuro della Libertà è il titolo del libro pubblicato proprio in occasione del
20° anniversario della Caduta del Muro di Berlino, dopo decenni di guerra fredda ed
odio ideologico, sotto la pressione del sogno di libertà e giustizia che emergevano
con Solidarnosc e Papa Giovanni Paolo II°. Le autor ità sovietiche decisero quindi di
aprire le porte all'Occidente, l'impero comunista iniziava la sua disgregazione e con
esso terminavano le grandi dittature che avevano contraddistinto il '900.
Segreteria organizzativa: dott. Marco Bonafede - 335.1361349 - [email protected]
Si trattò di una vera e propria rivoluzione per tutto l'Occidente e per il mondo
intero. La caduta del muro di Berlino rappresenta dunque una pietra miliare; ma se
le pietre caddero sotto i colpi della storia, purtroppo quel muro si ritrova ancora in
molti uomini e donne che vivono la politica degli specchietti retrovisori, come bene
l'ha definita il presidente Fini. Gli stessi concetti di destra e sinistra da quel
momento hanno assunto un significato diverso rispetto agli steccati ideologici che
hanno caratterizzato le generazioni precedenti.
Qual'è dunque il compito della generazione del muro se non quello di
costruire un mondo migliore?
Abbiamo invitato il Presidente Fini a Vicenza perché apprezziamo il suo
sforzo teso ad abbattere quel muro ideologico che tuttora caratterizza la politica
italiana.
La segreteria di FareVicenzaÂ
Fiamma Tricolore, Fini e gli "stronzi"
Venerdi 27 Novembre 2009 alle 22:02
Lettera aperta
Salve, sono un "stronzo", o almeno, ho scoperto di essere tale da quando la terza carica dello Stato, l'arrampicatore sociale per eccellenza, Gianfranco Fini, ha deciso per un giorno di fare il borgataro, mettersi un paio di jeans e dire parolacce.
A ben vedere non sono l'unico, di stronzo, più o meno tutti lo sono nel partito in cui milito, la Fiamma Tricolore erede di quel Movimento Sociale Italiano di cui molti, soprattutto a destra, vorrebbero spegnere la fiamma, oppure rivalutarla a proprio uso e consumo dopo che non sono riusciti a farla morire (o relegarla in qualche armadio delle proprie miserie umane e delle proprie vergogne), il che è anche peggio.
Dicevamo "stronzi". Giusto.
Le parole di Fini, il politico buono per rassicurare le paure e le fobie borghesi ed inorgoglire i conservatori doc ed ogni colonnello in pensione che si rispetti, hanno turbato la "destra". Chi si interroga, chi si è offeso.
Io, sinceramente, mi sento abbastanza sereno, come credo i miei camerati, non essendo ancora rimasto folgorato sulla via della teologia anti-nazionale, anzi mi tengo la dotta dizione finiana "stronzo" e me ne frego.
È la mia spiccata sensibilità da "male assoluto" che me lo impone, quasi antropologicamente.
Mi preoccupano invece i troppi miei connazionali che hanno ormai smarrita la capacità di guardare il potere negli occhi e non riescono manco più a riconoscerlo.
E per loro è bell'apparecchiato il teatrino degli schematismi: immigrati tutti demoni o immigrati tutti angeli. Non se ne esce.
La realtà è un'altra: non si può affrontare il problema dell'immigrazione a suon di stronzate.
L'appartenenza non è una patente a punti; l'ottenimento della nazionalità non può considerarsi alla stregua della sottoscrizione di un abbonamento al cinema. Solo lo spirito mercantile imperante può concepirlo in tal guisa: ci sono da fare un sacco di affari, bisogna fare in fretta!
L'immigrazione è una mannaia che quando si abbatte sui popoli crea disastri sia dalla parte di chi emigra sia da quella di chi accoglie. Impoverisce tutti...a parte chi maneggia la mannaia.
E allora si tratta di capire ed individuare di chi è la mano che regge la mannaia.
Ed è un bel comitato d'affari, che arruola esponenti politici, economici, confessionali e tecnocrati: si chiama MONDIALISMO!
Mondialismo che è il rovesciamento del concetto di Impero, che è anti-Tradizione e di cui la GLOBALIZZAZIONE rappresenta solo l'aspetto economico-sociale-finanziario, perché il fine è il mercante che vuole divenire nuovo "imperatore"!.
La Fiamma lo denuncia da sempre, ma è battaglia che porta pochi voti...meglio urlarsi addosso quattro slogan, sapete, nel piatto dell'immigrazione ci mangiano in tanti...
Noi però siamo sempre irremovibilmente per la Comunità Organica di Destino, per il Popolo e per la Nazione, per l'identità e per la diversità , contro l'internazionalismo e l'omologazione, contro l'intolleranza egualitarista che porta ingiustizia, contro l'usura e l'alta finanza apatride.
Ah, dimenticavo...una soluzione?
Tagliare il business sull'immigrazione. Dirottiamo l'otto per mille della chiesa cattolica (che va in gran parte alla Caritas) e il 5 per mille delle organizzazioni che si occupano d'accoglienza (tutto l'indotto che vive del disagio dell'immigrazione) verso progetti governativi bilaterali di cooperazione, studio e sviluppo coi Paesi di provenienza, per creare prospettive di crescita nel luogo d'origine e/o vincolando parte dei contributi di chi lavora in Italia alla realizzazione di investimenti inalienabili in patria.
Un tentativo, così, per provare...
Luca Zampini
Fiamma Tricolore
Continua a leggere