Dimettere subito i fuorilegge
Domenica 28 Marzo 2010 alle 11:56
Riceviamo e pubblichiamo
Dopo la trasmissione di RAIPERUNANOTTE di giovedì sera è ancora più evidente che il Presidente del Consiglio, in stretta collaborazione con i suoi fiduciari nei più alti livelli di direzione del Servizio Televisivo Pubblico Rai, si è ripetutamente reso responsabile della violazione dell'art.21 della vigente Costituzione Italiana (Diritti di informazione attiva e passiva).
E' chiarissimo che chi non si allinea alle "verità ufficiali" decise e proclamate dal Presidente del Consiglio e dalla sua maggioranza governativa ed invece rivendica il diritto- dovere di fornire ai cittadini la possibilità di confrontare liberamente le diverse versioni dei fatti e le diverse scelte per il futuro ... viene imbavagliato per impedire che cittadini pienamente informati possano autonomamente esercitare la sovranita' popolare sancita dall'art.1 della Costituzione Italiana ancora vigente...
Dopo i crescenti, incessanti attacchi all'autonomia della magistratura per neutralizzare in ogni modo l'azione dei magistrati onesti che si trovavano a constatare e doverosamente a perseguire comportamenti illegittimi, diretti o indiretti del Presidente del Consiglio e di troppi parlamentari fuorilegge ... come di qualsiasi altro cittadino ... Uguale di fronte alla legge ... è evidente lo sfregio degli articoli 101 e 104 della vigente Costituzione Italiana costantemente perpetrato dal Governo anche con una serie di vergognose, reiterate, illegittime "leggi ad personam".
Tutto ciò è possibile in conseguenza della Legge elettorale porcata che ha espropriato gli elettori della possibilità di scegliere con il loro voto di preferenza i Deputati del Parlamento Italiano ... Questo meccanismo ha concentrato il potere di nomina degli eletti nelle mani dei segretari di Partito ed il risultato è un parlamento infarcito di delinquenti conclamati, di servi e di giullari...
Il Paese sempre più comprende che è in atto la fase finale di un gravissimo, progressivo attentato alla costituzione italiana volto ad affermare il potere centralizzatore di un nuovo fascismo tecnocratico.
Per superare questa sciagura il popolo italiano ha una sola possibilità : estendere doverose forme di disobbedienza civile non-violenta e di auto-organizzazione costruttiva per ripristinare in concreto i propri diritti fondamentali ... violentemente espropriati dalle crisi economiche e finanziarie che tutti conosciamo.
Lavoro, istruzione, acqua ed energie pulite, cibi non geneticamente modificati, casa, ambiente vivibile, trasporti pubblici non inquinanti, servizi informativi e culturali plurali e non mercificati ... salute fisica e psichica ... non saranno possibili se non si faranno venire allo scoperto e se non si neutralizzeranno le finanze e le economie distruttive e parassitarie, le cosche malavitose, le caste dei privilegiati, dei ricattatori concentrati nelle istituzioni spesso per delega della non dimenticata loggia Massonica P2 a cui il presidente del Consiglio fu iscritto ...
Nessuna uscita positiva dalle "Crisi Manovrate in Atto" è possibile se nel Paese i delinquenti, attentatori della Costituzione, avranno ancora la possibilità di alimentare gli inneschi delle violenze mettendo alla disperazione masse crescenti di esseri umani.
Sembra perciò evidente la necessità che il Presidente della Repubblica chieda subito formalmente al Presidente del Consiglio.... in quanto manifestamente incapace di rispettare ed applicare le regole Costituzionali e di garantire la pacifica e costruttiva unità del popolo Italiano ... di dimettersi prima del prossimo 25 Aprile ( festa della Liberazione dal nazifascismo ) per rendere possibile un superamento nonviolento della attuale situazione di metastasi economica politica e sociale della Comunità Italiana con la immediata costituzione di un Governo ponte - di garanzia Costituzionale - retto da una personalità al di fuori di tutti i partiti alla quale vengano assegnati i compiti di :
1 - Ampliare l'uso dei mezzi di comunicazione pubblica e privata per consentire a tutte le componenti della Società Civile gestioni trasparenti, partecipate, consapevoli, eque delle crisi aziendali e territoriali in atto e delle prospettive future dei "Beni Comuni".
2 - Definire al più presto una Nuova Legge Elettorale convalidata da una opportuna consultazione referendaria.
3 -Avviare il percorso di una nuova fase costituente fondata sulla più ampia estensione della democrazia partecipativa.
Massimo Marco Rossi
27 marzo 2010
P.S. Con l'espressione " Beni Comuni" si intendono tutte le risorse Umane, Ambientali, Scientifiche e Tecnologiche, Economiche e Finanziarie comunque riferite al territorio Italiano.
Gli usi quantitativi e qualitativi di tutte queste risorse devono essere resi compatibili con il rispetto dei diritti di tutte le persone e di tutti i popoli presenti e futuri e con le esigenze di piena integrità vitale degli eco-sistemi dell'intero Pianeta Terra.
Marco Mario Rossi
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Fiat, Termini Imerese e Costituzione
Venerdi 15 Gennaio 2010 alle 21:58
L'apertura dello stabilimento della FIAT di Termini Imerese, avvenuto 30 anni fa, era stato accolto con entusiasmo perché la più grande azienda italiana in assoluto ed una delle più autorevoli al mondo del settore automobilistico si insediava in un territorio senza tradizioni industriali. E perché avrebbe portato occupazione e avrebbe rappresentato un volano per il più complessivo territorio siciliano.
La Fiat negli anni ha ricevuto ingenti finanziamenti a fondo perduto. Questo è una dato oggettivo riconosciuto da tutti; soldi pubblici regalati agli Agnelli che come ringraziamento hanno sempre tenuto gli operai per le palle, ma sarebbe meglio dire con il cappio al collo rimanendo sempre pronti ad aprire la botola per impiccarli.
Così è stato anche per lo stabilimento siciliano, che tra le altre cose paga l'incapacità di una classe politica nazionale e siciliana che non è stata in grado di andare oltre per sostenere una politica di sviluppo e di progettualità di ampio respiro, sostenendo, per esempio, un indotto esteso e di qualità e una politica di valorizzazione della Sicilia e dei suoi prodotti con la conseguente ricerca di mercati di sbocco, mentre le risorse per le infrastrutture sono state disperse in migliaia di rivoli per alimentare clientele avide e piene di pretese. Somme sconcertanti che negli anni avrebbero potuto risanare un'intera isola e produrre lavoro e benessere a molte comunità .
Ora l'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, dal palco dell'Automotive News World Congress, precisa che la Fiat è un'azienda e ha le responsabilità di un'azienda: "siamo il maggiore investitore in Italia, ma non abbiamo la responsabilità di governare il Paese".
Molto bene, non fa una piega verrebbe da di dire, se non che i soldi presi a fondo perduto per l'apertura di questo stabilimento erano vincolati allo sviluppo e al mantenimento dell'occupazione e di certo non per smantellare tutto e per trasferire all'estero la produzione. Le responsabilità politiche sono oggettive, ma la Fiat non può lavarsene le mani in questo modo come se non fosse un suo problema.
D'altronde l'articolo 41 della Costituzione dice che: "l'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà , alla dignità umana. La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività pubblica e privata possa essere indirizzata a fini sociali". Questo è quanto c'é scritto sulla Carta costituzionale, ragion per cui ritengo che il governo abbia il diritto-dovere di intervenire nella misura in cui l'operazione manageriale di Marchionne è in palese contrasto con il principio di utilità sociale e di salvaguardia della dignità umana descritto nel dettato costituzionale.
Alex Cioni
Membro direttivo provinciale Pdl
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Costituzione e questione morale
Martedi 5 Gennaio 2010 alle 23:18Riceviamo da Giorgio Langella (PdCI-PRC) e pubblichiamo per eventuali commenti.Â
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E così il ministro Brunetta ha finalmente rivelato quanto "lorsignori" vogliono fare della nostra democrazia. Brunetta afferma che "stabilire che l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro non significa assolutamente nulla" e che "la parte valoriale della Costituzione ignora temi e concetti fondamentali, come quelli del mercato, della concorrenza e del merito".
Pensiamo che sarebbe utile e necessario, prima di tutto, conoscere la nostra Costituzione. Capire come e da cosa è nata. Studiarne la sua modernità . Dovrebbe essere compito di chi governa e di chi "fa informazione". Dovrebbe essere compito primario della scuola. Invece chi governa il paese e tanti, troppi professionisti della comunicazione montano una vera e propria campagna di disinformazione e di occultamento dei principi e dei valori della nostra Carta costituzionale.
Ma il vero nemico è il "global"
Lunedi 4 Gennaio 2010 alle 12:23Dal n. 176 di VicenzaPiù
Condannare il razzismo va bene. Tuttavia difendere il "locale" è un valore contro il mito economicista di un mondo unito, uniforme e livellato
Capitemi: non riesco a non vedere i torti e le ragioni di ogni punto di vista. In quello di Abdullah Domenico Buffarini c'è da scindere da una parte il merito specifico della contesa col Carroccio anti-Islam e dall'altra la prospettiva culturale con cui lui condanna il leghismo.
Quanto al primo, ho poco da aggiungere rispetto al mio articolo di due settimane fa sulle calunnie della Lega a proposito del mancato festival che avrebbe dovuto tenersi nel centro musulmano di via Vecchia Ferriera. Il terrorismo che ogni qual volta gli islamici organizzano qualcosa viene sparso a piene mani dal partito padano è pura strumentalizzazione della paura fomentata dall'ambaradan mediatico dall'11 settembre 2001 in poi: l'Islam, secondo la vulgata, sarebbe una minaccia alla nostra civiltà , alla nostra identità cristiana e occidentale. C'è il piccolo particolare che questa identità esiste solo nella testa dei Lovat, che ci crede pure, e in quella di chi la evoca con squallido cinismo elettorale.
La lega, il mondialismo e la difesa della Costituzione
Lunedi 4 Gennaio 2010 alle 06:51Dal n. 176 di VicenzapiùÂ
di Abdullah Domenico Buffarini
Buffarini replica al leghista Davide Lovat, che aveva criticato il pensiero massonico illuminista
Rivendicando il suo mondialismo. E precisando: "Ho lasciato la massoneria, non fa nulla contro certe leggi-vergogna"
Art. 8 Costituzione : "Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge...e hanno diritto di organizzarzi secondo i propri statuti, in quanto non constrastino con l'ordinamento giuridico italiano".
Art. 19 Costituzione : "Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa, in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esircitarne in privato e in pubblico il culto, purchè si tratti di riti non contrari al buon costume".
Negli ultimi decenni del XIX secolo l'Europa venne invasa da una singolare opera pseudo storico-politica, che recava il titolo "I Protocolli dei Sette Savi di Sion", nella quale veniva descritta la trama tessuta da una organizzazione segretissima dell'ebraismo, finalizzata alla conquista del dominio mondiale.
Continua a leggereIl messaggio del Presidente Napolitano
Venerdi 1 Gennaio 2010 alle 18:12Redazione di VicenzaPiù         Â
Contro la crisi coraggio e riforme
Nel 2010 a rischio soprattutto l'occupazione
Forti richiami nel messaggio di fine anno di Giorgio Napolitano, il quarto del Settennato, che ha ricordato come l'Italia non è ancora fuori dalla crisi economica anche se ha provato, pur non abbastanza, a trasformare le difficoltà in una occasione per creare un Paese più forte. Un insieme di coraggio, riforme economiche e sociali, equità , più cura per chi subisce i danni più gravi, cioè i ceti deboli e il Mezzogiorno, è quello che occorre, insieme alle riforme istituzionali e della giustizia, che "non possono essere ancora tenute in sospeso, bloccate da un clima di sospetto" e alla riforma del fisco e degli ammortizzatori sociali.
Il presidente della Repubblica ha parlato 19 minuti, 4 più dell'anno scorso, invitando con severità ad avere fiducia e speranza nelle capacità di maggiore unione del Paese per reagire alle difficoltà , tra cui quelle dei giovani, dei ricercatori, di quelli che cercano lavoro o occasioni formative, perché "non possiamo permetterci - ha detto il Capo dello Stato - che si scoraggino".
Sul disagio sociale vissuto da famiglie, donne e lavoratori, nel 2010, secondo il Presidente, è soprattutto a rischio ulteriore l'occupazione con centinaia di migliaia di lavoratori che, con "tutele deboli o inesistenti", hanno già perso l'occupazione.
Napolitano, dopo aver denunciato le condizioni dei detenuti che vivono in carceri che è un eufemismo definire non adeguate, ha spesso fatto riferimento alla Solidarietà , di cui l'Italia è ricca, come si è visto nell'assistenza ai terremotati abruzzesi, nella vicinanza ai familiari dei caduti in Afghanistan, nel volontariato, ma che deve ispirare anche l'accoglienza ai lavoratori immigrati e ai rifugiati in fuga da guerre e persecuzioni.
Le esigenze di maggior sicurezza "non possono far abbassare la guardia contro razzismo e xenofobia, né possono esser fraintese e prese a pretesto da chi nega ogni spirito di accoglienza con odiose preclusioni". Ne va della "qualità civile della vita" nel nostro paese, per cui "é necessario che si riscoprano e riaffermino valori troppo largamente ignorati e negati negli ultimi tempi: rispetto dei propri doveri, sobrietà negli stili di vita, attenzione e fraternità verso gli altri, rifiuto intransigente della violenza".
In parallelo ai temi sociali il Presidente ha affrontato quelli della politica: "Abbiamo vissuto mesi molto agitati sul piano politico" ma non c'è stata paralisi completa per la reazione della società , perciò "guardiamo con più fiducia di un anno fa" alla crisi e alla possibilità di realizzare le riforme non più rinviabili. Quella del fisco è "assolutamente cruciale, non si può fare con rattoppi, ma con analisi e una proposta d'insieme" e insieme si deve affrontare "il problema durissimo del debito pubblico".
Quelle della Costituzione e della giustizia servono per "un più efficace funzionamento dello Stato e non possono essere bloccate da un clima di sospetto fra le forze politiche e da opposte pregiudiziali", anche se è necessario seguire le procedure previste dalla stessa Costituzione ed è "essenziale" che ci sia un "rinnovato ancoraggio" ai principi nazionali e che "siano sempre garantiti equilibri fondamentali tra governo e Parlamento, tra potere esecutivo e legislativo e istituzioni di garanzia, e che ci siano regole in cui debbano riconoscersi gli schieramenti sia di governo sia di opposizione".
Napolitano, dopo, aver rinnovato la condanna dell'aggressione a Silvio Berlusconi e l'impegno ad operare per "attenuare le tensioni", ha detto: "E' mio dovere. Come lo è realizzare una maggiore unità della nazione: un impegno che richiede ancora tempo e pazienza, ma da cui non desisterò".
"I cittadini italiani in tempi difficili come quelli attuali - ha concluso - hanno bisogno di maggiore serenità e a questo bisogno devono corrispondere tutti coloro che hanno responsabilità elevate nella politica e nella società . Serenità e speranza che sento di potervi trasmettere oggi con il mio augurio per il 2010".
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