Archivio per tag: Consiglio Regionale

Categorie: Informazione

Re:fusi, soddisfazione per Consiglio Regionale Odg

Giovedi 17 Giugno 2010 alle 22:22
ArticleImage Re:fusi  -  Il Direttivo di Re:Fusi saluta l'insediamento del nuovo Consiglio regionale dell'Ordine dei giornalisti del Veneto in cui sono state elette 4 nostre esponenti: Giuditta Bolognesi, Michela Canova, Alessandra Sgarbossa e Martina Zambon. Il Direttivo apprezza l'attenzione dimostrata nel comunicato del Consiglio di insediamento per le tematiche connesse alla difficile, ormai insostenibile, condizione di lavoro precario in cui versa un sempre maggior numero di colleghi.

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Categorie: Politica

Forze dell'ordine ospiti dell'Assemblea regionale

Martedi 18 Maggio 2010 alle 18:15
ArticleImage

Assessore Giorgetti, Regione Veneto - Chiedo che il consiglio ospiti al meglio le forze dell'ordine che garantiscono la sicurezza del lavori istituzionali
"Credo sia giusto che le Forze dell'Ordine in servizio presso la sede del Ferro Fini per garantire la sicurezza del Consiglio veneto e dei suoi consiglieri durante i lavori istituzionali siano ospiti dell'Assemblea regionale se necessitano prendere un caffè o dissetarsi". Lo afferma l'Assessore ai Lavori Pubblici, Polizia Locale e Sicurezza della Regione del Veneto, Massimo Giorgetti, che in proposito ha scritto una lettera al Presidente del Consiglio regionale Clodovaldo Ruffato.

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Categorie: Politica

Tagli alla Mecc Alte, c'è l'interrogazione

Venerdi 12 Marzo 2010 alle 11:39

Claudio Rizzato 

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA

Claudio RizzatoPresentata il 12 marzo 2010 dal Consigliere Regionale Claudio Rizzato

TAGLI ALLA "MECC ALTE" DI CREAZZO (VI): COSA FA LA REGIONE PER TUTELARE I LAVORATORI E LE LORO FAMIGLIE?

 

Premesso che:

- la proprietà della "Mecc Alte" di Creazzo (Vi), leader a livello internazionale nella produzione di alternatori sincroni, avrebbe annunciato il taglio di 80 dei trecento dipendenti;
- per contestare tale ipotesi i lavoratori hanno attuato nei giorni scorsi alcune ore di sciopero, che hanno visto la presenza di operai e impiegati assieme ai rappresentanti sindacali;
- alla proprietà viene contestata l'ipotesi dei licenziamenti essendoci ancora ammortizzatori sociali da poter utilizzare, basti pensare che nell'ultimo anno l'azienda ha utilizzato la cassa integrazione ordinaria per 13 delle 52 settimane a disposizione;
- è mancato finora un tavolo di discussione tra le parti per valutare soluzioni diverse dai licenziamenti o riduzioni salariali;

tutto ciò premesso, il sottoscritto Consigliere Regionale

chiede alla Giunta regionale e all'Assessore al Lavoro

- quali azioni intendano mettere in atto per scongiurare i licenziamenti presso la "Mecc Alte" di Creazzo e spingere la proprietà ad utilizzare gli ammortizzatori sociali;
- se intendano promuovere con urgenza l'apertura di un tavolo di confronto tra le parti per individuare ogni possibile intervento al fine di mantenere i livelli occupazionali in una provincia già duramente colpita dalla crisi economica in atto.

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Categorie: Politica, Libri

E-democracy, l'esperienza della Regione

Lunedi 22 Febbraio 2010 alle 18:33

Consiglio Regionale Del Veneto 

L'evoluzione dei modelli e delle tecnologie per la partecipazione dei cittadini: l'esperienza del Consiglio Regionale del Veneto

A cura di Luca De Pietro


L'evoluzione dei modelli ... di Luca De PietroLa partecipazione dei cittadini alla vita della pubblica amministrazione attraverso le nuove tecnologie può rappresentare un'importante risposta all'attuale distacco tra la cittadinanza e l'attività istituzionale. Questo percorso presenta diversi aspetti di novità non solo per l'ente pubblico ma anche per gli stessi cittadini. Il presente volume vuole rappresentare un'occasione d'approfondimento sugli elementi di discontinuità e novità di questi processi partecipativi approfondendo la dimensione civica, quella tecnologica e fornendo una valutazione critica delle prime esperienze di e-democracy realizzate in Italia. In particolare viene approfondita l'esperienza del Consiglio Regionale del Veneto che con molta determinazione in questi anni ha attivato un reale percorso partecipativo.

Il volume, offre un'accurata analisi sui risvolti tecnologici della partecipazione a cura di Giuseppe Gangemi, docente ordinario di scienze dell'amministrazione presso la facoltà di scienze politiche dell'Università di Padova soffermandosi poi sulle più recenti esperienze di E-democracy sia nel panorama italiano che europeo, grazie al contributo di ricerca di Miriam Tedeschi del CNIPA e di Luca De Pietro docente alle università IUAV di Venezia e all'Università di Padova. Sul tema delle regole della partecipazione, necessarie per la piena realizzazione della cittadinanza digitale, si soffermano poi Fiorella De Cindio, docente del dipartimento di informatica e comunicazione dell'Università di Milano e di Cristian Peroboni, assegnista di ricerca presso il medesimo dipartimento. Il capitolo conclusivo è a cura del dirigente regionale della Direzione Attività Istituzionali Claudio di Donatis, che fa un bilancio delle attività ed iniziative promosse dall'ufficio e-democracy del Consiglio regionale del Veneto nell'ultimo quinquennio con il portale " Terzoveneto " e lancia uno sguardo alle future sfide della partecipazione.

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Categorie: Politica, Sindacati, Famiglia

Erode e Pilato contro gli sfrattati

Domenica 14 Febbraio 2010 alle 15:47

Sunia Vicenza   

 

Alienazione alloggi pubblici in Veneto: SUNIA, "Erode e Pilato contro gli sfrattati!"

La settimana scorsa all'ultimo minuto di vita del Consiglio regionale, come ladri nella notte, il PDL (già Forza Italia e Alleanza Nazionale) e la Lega, al governo della Regione, e il PD (Partito Democratico), che si dichiara all'opposizione, hanno approvato una legge a favore di chi é in condizione di comperarsi una casa ed ignorato volutamente i poveri, gli sfrattati, chi non ha soldi per pagare il canone, le famiglie in difficoltà con bimbi.
Già altra volta Erode e Pilato concordarono: allora per assassinare Gesù, ora per dare un'altra picconata allo stato sociale.
Noi contestiamo l'ideologia della proprietà della casa che ancora una volta è prevalsa sulla necessità di aumentare le abitazioni in affitto: un affitto accessibile a tutti.

Anche qui, come in altri settori, siamo il fanalino di coda in Europa (Germania, Francia Inghilterra) dove la locazione arriva in certi casi fino al 40% degli alloggi; però con provvidenze reali per tutti coloro che sono in difficoltà. Non i palliativi erogati dalla Regione dopo aver tagliato fuori dagli aventi diritto chi ha un canone troppo basso, una parte degli immigrati e così via.
Come se questi non fossero in stato di necessità.
La stessa locazione sociale -detta anche social housing- che certi settori politici ed imprenditoriali propongono come la nuova soluzione per la questione casa -alternativa all'edilizia residenziale pubblica- consiste nel dare abitazioni in affitto e non in proprietà.
Eppoi, in una situazione di gravissima crisi economica che durerà almeno altri 5-6 anni, con disoccupazione a punti record e la cassa integrazione aumentata del 300%, con quattro giovani su cinque che hanno un lavoro precario, con il sistema produttivo veneto fatto in gran parte di piccole e piccolissime aziende, fragili e per le quali si devono purtroppo registrare chiusure diffuse; in questa situazione che senso ha proporre ancora l'acquisto della casa?
Non sanno i mediocri politici regionali veneti che le famiglie titolari di un mutuo per l'acquisto della prima casa sono loro malgrado insolventi in misura rilevante? Che assai dubbia è la convenienza per le banche di escutere tali nuclei in via giudiziaria perché eccessive sarebbero le vendite all'asta di alloggi ed incerto il loro esito?
Ma dove vivono i consiglieri regionali ed i loro partiti?
Anche quelli che affermano di avere radicamento nel territorio dimostrano di non sapere come stanno veramente le cose. Questa lontananza della politica dalla condizione umana non credo ne sia un elemento costitutivo ma dipenda dal conformismo, dalla pigrizia di una classe politica interessata solo al risultato a breve perché non é più capace di programmare di scommettersi sul futuro della loro gente.
Se la modesta classe politica veneta compie queste ingiustizie gli eventi si incaricano però di giudicarla.
Il 9 febbraio sulla stampa locale berica si leggeva che nella provincia di Vicenza (territorio del Tribunale di Vicenza e Schio) gli sfratti erano aumentati del 80% nel 2009 e che l'assessore vicentino alla casa Giuliari non aveva più abitazioni per sfrattati in quanto quelle così destinate erano tutte già impegnate.
Il 10 febbraio si apprendeva di quella ingiusta decisione del Consiglio regionale, totalmente lontana da questa dolorosa situazione.

Fulvio Rebesani
segretario provinciale
SUNIA Vicenza

 

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RIFERIMENTO
(fonte Ufficio stampa Consiglio Regionale del Veneto):

Consiglio approva legge su alienazioni alloggi pubblici
(Arv) Venezia 9 feb. 2010 - L'ultima legge approvata dal Consiglio regionale del Veneto nell'ultima seduta della legislatura riguarda l'edilizia convenzionata e introduce la possibilità per i Comuni di prevedere agevolazioni sui prezzi di riscatto degli immobili fissati dalla legge statale. La Giunta provvederà entro il 30 giugno 2010, sentita la competente commissione consiliare, a determinare i criteri per rendere omogenee le agevolazioni dei prezzi di riscatto degli alloggi Peep. La legge è stata illustrata in aula dal presidente della commissione Urbanistica Tiziano Zigiotto(Pdl) ed emendata da Franco Frigo (Pd). L'ultima seduta del Consiglio regionale del Veneto si è chiusa alle 17.56 per mancanza del numero legale sulla richiesta del capogruppo della Lega Roberto Ciambetti di portare in discussione e in votazione il testo di legge che modifica le procedure di valutazione d'impatto ambientale.
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Categorie: Politica

Proposto refendum su autonomia Veneto

Giovedi 17 Dicembre 2009 alle 19:51
Progetto Nordest  

 

Il Consiglio Regionale del Veneto ha discusso la proposta presentata da PROGETTO NORDEST sul referendum per l'autonomia illustrata da MARIANGELO FOGGIATO

 

REFERENDUM CONSULTIVO IN MERITO ALLA PRESENTAZIONE DI UNA PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE PER REALIZZARE CONDIZIONI PARTICOLARI DI AUTONOMIA ISTITUZIONALE E FISCALE

R e l a z i o n e:

Il 18 ottobre 2006 il Consiglio regionale del Veneto approvava la proposta di legge statale, avanzata dal gruppo Progetto Nordest, con la quale si chiedeva al Parlamento italiano di modificare gli articoli 116 e 119 della Costituzione inserendo il Veneto fra le Regioni a statuto speciale.
Al momento del voto ci furono 33 SI (Progetto Nordest e il centro-destra), 11 NO (centro sinistra) e 2 "non votanti" (i consiglieri Covi e Rossato, rispettivamente dei Socialisti Democratici Italiani e Italia dei Valori).
É stata la prima volta nella storia dello stato italiano che un Consiglio regionale ha fatto una richiesta così esplicita, facendosi portavoce della mai sopita aspirazione del popolo veneto all'autogoverno, di quella che nei fatti, è "la madre di tutte le battaglie" per noi veneti.
E per rafforzare questa legittima e democratica richiesta del parlamento veneto quale miglior iniziativa di chiamare a raccolta il popolo veneto affinché, in maniera civile e democratica, esprima la propria opinione su ogni ulteriore iniziativa al fine di arrivare a forme e condizioni particolari di autonomia istituzionale e fiscale per la nostra Regione.
C'è qualcosa di più autenticamente democratico del voto referendario?
Certo, qualcuno obietterà che il "democratico" governo italiano ha già più volte impedito tale votazione.
Ma noi crediamo sia opportuno sollecitare la dimensione "democratica" di questo governo.
Noi dobbiamo comunque fare la nostra parte cercando ogni soluzione per portare al voto la nostra gente, il nostro popolo veneto.
La rivendicazione principale dell'area autonomista e federalista veneta è stata, a partire dalla fine degli anni ‘70, e continua ad essere l'istituzione della Regione autonoma del Veneto a Statuto speciale.
L'ordinamento costituzionale ha infatti sancito la suddivisione dei cittadini residenti nelle 5 Regioni a statuto speciale (Valle d'Aosta, Trentino-Alto Adige/Sud Tirolo, Friuli-Venezia Giulia, Sicilia e Sardegna dotate di notevole autonomia politica, amministrativa e finanziaria) e cittadini residenti nelle regioni a statuto ordinario.
In particolare il Veneto risulta notevolmente penalizzato da tale anacronistica divisione in quanto unica Regione compresa e compressa fra 2 Regioni a statuto speciale (Trentino-Sud Tirolo e Friuli-Venezia Giulia).
La nostra richiesta è motivata da considerazioni d'ordine storico, culturale, linguistico, geografico, economico, di giustizia.
Il popolo veneto ha sempre saputo autogovernarsi in maniera tale da meritarsi il rispetto e l'ammirazione degli altri popoli, sviluppando altresì propri modelli di sviluppo originali e sicuramente all'avanguardia (pensiamo al famoso modello veneto); in questo momento storico le risorse della nostra Regione rischiano di inaridirsi proprio a causa della continua penalizzazione alla quale sono sottoposte dall'ottuso centralismo dello Stato italiano, da tutta una serie di mancate risposte che lo Stato com'è strutturato non sa e non può dare, dalla stessa vicinanza con due Regioni a Statuto speciale molto più sollecite a tradurre le istanze delle realtà che rappresentano ed a essere loro di concreto aiuto, grazie alle notevoli disponibilità finanziarie regionali.
Diciamo basta a un Ente Regione ridotto a squallido sportello periferico dello Stato, basta a logiche assurde e provocatorie che incanalano il 90 per cento del bilancio regionale su percorsi obbligati già stabiliti dal Governo centralista.
Nell'Unione Europea il Veneto deve confrontarsi con potenti realtà economiche e istituzionali che si chiamano Baviera, Baden Wurttemberg, Catalunya: un confronto che può essere sostenuto solo valorizzando al massimo le nostre potenzialità.
E questa valorizzazione non può avvenire che attraverso l'autonomia regionale; il Veneto continuerà a essere protagonista in Europa solo se dotato di ampia autonomia.
Autogoverno del popolo veneto (4.500.000 europei) al fine di applicare integralmente l'atto finale della Conferenza di Helsinki sulla sicurezza e cooperazione in Europa che all'articolo 8 recita: "Gli Stati partecipanti rispettano l'eguaglianza dei diritti dei popoli e il loro diritto all'autodeterminazione.... In virtù del principio dell'eguaglianza dei diritti all'autodeterminazione dei popoli, tutti i popoli hanno sempre il diritto, in piena libertà, di stabilire quando e come desiderano, il loro regime interno ed esterno, senza ingerenza esterna, e di perseguire come desiderano il loro sviluppo politico, economico, sociale e culturale" e al fine di dare attuazione a quanto già approvato dal Consiglio regionale nella Risoluzione n. 42 del 22 aprile 1998 sul diritto all'autodeterminazione del popolo veneto.
"Regione autonoma del Veneto" primo passo per la costruzione della macroregione "Nordest" composta assieme alle regioni autonome del Trentino-Alto Adige/Sud Tirolo e dal Friuli-Venezia Giulia secondo quanto previsto dall'articolo 132 della Costituzione.
E secondo, soprattutto, a quanto già auspicato dalla stessa Comunità Europea che nel livello NUTS1 (nomenclatura delle unità territoriali statistiche) contempla grandi regioni socio-economiche composte da più regioni di base, e suddivide l'Italia in 11 unità a partire proprio dal Nordest.
Per non parlare dell'ipotesi della Fondazione Agnelli che sostenendo l'impossibilità di arrivare a un vero federalismo dato il numero eccessivo delle regioni italiane, ne propone dodici, auspicando la nascita del Nordest (o Triveneto).
La stessa tesi viene sostenuta dalla "Fondazione Heineken" e vicino alla Scozia, al Galles, alla Catalunya, alla Provenza, alla Slesia mette il "Nordest".
Quel "Nordest" che come diceva Ilvo Diamanti una decina di anni fa, "rischia di restare un laboratorio su cui condurre esperimenti" e che invece deve diventare protagonista del suo futuro.
Autonomia del Veneto e macroregione "Nordest" tappe obbligate per la costruzione di un'Europa unita, libera e federale, un'Europa dei popoli e delle Regioni, l'unica Europa possibile e il popolo Veneto ha il diritto di contribuire con pari dignità degli altri popoli alla costruzione di questa Europa che passa inevitabilmente per la rottamazione degli attuali "Stati-nazionali" e per il rafforzamento delle autonomie locali.

REFERENDUM CONSULTIVO IN MERITO ALLA PRESENTAZIONE DI UNA PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE PER REALIZZARE CONDIZIONI PARTICOLARI DI AUTONOMIA ISTITUZIONALE E FISCALE

Art. 1 - Oggetto del referendum.
1. Nelle more della conclusione del procedimento avviato con l'approvazione della proposta di legge statale approvata dal Consiglio regionale il 18 ottobre 2006 "Modifica degli articoli 116 e 119 della Costituzione" che prevede l'inserimento del Veneto fra le regioni a Statuto speciale, è promosso, a norma dell'articolo 47 dello Statuto, un referendum consultivo a carattere regionale in merito alla presentazione, ai sensi dell'articolo 121 della Costituzione, di una proposta di legge costituzionale per il mantenimento in capo alla Regione del Veneto dell'80 per cento dei tributi riscossi nel territorio regionale, ai fini di un esercizio autonomo e completo delle funzioni che possono essere trasferite alla Regione ai sensi dell'art. 116, terzo comma della Costituzione.
2. Il referendum interessa la popolazione residente nella Regione ed è disciplinato dalla legge regionale 12 gennaio 1973, n. 1, salvo quanto stabilito dalla presente legge.

Art. 2 - Procedimento.
1. Il Presidente della Giunta regionale indice con proprio decreto il referendum consultivo tra gli elettori residenti nei comuni della Regione sul seguente quesito: "Siete favorevoli alla presentazione da parte del Consiglio regionale, ai sensi dell'articolo 121 della Costituzione, di una proposta di legge costituzionale che preveda, il mantenimento in capo alla Regione del Veneto dell'80 per cento dei tributi riscossi nel territorio regionale, ai fini di un esercizio autonomo e completo delle funzioni che possono essere trasferite alla Regione ai sensi dell'articolo 116, terzo comma della Costituzione".
2. Il decreto del Presidente della Regione di indizione del referendum consultivo potrà essere adottato dopo la data di pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione del progetto di legge attuativo del dispositivo referendario formalmente presentato entro il 31 dicembre 2007 e dopo che il Consiglio regionale, con apposita risoluzione, si sia espresso a favore di una proposta di tale proposta di legge.

Art. 3 - Norma finanziaria.
1. All'onere derivante dall'applicazione della presente legge quantificabili in euro 6.000.000, si fa fronte agli stanziamenti iscritti al capitolo n. ........ dello stato di previsione della spesa del bilancio pluriennale.

Art. 4 - Dichiarazione d'urgenza.
1. La presente legge è dichiarata urgente ai sensi dell'articolo 44 dello Statuto ed entra in vigore il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione del Veneto.

INDICE
Art. 1 - Oggetto del referendum....................................... 3
Art. 2 - Procedimento..................................................... 3
Art. 3 - Norma finanziaria................................................ 3
Art. 4 - Dichiarazione d'urgenza...................................... 3


PARTE NOTIZIALE
(aggiornata alla data di presentazione del progetto)


Nota all'articolo 1

COSTITUZIONE ITALIANA

Articolo 116 (1) Il Friuli-Venezia Giulia, la Sardegna, la Sicilia, il Trentino-Alto Adige/Südtirol e la Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste dispongono di forme e condizioni particolari di autonomia, secondo i rispettivi statuti speciali adottati con legge costituzionale. 17
La Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol è costituita dalle Province autonome di Trento e di Bolzano.
Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell'articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere l), limitatamente all'organizzazione della giustizia di pace, n) e s), possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei princìpi di cui all'articolo 119. La legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata.

(1) L'art. 116 è stato sostituito dall'art. 2 della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3. Il testo originario dell'articolo era il seguente: "Alla Sicilia, alla Sardegna, al Trentino-Alto Adige al Friuli-Venezia Giulia e alla Valle d'Aosta sono attribuite forme e condizioni particolari di autonomia, secondo statuti speciali adottati con leggi costituzionali".
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COSTITUZIONE ITALIANA

Articolo 119 (1) I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa.
I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno risorse autonome. Stabiliscono e applicano tributi ed entrate propri, in armonia con la Costituzione e secondo i princìpi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario. Dispongono di compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibile al loro territorio.
La legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante.
Le risorse derivanti dalle fonti di cui ai commi precedenti consentono ai Comuni, alle Province, alle Città metropolitane e alle Regioni di finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite.
Per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l'effettivo esercizio dei diritti della persona, o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni.
I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno un proprio patrimonio, attribuito secondo i princìpi generali determinati dalla legge dello Stato. Possono ricorrere all'indebitamento solo per finanziare spese di investimento. È esclusa ogni garanzia dello Stato sui prestiti dagli stessi contratti.

(1) L'art. 119 è stato sostituito dall'art. 5 della legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3. Il testo originario dell'articolo era il seguente: "Le Regioni hanno autonomia finanziaria nelle forme e nei limiti stabiliti da leggi della Repubblica, che la coordinano con la finanza dello Stato, delle Provincie e dei Comuni. Alle Regioni sono attribuiti tributi propri e quote di tributi erariali, in relazione ai bisogni delle Regioni per le spese necessarie ad adempiere le loro funzioni normali. Per provvedere a scopi determinati, e particolarmente per valorizzare il Mezzogiorno e le Isole, lo Stato assegna per legge a singole Regioni contributi speciali. La Regione ha un proprio demanio e patrimonio, secondo le modalità stabilite con legge della Repubblica".
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Legge 22 maggio 1971, n. 340

STATUTO DELLA REGIONE VENETO (1)

Articolo 47 Il Consiglio regionale può deliberare l'indizione di referendum consultivi delle popolazioni interessate a provvedimenti determinati.
Sono sottoposte a referendum consultivo delle popolazioni interessate le proposte di legge concernenti la istituzione di nuovi Comuni e i mutamenti delle circoscrizioni o delle denominazioni comunali.

(1) Lo Statuto è riprodotto nel testo approvato con legge 22 maggio 1971, n. 340. Nella lettura vanno peraltro tenuti presenti gli effetti derivanti dalle modifiche recate al Titolo V della parte seconda della Costituzione dalle leggi costituzionali 22 novembre 1999, n. 1 e 18 ottobre 2001, n. 3.
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COSTITUZIONE ITALIANA

Articolo 121 (1) Sono organi della Regione: il Consiglio regionale, la Giunta e il suo Presidente.
Il Consiglio regionale esercita le potestà legislative attribuite alla Regione e le altre funzioni conferitegli dalla Costituzione e dalle leggi. Può fare proposte di legge alle Camere.
La Giunta regionale è l'organo esecutivo delle Regioni.
Il Presidente della Giunta rappresenta la Regione; dirige la politica della Giunta e ne è responsabile; promulga le leggi ed emana i regolamenti regionali; dirige le funzioni amministrative delegate dallo Stato alla Regione, conformandosi alle istruzioni del Governo della Repubblica.

(1) L'art. 121 è stato modificato dall'art. 1 della legge costituzionale 22 novembre 1999, n. 1. Il testo originario dell'articolo era il seguente: "Sono organi della Regione: il Consiglio regionale, la Giunta e il suo Presidente. Il Consiglio regionale esercita le potestà legislative e regolamentari attribuite alla Regione e le altre funzioni conferitegli dalla Costituzione e dalle leggi. Può fare proposte di legge alle Camere. La Giunta regionale è l'organo esecutivo delle Regioni. Il Presidente della Giunta rappresenta la Regione; promulga le leggi ed i regolamenti regionali; dirige le funzioni amministrative delegate dallo Stato alla Regione, conformandosi alle istruzioni del Governo centrale".
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Legge regionale 12 gennaio 1973, n. 1 (BUR n. 2/1973)

NORME SULL'INIZIATIVA POPOLARE PER LE LEGGI ED I REGOLAMENTI REGIONALI, SUL REFERENDUM ABROGATIVO E SUI REFERENDUM CONSULTIVI REGIONALI.



Nota all'articolo 2
Vedi nota all'articolo 1



Nota all'articolo 4

Legge 22 maggio 1971, n. 340

STATUTO DELLA REGIONE VENETO (1)

Articolo 44 Le leggi regionali sono pubblicate entro cinque giorni dalla promulgazione ed entrano in vigore nel quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione, salvo termine maggiore stabilito dalle leggi stesse.
La legge regionale prevede termini più brevi per l'entrata in vigore delle sue disposizioni, qualora il Consiglio regionale ne abbia dichiarato l'urgenza [e il Governo della Repubblica dia il suo consenso.] (2)
La deliberazione della procedura d'urgenza per l'esame e l'approvazione della legge ai sensi dell'articolo 40 dello Statuto comportano la dichiarazione d'urgenza della legge ai fini di cui al comma precedente.
I regolamenti regionali sono pubblicati nei cinque giorni dalla promulgazione ed entrano in vigore nel quindicesimo giorno successivo alla pubblicazione, salva diversa disposizione di legge.
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(1) Lo Statuto è riprodotto nel testo approvato con legge 22 maggio 1971, n. 340. Nella lettura vanno peraltro tenuti presenti gli effetti derivanti dalle modifiche recate al Titolo V della parte seconda della Costituzione dalle leggi costituzionali 22 novembre 1999, n. 1 e 18 ottobre 2001, n. 3.
(2)La parte in corsivo deve ritenersi superata in conseguenza della sostituzione dell'art. 127 della Costituzione disposta dall'art. 8 della legge costituzionale 3/2001.

 

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Categorie: Politica

Mozione bipartisan per la lotta all'omofobia

Giovedi 17 Dicembre 2009 alle 19:43
Claudio Rizzato   

 

Mozione bipartisan in consiglio regionale per la lotta all'omofobia e per la decriminalizzazione universale dell'omosessualità

 

Il consigliere regionale Claudio Rizzato (Pd) ha presentato una mozione - il cui testo si allega di seguito* - che intende impegnare la Giunta veneta a promuovere tutte le iniziative necessarie a sensibilizzare l'opinione pubblica nei confronti di una cultura delle differenze e del rifiuto della mentalità omofobica e razzista.
Al consigliere vicentino si sono aggiunti i colleghi di partito Franco Bonfante , Lucio Tiozzo e Andrea Causin , i rappresentanti di FI-PDL Regina Bertipaglia e Leonardo Padrin , Nicola Atalmi (PdCI), Pietrangelo Pettenò (PRC) e Gianfranco Bettin (Verdi).
La mozione chiede, inoltre, alla Giunta regionale di sostenere, in particolare, "interventi nella scuola, in quanto istituzione volta ad educare i futuri cittadini ad una cultura delle diversità e quindi luogo principale per lo sviluppo di iniziative volte alla lotta alle discriminazioni".

*MOZIONE PER LA LOTTA ALL'OMOFOBIA E PER LA DECRIMINALIZZAZIONE UNIVERSALE DELL'OMOSESSUALITA'

presentata il 16 dicembre 2009 dai Consiglieri Claudio Rizzato, Regina Bertipaglia, Franco Bonfante, Nicola Atalmi, Pietrangelo Pettenò, Gianfranco Bettin, Andrea Causin, Lucio Tiozzo, Carlo Covi


Il Consiglio Regionale del Veneto


PREMESSO che
• il 10 Dicembre 2008, in occasione del 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, la presidenza di turno francese dell'Unione Europea, attraverso il Sottosegretario per i diritti umani del governo francese, dott.ssa Rama Yade, presentò all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite una proposta per la depenalizzazione universale dell'omosessualità. Nella proposta si chiedeva una moratoria delle pene che molte persone nel mondo subiscono a causa della loro omosessualità. A distanza di un anno abbiamo assistito ad una escalation di atti criminali a sfondo omofobico, e mentre gli Stati Uniti approvano il Matthew Shepard act, la legislazione italiana non ha compiuto alcun sostanziale progresso in materia di lotta all'omofobia, basti pensare che nel nostro paese non esiste alcuna legge che riconosca un'aggravante specifica per i reati commessi in odio a persone omosessuali, bisessuali, transgender;
• una cultura diffusa ancora oggi anche in Italia spinge a considerare le persone omosessuali e transessuali come perverse o malate, rendendole spesso oggetto di scherno e discriminazione e obbligandole a nascondersi e spesso a rinunciare, per paura di essere scoperti, al diritto di denunciare maltrattamenti, percosse, furti o ricatti;
• i casi di omofobia in Italia e in Veneto sono ancora troppo numerosi, sia per quel che concerne la violenza fisica che per le enormi difficoltà che ancora molti omosessuali hanno nel vivere serenamente il proprio orientamento sessuale nelle diverse dimensioni della propria vita (scuola, lavoro, famiglia). Si vedano a tal proposito i dati che emergono dal Report sull'Omofobia in Italia relativo ai primi 11 mesi del 2009 realizzato da Arcigay: 10 omicidi, di cui uno in Veneto, 75 casi di violenza e aggressioni, di cui 5 in Veneto, 8 casi di estorsione, di cui 2 in Veneto, 4 atti di bullismo, di cui 2 in Veneto.
TENUTO CONTO che
La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani all'articolo 2, comma 1 recita: "Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione."
La Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea (2000/C 364/01) all'articolo 1 recita: "La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata". E all'articolo 21 ribadisce: "E' vietata qualsiasi forma di discriminazione fondata, in particolare, sul sesso, la razza, il colore della pelle o l'origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l'appartenenza ad una minoranza nazionale, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l'età o le tendenze sessuali".
L'articolo 3 della Costituzione della Repubblica Italiana recita: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali".

EVIDENZIATO che
Novantuno paesi nel mondo hanno leggi che puniscono gli atti sessuali con persone del proprio sesso. E in particolare in Mauritania, Arabia Saudita, Emirati Arabi, Yemen, Sudan, Iran, Afghanistan, Nigeria e Somalia la pena prevista è la morte. Inoltre in India, Pakistan, Birmania, Guyana, Sierra Leone, Uganda, Tanzania, Bangladesh e Barbados, gli atti omosessuali sono puniti con l'ergastolo.
CONSIDERATO che
Il 17 maggio del 1991 l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato l'omosessualità una "variante naturale del comportamento umano".
Impegna la Giunta Regionale
- a promuovere, anche tramite gli Assessorati alle Pari Opportunità e alle Politiche Sociali e in coordinamento con le associazioni e gli organismi operanti nel settore, iniziative volte a sensibilizzare l'opinione pubblica a una cultura delle differenze e al rifiuto di una mentalità omofobica e razzista;
- a sostenere in particolare, nell'ambito di queste iniziative, in collaborazione con gli organismi istituzionali di competenza, interventi nella scuola, in quanto istituzione volta ad educare i futuri cittadini ad una cultura delle diversità e quindi luogo principale per lo sviluppo di iniziative volte alla lotta alle discriminazioni.

 

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Categorie: Politica

Odori dalla discarica di Arzignano

Martedi 20 Ottobre 2009 alle 22:06

Ezio Lovato

ARZIGNANO: DALLA DISCARICA "9" ESALAZIONI VENEFICHE
LA REGIONE INTERVENGA

presentata il 20 ottobre 2009 dal consigliere Pettenò


Premesso
che il quotidiano "Il Giornale di Vicenza" del 17/10/09 ha pubblicato la notizia che - dalla discarica per fanghi denominata "n. 9", sita nella zona industriale di Arzignano - stanno fuoriuscendo gas dall'odore nauseabondo (con conseguente segnalazione del problema , da parte di vari cittadini, all'ARPAV e alle associazioni ambientaliste, operanti in zona, "No alla centrale" e "Aria Pulita");
che le suddette esalazioni di gas stanno creando preoccupazioni nei cittadini esposti (segnalazioni aggravate dal fatto che lo stesso Direttore della sede ARPAV di Arzignano dichiara, nel suddetto articolo del Giornale di Vicenza, di non essere ancora a conoscenza della natura e quantità delle sostanze chimiche emesse dalla discarica);
che il presidente dell'associazione "No alla centrale" fa riferimento alla presenza, nei gas emessi, della sostanza tossica "ammoniaca";
che la discarica n. 9 - impianto soggetto ad autorizzazione integrata ambientale regionale - non avrebbe dovuto produrre alcuna esalazione di gas, in quanto destinata allo stoccaggio di soli fanghi essiccati, non putrescibili

il sottoscritto chiede alla Giunta Regionale
quali interventi la Regione del Veneto intenda porre in atto - o abbia già posto in atto - perché tale situazione, non più tollerabile, venga immediatamente sanata;
per quali motivi da una discarica per fanghi essiccati non putrescibili siano iniziate delle emissioni di gas nauseabondi;
quali sostanze chimiche siano presenti - e in che concentrazione - nei gas emessi dalla discarica (e quali effetti sull'ambiente e sulla salute delle persone eventualmente esposte possano avere tali sostanze, alle concentrazioni emesse).

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Commenti degli utenti

Giovedi 27 Dicembre 2018 alle 17:38 da Luciano Parolin (Luciano)
In Panettone e ruspe, Comitato Albera al cantiere della Bretella. Rolando: "rispettare il cronoprogramma"
Caro fratuck, conosco molto bene la zona, il percorso della bretella, la situazione dei cittadini, abito in Viale Trento. A partire dal 2003 ho partecipato al Comitato di Maddalene pro bretella, e a riunioni propositive per apportare modifiche al progetto. Numerose mie foto del territorio sono arrivate a Roma, altri miei interventi (non graditi dalla Sx) sono stati pubblicati dal GdV, assieme ad altri come Ciro Asproso, ora favorevole alla bretella. Ho partecipato alla raccolta firme per la chiusura della strada x 5 giorni eseguita dal Sindaco Hullwech per sforamento 180 Micro/g. Pertanto come impegno per la tematica sono apposto con la coscienza. Ora il Progetto è partito, fine! Voglio dire che la nuova Giunta "comunale" non c'entra più. L'opera sarà "malauguratamente" eseguita, ma non con il mio placet. Il Consigliere Comunale dovrebbe capire che la campagna elettorale è finita, con buona pace di tutti. Quello che invece dovrebbe interessare è la proprietà della strada, dall'uscita autostradale Ovest, sino alla Rotatoria dell'Albara, vi sono tre possessori: Autostrade SpA; La Provincia, il Comune. Come la mettiamo per il futuro ? I costi, da 50 sono saliti a 100 milioni di € come dire 20 milioni a KM (!) da non credere. Comunque si farà. Ma nessuno canti Vittoria, anzi meglio non farne un ulteriore fatto "partitico" per questioni elettorali o di seggio. Se mi manda la sua mail, sono disponibile ad inviare i documenti e le foto sopra descritte. Con ossequi, Luciano Parolin [email protected]
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